Poveri hater grillini, un ooops li seppellirà

Poveri hater grillini, un ooops li seppellirà

2019-09-06T12:24:27+02:00 6th Settembre, 2019|diario|

Ooops. E ora tutti gli hater grillini, i golem di Casaleggio, quelli che ti insultano da mattina a sera, e che ad esempio chiamano il tuo giornale Pd24, questi, poveretti, che faranno, adesso che il loro partito, quello a Cinque Stelle, si siede per andare al governo proprio con il Pd, il Pd della kasta, di Renzi e Boschi, di Bibbiano, di Napolitano e della trattativa, il pd dei mafiosi, delle tasse, e poi che altro, ah, si, dell’invasione islamica, delle coop degli immigrati, delle banche.

E’ la domanda che in tanti amici mi hanno fatto in questi miei giorni di ferie, in cui è caduto un governo, e si sta cercando di farne un altro, di segno completamente opposto, o quasi, dove c’era la Lega, adesso c’è il Pd.

Cosa diranno? Ooops. Così, con penoso imbarazzo. Oops.

I Cinque Stelle sono salvi. Il fatto però è che sono casta che più casta non si può, adesso, questi grillini che giocano di contropiede, e cambiano alleato di governo come si cambia un paio di jeans. La trovo inquietante, questa cosa. Il paragone che si fa in questi giorni è con la Dc, ma qui siamo da tutt’altra parte. Altra musica, è come paragonare Beethoven con Sfera Ebbasta. La Dc cambiava alleati, ma sempre nell’ambito di un perimetro, quello dei moderati. I Cinque Stelle invece, passano da Salvini al Pd, hanno votato senza batter ciglio il decreto sicurezza dettato dalla Lega, ad esempio, e come se nulla fosse, sono pronti a rinnegarlo. Domani, se, paradossalmente, Forza Nuova avesse in parlamento dei numeri utili ad una loro maggioranza, farebbero comunella anche con loro.

E insomma. Poveri hater grillini, che hanno scritto su di me ogni cosa, dal giornalista – giornalaio, a noi, assoldati dal Pd, messi a busta paga da Renzi, amici delle lobby potenti, nemici del popolo. 
E non serve a niente spiegare loro che un giornalista è semplicemente critico per forma mentis verso il potere, in qualunque forma esso si rappresenti, e che adesso loro sono il potere, e devono essere abituati ad avere a che fare con una stampa che li critica. Ma non c’è nulla da fare: nel conflitto tra cervello e viscere, vincono le viscere.

Tra tutti questi troll della porta accanto, il mio pensiero va in questo momento ad un signore, Franco Rapisarda, baby pensionato con molto tempo libero, mite persona dal vivo, odiatore seriale sul web (e quindi, per i Cinque Stelle, fine intellettuale).  Il suo accanimento rasenta lo stalking. Questo è l’ultimo post che ha pubblicato per dileggiarmi.


Si applica. E’ passato dagli insulti, “cane rabbioso” mi scrisse una volta, a queste ricostruzioni più dadaiste. Ma ha tempo, e creatività. D’altronde, lo fanno anche gli eletti dei Cinque Stelle. Ignazio Corrao, eurodeputato, ha orchestrato una diffamante campagna di insulti, tempo fa, contro la nostra redazione. Un’operazione da squadrismo social. Piera Aiello, deputata di questo collegio eletta con delle carte truccate, mi ha definito un “killer mediatico”.

Gli amici dicono: ma come fai a sopportare tutto questo? Perché non denunci? Il fatto è che è vero che “odiare ti costa”, come dice quella campagna in voga sui social, ma purtroppo qua non si tratta di semplici insulti, è qualcosa di più, è uno stato d’animo, una forma mentis, e per farla breve, insomma, la cretineria non è reato nel nostro paese, è questo il vero dramma, e se io denunciassi questo signore o gli altri come lui, sarebbero assolti, con formula inedita, dall’assoluzione per “non aver commesso il fatto”, si passerebbe all’assoluzione per “non aver compreso il fatto”. Perchè questo sono, tastiere senza intelligenza, che hanno trovato nei social il loro campo da gioco preferito. E per di più gratis. 

E poveretti, prima per loro il male assoluto era il Pd, adesso devono odiare da qualche altra parte, se no la loro vita non ha senso. Abbiamo a che fare con queste persone qua. Il problema loro non è l’ignoranza, ma il fatto di vivere in una specie di universo parallelo, dove la loro “antimateria” intellettuale li fornisce di conoscenze che non coincidono quasi mai con i fatti reali. 

Tanto si è parlato in questi giorni sulla nuova strana coppia di governo. Durerà, non durerà, per fare cosa, vedremo. Prevale lo scetticismo. Il fatto è che questo, se si fa, sarà un governo della paura, come il precedente. Mentre il primo alimentava la paura per raccogliere consensi, questo è invece un governo unito da una paura più umana: quella di perdere le elezioni se si va al voto, e di consegnare l’Italia e i “pieni poteri” a Salvini. 

Non è vero che destra e sinistra non esistono più.  Io penso che oggi una battaglia di sinistra deve essere quella di regolare internet, come spiega benissimo nel suo ultimo libro, “Chiudete Internet”, Cristhian Rocca. Regolare internet, significa, detta alla meno peggio, fare una serie di cose: ad esempio prevedere l’obbligo della identità digitale per chi si iscrive nei social, perché un conto è ricevere insulti dal Rapisarda di turno, perseguibile a norma di legge, un altro è aver a che fare con anonimi, profili inventati. E anche per i vari Rapisarda, è giusto che, di fronte ad un’eventuale denuncia, la reazione sia veloce, il diffamatore – stalker individuato, sanzionato. 
E’ una cosa di buon senso inserire nella scuola la media education, che è l’educazione civica del terzo millennio: significa non soltanto insegnare ai ragazzi a difendersi dai pericoli della rete, ma saper leggere un articolo di giornale, saper riconoscere il falso dal vero. Ancora: bisogna regolare lo spazio selvaggio della rete in riferimento ai diritti, per evitare che un server decida per noi cosa vogliamo acquistare, dove vogliamo andare in vacanza, e cosa pensiamo di un determinato fatto. 
Purtroppo il Pd, in questo momento, sta per diventare alleato di un partito gestito da un privato con server e algoritmi al posto di tesserati e congressi, e che utilizza piccole truppe di Rapisarda in ogni parte d’Italia per orientare il consenso o – metodo già sperimentato da alcuni membri dei Cinque Stelle sulla mia persona – gettare fango e merda su chi non la pensa come te.
Non c’è niente di storico o di rivoluzionario in questa intesa Pd – Cinque Stelle, è solo, come è sempre stato, un tirare a campare. 

I Cinque Stelle non sono nè di destra nè di sinistra, è vero. Non sono niente: un algoritmo di una società di marketing che va a caccia della rabbia e del risentimento espresso in rete e che improvvisa di volta in volta una proposta politica. Siamo di fronte a gente che ignora la storia, e pertanto sono condannati a twittarla. 

E quando la storia li vorrà giudicare, per quello che sono – prima ancora che per quello che fanno e continuano a fare – verranno assolti, sempre per la stessa giustificazione: “assolti per non aver compreso il fatto”.

Infine, un ”ooops” li seppellirà.

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".