Trapani, il caso di Palazzo Lucatelli/2: quel teatro si deve fare per forza…

Trapani, il caso di Palazzo Lucatelli/2: quel teatro si deve fare per forza…

2020-04-20T10:04:40+02:00 25th Settembre, 2018|inchieste|

Continua il nostro viaggio nella storia del teatro mancato di Trapani.

Dov’eravamo rimasti? Ah, al punto in cui la Soprintendenza respinge il progetto dell’architetto Rocchi, ma il Sindaco di Trapani Girolamo Fazio persevera nella sua idea di realizzare un teatro stabile all’interno dell’abbandonato Palazzo Lucatelli. A tutti i costi il Comune vuole presentare i documenti per richiedere un finanziamento, anche perché ha l’emergenza di mettere in sicurezza l’edificio.

Ma quanto costa fare un teatro all’interno di Palazzo Lucatelli? E’ una domanda importante, finora non lo abbiamo scritto. Abbiamo detto dei soldi spesi per la progettazione, di altri che servirebbero per la messa in sicurezza. Ma quanto costa il teatro, diciamo “chiavi in mano”? Nella nota del Sindaco di Trapani Girolamo Fazio che affida l’incarico di realizzare i progetti a Rocchi, si parla di una botta di soldi. Tenetevi:  11.200.000,00 euro.

Undici milioni di euro. Vi sembra tanto? Niente affatto. Questo importo alla fine, si rivelerà di molto inferiore rispetto a quanto sarebbe costato realmente realizzare un teatro con una platea da 600 posti, e non più da 900, nella struttura del Palazzo Lucatelli.

Sempre più elementi, comunque, confermano l’irrealizzabilità di questo progetto. Guardate questo documento. Il Comune di Trapani prevede una spesa di 24.500.000 euro. Solo il primo stralcio, per la messa in sicurezza, costa 4.000.000 di euro. 

La corrispondenza tra l’architetto romano Rocchi (progettista) e l’ingegnere Sardo (dirigente comunale), dal 2006 al 2009, è cospicua. Da un lato c’è l’architetto che chiede chiarimenti su come procedere, dall’altro l’amministrazione comunale che chiede di avere la revisione del progetto definitivo, adeguato alle indicazioni pervenute dalla Soprintendenza, il prima possibile. Il dialogo non è che sia dei più efficaci. In una nota l’ arch. Rocchi, scrive: “ho cercato ripetutamente di contattarLa, – si riferisce all’ing. Eugenio Sardo – sia al telefono che via e-mail, senza purtroppo riuscire nel mio intento”. Peccato che WhatsApp non era stato ancora inventato. Scherzi a parte, com’è possibile che un responsabile unico del progetto non risponda ad un architetto incaricato di svolgere un progetto così importante pagato con i soldi pubblici?

Dal Comune non rispondono alle sollecitazioni di chiarimenti, ma pretendono che l’architetto attui “le attività necessarie per conseguire il parere utile per ogni successiva istanza di finanziamento”. Insomma, deve avere quasi la bacchetta magica e cambiare tutto, in fretta.

Perché questa fretta? L’amministrazione comunale nel 2005 ha intercettato un bando che prevede fondi per la riqualificazione urbana, e quindi vuole presentare il progetto del teatro nel Palazzo Lucatelli. Con questo finanziamento innanzitutto si vuole mettere in sicurezza l’edificio, con una spesa di 4 milioni di euro, come abbiamo visto sopra.  Per il resto dei soldi, si vedrà.

Passano gli anni e si arriva nel 2009 a sollecitare il progettista, al fine di avere un progetto modificato, ma senza dare i dovuti chiarimenti sulle modifiche da apportare. L’architetto risponde ad un certo punto con una nota in cui riepiloga tutti gli errori commessi dall’amministrazione, e scrive che “non sarà evidentemente possibile realizzare un teatro all’interno dell’ex ospedale S. Antonio”, se le indicazioni della Soprintendenza dovessero rimanere invariate. Sembra un dialogo tra sordi. Ma c’è di più, perchè, ed è questo un punto importante per la nostra storia, il progettista scrive, sempre nella stessa nota, che se l’amministrazione avesse presentato il progetto preliminare del 2005 alla Soprintendenza, gli architetti non avrebbero fatto una cosa completamente sballata. Con grande risparmio di tempo, di soldi pubblici, di lettere e fax. 

Il Comune risponde ben due mesi dopo, e a ridosso delle ferie estive. E’ il 22 luglio 2009, il dirigente comunale Eugenio Sardo, invia all’arch. Paolo Rocchi, un ultimatum, quindici giorni e poi i legali provvederanno a fare causa all’architetto per recuperare i soldi.

L’architetto risponde rinnovando la sua volontà ad apportare le modifiche, ma prima chiede di effettuare l’incontro che ha già chiesto più volte, con vertici del Comune e della Soprintendenza. Incontro che non è mai avvenuto. Il suo timore è che, anche questa volta, realizzerebbe un progetto definitivo senza aver acquisito il parere della Soprintendenza. E così infatti è stato.

A questo punto, a rigor di logica, l’idea di creare un teatro all’interno di Palazzo Lucatelli è irrealizzabile e sarebbe inutile continuare a perseverare in questo proposito. Ma forse la voglia di avere questo benedetto teatro è più forte di tutto. E infatti cosa accade?

Ne parliamo domani.  

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".