Mafia a Campobello di Mazara/2: la famiglia Tripoli tra mafia e antimafia…

Mafia a Campobello di Mazara/2: la famiglia Tripoli tra mafia e antimafia…

2020-04-20T13:01:04+02:00 3rd Maggio, 2018|inchieste|

Nella puntata di ieri dell’inchiesta di Tp24.it su mafia e politica a Campobello di Mazara, abbiamo descritto alcuni dei legami tra esponenti mafiosi e parte della famiglia del consigliere comunale di Campobello di Mazara Maria Tripoli.

L’Operazione Anno Zero di qualche giorno fa porta in carcere il fratello del consigliere comunale Maria Tripoli: Mario Tripoli, classe 1972, che secondo gli inquirenti “fa parte della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, mettendosi a totale disposizione dell’organizzazione, tra l’altro svolgendo funzioni di diretta assistenza di Raffaele URSO, esponente di vertice della medesima famiglia, mantenendo i contatti, organizzando e partecipando a incontri e riunioni con altri membri dell’organizzazione mafiosa, consentendo il continuo scambio di comunicazioni con soggetti di vertice del sodalizio, partecipando direttamente alla realizzazione dei reati-fine del sodalizio tra cui danneggiamenti aggravati, minacce aggravate, estorsione aggravata, infiltrazione in procedure giudiziarie relative alle aggiudicazioni di immobili all’asta”.

A Tripoli i magistrati contestano pure una serie di atti di danneggiamento, poiché in corso con Filippo Dell’Aquila (altro soggetto arrestato) “distruggevano e deterioravano l’appezzamento di terreno di proprietà di CIRAVOLO Caterina, CIRAVOLO Gaspare Alessandro e INGARGIOLA Francesca, tagliando otto alberi di ulivo – costituenti piantate di alberi di cui al n. 2 della medesima norma – con una motosega con l’aggravante di aver favorito cosa nostra… ” perché, in concorso tra loro, distruggevano e deterioravano l’appezzamento di terreno di proprietà di GENTILE Antonino, tagliando nove alberi di ulivo – costituenti piantate di alberi di cui al n. 2 della medesima norma – con una motosega con l’aggravante di favorire cosa nostra.”

I due, secondo gli inquirenti, si divertivano anche a minacciare con azioni plateali alcune imprese locali tra le quali quella di Lorenzo Rizzuto depositando un mazzo di fiori innanzi il cancello della sua azienda sita in C.da Magaggiari a Castelvetrano.

Alla Tripoli nel ’98 hanno arrestato il padre per mafia, adesso il fratello fermato per mafia, danneggiamento e minaccia con l’aggravante mafiosa.

Ma nella sua attività politica la consigliere Maria Tripoli, “ruggirelliana” di ferro, di Articolo 4 – Pd, non ha certo perso tempo nell’organizzare e partecipare a manifestazioni per la legalità con tanto di foto con le massime autorità provinciali, politiche e religiose.

E mentre gli inquirenti monitorano il fratello che partecipa a summit di mafia e fa danneggiamenti, lei approva l’adesione del comune di Campobello al manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo, (la famiglia mafiosa del Belice, nel frattempo, si arricchisce grazie alle scommesse….) partecipa alla “Giornata della Legalità in ricordo di Filippo Basile” promossa dall’AIF al CNR di Capo Granitola, su come prevenire la corruzoine negli enti locali, e non può certamente mancare l’incontro con il vescovo, sindaco e giunta in aula consiliare, a proposito di etica e politica.

Il suo massimo impegno alla lotta alla mafia viene sicuramente dimostrato nella partecipazione  alla cerimonia di inaugurazione del bene sottratto alla mafia e assegnato dal Comune al centro F.A.R.O., una struttura intitolata a “Giuseppe Villani” che sorge in via Milano n. 503 a Tre Fontane, in cui la consigliera Tripoli si fa fotografare nientedimeno che insieme al Prefetto di Trapani di allora Leopoldo Falco, al sindaco Giuseppe Castiogline, al Presidente del Consiglio Comunale Simone Tumminello.

A proposito, quella a sinistra, in questa foto, dall’altra parte rispetto a Maria Tripoli è un’altra consigliera comunale di Campobello, Enza Zito. Gestisce con il marito un internet point che in realtà è un centro scommesse a Tre Fontane. Chissà se anche lei ha firmato il protocollo contro il gioco d’azzardo…

Tra un’inaugurazione e l’altra, gli inquirenti raccolgono a verbale il cugino acquisito di Messina Denaro, Lorenzo Cimarosa, che nel descrivere il gruppo di fuoco di Campobello di Mazara che fa riferimento al boss campobellese Raffaele Urso fa il nome di Mario Tripoli, fratello del consigliere comunale Maria Tripoli.

I Pubblici Ministeri scrivono che “detta ricostruzione, invero, ha trovato puntuale riscontro nelle risultanze investigative emerse dai vari servizi di intercettazione e dalle ulteriori attività di P.G., da cui la totale disponibilità dei predetti nei confronti di URSO, che agiva nei oro confronti come vero e proprio leader. In tal senso merita di essere ricordato come proprio TRIPOLI Mario, in data 11 agosto 2014, aveva attivamente partecipato al regolare e sicuro svolgimento dell’incontro tra URSO Raffaele ed ALLEGRA Rosario avvenuto in c.da Ingegna, svolgendo le funzioni di “apripista” per la vettura a bordo della quale vi era l’ALLEGRA; vicenda che offre un valido supporto alle dichiarazioni rilasciate dal CIMAROSA circa i rapporti tra il mafioso campobellese ed il cognato del MESSINA DENARO.

Addirittura dalle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dagli inquirenti si fa riferimento ad un incontro organizzato da Giuseppe Marcianò (ucciso da ignoti a Campobello di Mazara la scorsa estate) con Carmelo Munzone, il 17 ottobre 2013.

Scrivono in p.m. che “A tale incontro MARCIANO’ avrebbe dovuto presentarsi, come detto in precedenza con il tale “Mario” indicato da URSO, che dall’esame dei tabulati delle intercettazioni telefoniche dei servizi tecnici paralleli, all’epoca in atto, si identificava in TRIPOLI Mario, “esperto” nel settore del trattamento e riciclaggio di rifiuti tenuto conto che la moglie BARBERA Rosetta è titolare della ditta “BELICE INERTI s.r.l. operante nel settore del trattamento e riciclaggio di materiali inerti, la cui sede è attigua alla discarica RSU di Campobello di Mazara.

Una famiglia curiosa quella dei Tripoli: la consigliera comunale figlia di un indiziato di mafia arrestato nel 1998 impegnata in tutte le manifestazioni per la legalità, trovata addirittura a fotografarsi a fianco al Prefetto e al contempo il fratello Mario Tripoli, ritenuto esperto in materia ambientale dai boss, organizza summit di mafia con Giuseppe Marcianò, che verrà poi assassinato…

FINE SECONDA PARTE

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".