Recuperiamo il senso della parola “accoglienza”, difendendo la legalità, denunciando chi specula sui migranti

Recuperiamo il senso della parola “accoglienza”, difendendo la legalità, denunciando chi specula sui migranti

2018-07-03T11:32:13+02:00 3rd Luglio, 2018|diario|
“Accoglienza” è una delle parole più belle, e più violentate del nostro vocabolario.
Noi di Tp24.it e di Rmc 101 siamo per l’accoglienza. Perchè “accogliere” è ciò che ci rende, prima di ogni cosa, umani.
Non tolleriamo i razzisti.
Non tolleriamo i violenti. Non solo i mafiosi – questo i nostri lettori lo sanno già – ma tutti i violenti.
E’ un paradosso, lo sappiamo: ma non tolleriamo gli intolleranti.
Purtroppo sono tempi in cui questi valori, queste idee, vanno ripetute con forza.
Quando parliamo di immigrazione, di rifugiati, di persone da salvare, si ripete uno schema consueto. Ogni volta, da parte di tanti (per fortuna non TUTTI) la risposta è sempre la stessa: “Aiutiamoli a casa loro”, o “perchè non gli accogliete a casa vostra, voi che siete tanto di buon cuore”? Altri, credendo di offenderci, ci danno dei “comunisti”, “servi del Pd”, eccetera, dimenticando che fino a pochi mesi fa eravamo abituati a ricevere insulti esattamente opposti. Questo perché per noi fare informazione significa essere sempre critici contro ogni tipo di potere.
Per il resto, parlando di profughi, di rifugiati, abbiamo alcuni punti fermi. Noi vogliamo aiutare queste persone a casa nostra, cioè in questo Paese, cioè in Europa. Glielo dobbiamo non solo per senso di umanità, ma per debito della storia (e la storia non perdona, e un giorno ci chiederà conto di tutto questo).
Vogliamo aiutarli con i nostri soldi, che sono quelli che paghiamo con le tasse. Perché sappiamo che da questo aiuto viene fuori nuova ricchezza. Non lo pensiamo, lo sappiamo.
Infine, li aiutiamo nel modo in cui possiamo. Essendo giornalisti, li possiamo aiutare denunciando la finta accoglienza, quella di chi sfrutta queste uomini e queste donne per arricchirsi, mettendo su cooperative da un giorno all’altro, creando un’industria delle comunità e dei centri di accoglienza, trattando queste persone come banconote ambulanti da 35 euro l’uno al giorno, facendoli vivere in una condizione di miseria, perché tanto sono giovani che vengono dalle guerre, dalle torture, dalla fame, e dunque non si lamentano.
In questo ultimo periodo Tp24.it ha fatto un grande lavoro di inchiesta in questo territorio, cercando proprio di fare il punto si ciò che non va nel sistema dell’”accoglienza”, tutte le cose strane, i soldi che girano nelle tasche dei soliti noti. Andate a leggere i nostri articoli, per favore, prima di insultare, prima di giudicare con superficialità.
Per noi l’immigrazione non è un’emergenza, ma una cosa molto più importante e grave: un fenomeno epocale, che si inquadra in un contesto storico. Proprio per questo, non si può gestire come fosse un spot, a colpi di like su Facebook, o a fare gara a chi grida di più.
Parlare di emergenza serve ai politici solo perché alimentare la tensione, perché se c’è l’emergenza allora tutti vogliono le soluzioni subito, le ruspe, alzare i muri, come se ci fosse in atto un’invasione, quando a bussare alla nostra porta è la storia.
In azione c’è una grande fabbrica della paura. Contro la quale si risponde con la legalità, la creatività, l’intelligenza. E con la buona informazione.

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".