Salvate Denise

Salvate Denise

2021-05-31T11:35:56+02:00 31st Maggio, 2021|inchieste|

Non passa giorno che non ci sia una rivelazione esclusiva, un nuovo particolare, un testimone tardivo che improvvsamente riconquista la memoria. Oppure una ricostruzione, un retroscena, un appello. Da due mesi è tornato alla ribalta il caso di Denise Pipitone, la piccola bambina scomparsa nel nulla a Mazara del Vallo nel lontano 2004 (e su Tp24, non da ora, trovate una sezione del sito con tutti i nostri articoli sulla vicenda, qui). 

Su quella sparizione ci sono stati degli indagati, gli indagati sono finiti a processo, e sono stati assolti, sia in primo grado che in appello. Una bambina è sparita nel nulla, in pieno giorno, in una città del Sud Italia. E questa vicenda così lineare è diventata via via sempre più contorta. Basta già solo menzionare il fatto che c’è un padre che padre non è, e un altro padre biologico, e poi, come in tutte le cose siciliane, ci sono i giochi di specchi, le ombre, il non detto. Le ripicche, le vendette giurate, la voce di popolo. 

il nuovo interesse per Denise ha preso il via da una trasmissione russa che aveva lanciato un appello per una ragazzina tremendamente somigliante alla possibile Denise di oggi e che diceva di essere stata rapita da bambina da degli zingari.

Da lì è partita la baracconata: le analisi del sangue, il Dna, le dirette televisive. Abbiamo attaccato questo modo di fare show su una tragedia così grande, ma adesso sembra invece che i russi siano stati, anzi, delicati. Hanno fatto due puntate su Denise e l’hanno chiusa lì. In Italia, invece, non c’è giorno che in tv non si parli di Denise Pipitone e della sua scomparsa. Ci sono ormai tramissioni televisive che danno uno spazio fisso alla vicenda. E siccome la vicenda è riassumibile in poche parole (nel 2004 una bambina è scomparsa a Mazara) si cercano sempre elementi nuovi su cui discutere, e nuovi “esperti” e nuovi argomenti. Denise Pipitone è un po’ ormai come un nostro conterraneo, Matteo Messina Denaro: anche di lui, come per Denise, sappiamo tutto. Tranne dov’è.

Sia chiaro: è importante non spegnere la luce su una vicenda così tragica (ricordandoci, però, che in Italia sono circa 2000 i bambini scomparsi e mai ritrovati…) Ma quanto reale interesse c’è e quanto showbusiness, invece, nelle dirette instagram, nei finti scoop, nelle interviste strappalacrime? Quanto, davvero, si sta facendo per dare un contributo e quanto per protagonismo di tutte le parti in causa? 

Siccome la fame di notizie è tanta, ma gli argomenti pochi, spuntano nuovi personaggi. Una di queste è un magistrato Maria Angioni, che era pm a Marsala durante le indagini sulla scomparsa della bimba. Con il più assoluto candore la signora, che ormai appare in televisione come ospite fissa, ha detto: che le indagini sono state depistate, che davanti al Tribunale di Marsala lei si ricorda sostavano persone che erano lì per spiare notizie, che non si fidava di alcuni investigatori di Marsala, che anzi, era stata anche pedinata. Insomma, ancora una volta, per sviare le critiche sulle indagini inutili che furono fatte allora, si preferisce buttare fango sul contesto, che è Marsala, e che  ne viene fuori, in questa vicenda, come una specie di Gomorra, dove organizzazioni di ladri di bambini operano indisturbate, arrivando sin dentro le stanze più segrete. 

Qanon è una famosa e strampalata teoria del complotto di estrema destra che sostiene che in America esista una rete di pedofili che ha in Biden il loro rappresentante. Ecco, magari scopriamo che anche a Marsala opera Quanon.

Scherzi a parte, che un magistrato dica queste cose diciassette anni dopo, è molto preoccupante. Perchè per noi, che crediamo nella linearità e nella logica, il problema è un altro, è a che fare con molte delle polemiche attuali sul ruolo e sul prestigio ormai sempre più calante della magistratura italiana (come reputazione, stanno quasi raggiungendo i giornalisti): ovvero come sono state fatte le indagini, cosa si è fatto nelle prime ore, perché si è speso un patrimonio in intercettazioni che non hanno portato da nessuna parte. Di questo dovremmo discutere, non di complotti, ma di sciatteria.

Purtroppo sono ragionamenti che non fanno audience, quindi nei talk in tv non se ne parlerà. Anzi, si continuerà con i particolari sempre più morbosi, con altre suggestioni ed altri appelli. Poco fa citavo Messina Denaro. Vedrete che anche lui, prima o poi, verrà chiamato in causa. Non manca molto, e un giorno un ex pm, un anonimo, un parente, un vicino, farà la rivelazione: vedete che ho visto tutto, a rapire Denise è stato Matteo Messina Denaro…

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".