Il necrologio per Francesco Messina Denaro

Il necrologio per Francesco Messina Denaro

2016-12-01T07:12:04+01:00 1st Dicembre, 2016|dove sei matteo|

 Anche quest’anno il Giornale di Sicilia, come ogni 30 Novembre, ha pubblicato un necrologio in ricordo di Francesco Messina Denaro, potente capomafia di Castelvetrano, padre di Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993.  Il necrologio pubblicato sul Giornale di Sicilia, è firmato “I tuoi cari”: al centro c’è la scritta in grassetto del nome di Francesco Messina Denaro, a sinistra la data di morte, a destra quella attuale. Un necrologio sempre più stringato rispetto a quelli pubblicati nel passato, quando le frasi usate per il ricordarlo erano, ad esempio: “Ti vogliamo bene, Sei sempre nei nostri cuori” e sempre la firma “I tuoi cari tutti”, o ancora (in latino): “È tempo di nascere ed è tempo di morire ma vola soltanto colui che vuole e il tuo volo è stato per sempre sublime…”, citazione dall’Ecclesiaste e anche in questa occasione il saluto “In ricordo di te… I tuoi cari”.

Messina Denaro padre morì, da latitante, con un infarto. Il suo cadavere venne fatto ritrovare nelle campagne di Castelvetrano, vestito di tutto punto, pronto per le esequie. Il figlio, Matteo Messina Denaro, è attualmente il quinto latitante più ricercato al mondo. Capo e rappresentante indiscusso della mafia trapanese, è il boss più influente di tutta Cosa Nostra siciliana. La prima denuncia nei suoi confronti per associazione mafiosa risale al 1989. Nel febbraio 1992 Matteo Messina Denaro fece parte di un gruppo di fuoco che venne inviato a Roma per compiere appostamenti nei confronti di Maurizio Costanzo e per uccidere Giovanni Falcone e il ministro Claudio Martelli, facendo uso di kalashnikov, fucili e revolver. Nel luglio 1992 Messina Denaro fu tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Vincenzo Milazzo (capo della cosca di Alcamo), che aveva cominciato a mostrarsi insofferente all’autorità di Riina; pochi giorni dopo, strangolò barbaramente anche la compagna di Milazzo, Antonella Bonomo, che era incinta di tre mesi. In seguito, Messina Denaro fece anche parte del gruppo di fuoco che compì il fallito attentato al vicequestore Calogero Germanà a Mazara del Vallo (14 settembre 1992).

Dopo l’arresto di Riina, Messina Denaro fu favorevole alla continuazione della strategia degli attentati dinamitardi insieme ai boss Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano: gli attentati dinamitardi a Firenze, Milano e Roma provocarono in tutto dieci morti e 106 feriti, compresi danni al patrimonio artistico. Dall’estate 1993 Messina Denaro è irreperibile. Da allora è iniziata la sua lunga latitanza.

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".