L’assessore della Lega alla “cultura e identità” in Sicilia. Sento già di volergli bene …

L’assessore della Lega alla “cultura e identità” in Sicilia. Sento già di volergli bene …

2020-05-14T08:27:36+02:00 14th Maggio, 2020|diario|

Io non lo capisco davvero. La Lega di Salvini entra nella squadra di governo del presidente Musumeci in Sicilia. Ottiene l’assessorato ai beni culturali e “all’identità siciliana”, e parte l’onda di indignazione. Ma perché?

E’ facile fare, da leghista celodurista, l’assessore all’identità lombarda, alla cultura veneta, alle tradizioni padane. Un’ampolla di acqua del Po qua, un rito celtico là, una sagra del gorgonzola da organizzare, il convegno sul brasato, la giuria di Miss Padania. 

Il difficile è fare l’assessore, leghista, in Sicilia, ai beni culturali, e all’identità siciliana, per giunta. 

Noi, noi siciliani, che siamo arabi, africani, normanni, bizantini, greci, punici, spagnoli, in effetti, che identità abbiamo? L’identità siciliana è molteplice e sfuggente, è il mistero bello e terribile di quest’isola. E quindi, si, è giusto che la Lega che fu Lega Nord, anzi “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”, abbia l’assessorato all’identità siciliana. Perché di quale identità stiamo parlando, alla fine? Abbiamo avuto tanti dominatori, sempre docilmente accolti, sempre addomesticati e conquistati con il mare, il sole, i cannoli, le caponate.

Quindi, accogliamo con favore, quest’assessore leghista, del quale non sappiamo neanche il nome. Ormai abbiamo perso anche la dignità della parvenza della competenza. Una volta si diceva prima il nome dell’assessore, l’incarico,  e poi si rispondeva alla vera e sola domanda esistenziale siciliana “a cu appartene?”. Ora sappiamo invece che sarà un assessore della Lega. E basta. Il nome non conta. Potrebbe essere anche Matteo Salvini, il numero uno, l’assessore. Che è un po’ come se un altro Matteo, che io conosco meglio, fosse Ministro degli Interni. Non sarebbe bellissimo? 

Siccome poi la Lega non esiste, in Sicilia, un po’ come il coronavirus, gira ma non troppo, questo assessore sarà un ex di qualche altra cosa. Ex di Forza Italia, ex dell’Udc, ex di qualcuno dei mille partiti autonomisti, ex di centrosinistra.  E quindi, poveretto, sarà assessore all’identità siciliana, ma della Lega, ma sarà siciliano, ma che sconosceva l’esistenza della Lega fino a poco tempo fa, e sarà nel palazzo, ma per il popolo. E insomma, come assessore all’identità, rischia già la crisi di schizofrenia. Ha un cubo di Rubik al posto del cuore.

Gli voglio già bene, a questo assessore qua. 

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".