Uno spicchio di paradiso conteso. Una parte del territorio in cui, negli anni, è successo di tutto. Escavatori in movimento, camion che attraversavano un luogo che doveva essere incontaminato, comportamenti controversi, battaglie giudiziarie, liti e denunce. Ora che l’estate è quasi finita, ora che diminuiscono gradualmente i visitatori nella zona delle Torri di San Teodoro, a Marsala, nella parte che collega la terra ferma all’Isola Lunga, che ne sarà del Lido le Torri e di quella parte di riserva dello Stagnone? Che ne sarà di una zona teatro di molti intrighi e battaglie di ogni genere?
In questi mesi, come ogni estate, sono successe molte cose. Ancora una volta sono state parecchie le polemiche e gli scontri tra i titolari del lido Le Torri e i bagnanti che hanno denunciato, in ogni maniera, il comportamento dei titolari del Lido. La struttura sorge su una zona molto particolare. E’ la punta della Laguna dello Stagnone, sulla terra ferma. Da quel punto, nella bocca nord della laguna, è possibile raggiungere, con una traversata molto particolare, l’isola Lunga. L’acqua al massimo arriva alle caviglie. In quell’angolo da parecchi anni c’è un Lido. La struttura è stata più volte soggetta a sequestro e attenzionata dagli uffici giudiziari. Nel frattempo il caso è stato affrontato dalla politica. Il consigliere Daniele Nuccio ha fatto una sorta di indagine sulle carte del lido e ha presentato una mozione in consiglio comunale, che però è finita in fondo all’elenco delle cose da discutere. Due anni fa la concessione demaniale è stata revocata, ma è intervenuta una sospensiva in virtù di un ricorso presentato al Tar. Il Tar si dovrà esprimere, adesso, ad Ottobre per decidere se e in che termini quel lido può restare.
E’ successo di tutto in questi anni. Tanti episodi si sono consumati in quello spicchio meraviglioso di riserva. Uno di questi è una convenzione singolare tra il Comune di Marsala e i titolari del lido. La titolare è la signora Ombretta Nizza, che gestisce il lido assieme al marito Giuseppe De Vita. Ce l’hanno da parecchi anni. Nel 2011 cominciano le prime rogne sul profilo delle autorizzazioni, subiscono sanzioni e sequestri. Ombretta Nizza nel 2012 si candida con la Lista Lo Curto alle amministrative a Marsala a sostegno di Giulia Adamo.
Facciamo un salto di due anni. Al luglio 2014. Sono i giorni che precedono la condanna e le dimissioni di Giulia Adamo da sindaco della città. L’amministrazione Adamo e la titolare firmano una convenzione che di fatto permette al lido di continuare a lavorare anche se la concessione è stata revocata.
Nella convenzione si parla di “spiaggia con accesso libero e gratuito” e di “esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande”.
In pratica secondo questa convenzione il Comune avrebbe dovuto fornire sdraio e ombrelloni con la fruizione libera e gratuita della spiaggia da tutti “anche senza l’obbligo di utilizzo dei servizi accessori a pagamento” forniti dal Lido. Nella convenzione tra gli oneri del Comune veniva scritto che non era “consentita l’introduzione nella spiaggia libera di attrezzature da balneazione (ombrelloni misto colore, sedie sdraio, alimenti ecc.). Il tutto doveva poi essere messo nero su bianco in un apposito regolamento. In pratica, secondo questa convenzione, il Lido doveva essere fruito gratuitamente per un anno, con i lettini, gli ombrelloni e le altre strutture che i bagnanti potevano usare senza pagare nulla. Questo anche perchè il Lido era in una fase di revoca della concessione demaniale. La convenzione è stata stipulata, dicevamo, dalla titolare del Lido, dal Comune di Marsala con la firma dell’allora sindaco Giulia Adamo, e dal delegato del dirigente generale del dipartimento regionale dell’ambiente, Salvatore Di Martino. Si dice che il tutto viene stipulato “alla presenza della capitaneria di porto di Marsala”. La stessa Capitaneria, però, alcuni mesi dopo, ad ottobre, chiarisce alcune cose, e non saranno gli unici.
Ad esempio che durante l’incontro sulla convenzione “furono sollevate alcune perplessità relative a tale convenzione non ultima l’espressa indicazione che non si poteva fruire del suolo demaniale marittimo oggetto del provvedimento perchè, a quel tempo e fino a quando non diversamente disposto dalla competente autorità giudiziaria, lo stesso risultava essere ancora sottoposto a sequestro penale”. In sostanza, dice la Capitaneria, che quella convenzione non aveva valore, perchè si stava decidendo la fruizione di un’area che in quel momento era stata sequestrata. In più, a 3 mesi dalla stipula della convenzione, ad Ottobre, la Capitaneria disse che alcuni degli oneri in capo al Comune di Marsala non erano stati adempiuti. Ossia la “messa a disposizione dell’utenza degli ombrelloni da fruire gratuitamente”. E nemmeno quel regolamento per la “corretta fruizione della spiaggia” è stato poi emanato. Secondo la Capitaneria la mancanza più grave di quella convenzione è legata alla modalità di gestione da parte della ditta “che sembrerebbe essersi adoperata nel trattare la spiaggia libera alla stessa stregua di un arenile in concessione rendendola a tutti gli effetti assimilabile a suolo demaniale marittimo sottratto alla libera fruizione facendosi pagare di fatto l’ingresso alla stessa ed allontanando quei fruitori che non volevano noleggiare gli ombrelloni ed attrezzature messe a loro disposizione”. In sostanza, dice la Capitaneria, quella convenzione non era molto regolare e ne chiedeva il recesso.
La Capitaneria non è la sola a mostrare perplessità. Anche Gianfranco D’Orazio, a Marzo 2015, quando era ancora dirigente del settore Grandi opere al Comune di Marsala interviene sulla questione. Lo fa dopo che l’ingegnere Valenti, del Comune di Marsala, è stato sentito dall’Ufficio circondariale marittimo di Marsala “in merito ad indagini in corso” su quella convenzione.
D’Orazio scrive che nessuna istanza “sia pubblica che privata” è mai arrivata al suo settore per la richiesta in concessione della gestione della spiaggia libera. Insomma, mette nero su bianco D’Orazio, quel “procedimento è estraneo al Settore Grandi Opere” e chiede un parere al segretario generale Bernardo Triolo, che è anche il responsabile dell’anticorruzione che qualche giorno dopo si esprime perplessità validità della convenzione. Infatti, contrariamente a quanto dice la legge, non c’è nessuna determina a contrarre che dovrebbe accompagnare ogni contratto o convenzione tra pubblico e privato.
In quei mesi il lido era ancora in fase di revoca della concessione demaniale. Una situazione che andava avanti da anni. A maggio del 2015 arriva, dall’assessorato regionale territorio e ambiente, la buona notizia per i titolari del lido. L’ARTA, l’assessorato regionale territorio e ambiente, sospende la revoca della concessione e consente al Lido di poter svolgere la propria attività fino al giudizio del Tar. E’ il 22 maggio 2015, giusto in tempo per cominciare la stagione, e continuare per un altro anno. Nel mezzo ci sono tante polemiche. E c’è anche la difesa dei titolari che dicono di avere “una regolare concessione”, che sono in regola con tutto e che sono loro, anzi, a tenere tutto pulito in una zona molto delicata.