Trapani, il caso dell’area industriale/3: le denunce di Cicero, gli anonimi e le inchieste

Trapani, il caso dell’area industriale/3: le denunce di Cicero, gli anonimi e le inchieste

2020-04-20T15:16:29+02:00 18th Aprile, 2018|inchieste|

Terza puntata della nostra inchiesta su ciò che avviene nell’area di sviluppo industriale di Trapani.  Breve riassunto: è una zona dove contributi pubblici e agevolazioni sono stati utilizzati per creare imprese che poi sono andate altrove (lo abbiamo raccontato nella prima parte che potete leggere cliccando qui) o hanno chiuso, o sono fallite, o per finanziare imprenditori che, anzichè creare attività industriali hanno poi rivenduto o affittato i loro lotti e i capannoni per supermercati e aree commerciali, con operazioni immobiliari spericolate, muretti che spariscono, procedure singolari, come abbiamo visto ieri a proposito del Lotto 45 (la seconda parte dell’inchiesta: si legge cliccando qui). 

Tutto questo, dicevamo, va avanti fino al 2014, poi arriva Alfonso Cicero. Classe 1967, Cicero è un funzionario regionale esperto di aree industriali. 

Alfonso Cicero viene nominato commissario dell’Irsap da Rosario Crocetta nel 2014. E’ infatti Crocetta che decide di abolire i Consorzi Asi e di creare al loro posto un unico organismo regionale: l’Irsap.  E’ un bel bubbone, gestire tutti i consorzi della Regione, dove, purtroppo, truffe, raggiri, comitati d’affari, sono all’ordine del giorno. Cicero si occupa anche di Trapani e denuncia alla Procura alcune irregolarità che secondo lui erano state compiute durante la vecchia gestione dell’Asi a Trapani.

Arrivano, infatti, a Cicero, alcuni esposti anonimi di un certo rilievo e di gente ben informata. Il presidente dell’Irsap avvia un’istruttoria interna e scopre che negli anni sono accadute un sacco di anomalie, soprattutto nelle aree destinate al commercio, sono state fatte forzature su delle assegnazioni, molte cose sono state gestite in maniera strana. Ne viene fuori una relazione di ben 90 pagine. Vengono segnalate diverse anomalie che hanno creato nel tempo le condizioni per l’estensione  delle superfici commerciali.

Da qui l’esposto, molto dettagliato, alla Procura di Trapani. Dall’esposto emerge a una diffusa presenza di attività all’interno dell’area industriale di Trapani di natura diversa da quella, appunto, industriale, in particolare attività commerciali e di servizi, per le quali, in diversi casi, le autorizzazioni e le circostanze in cui le stesse sono state rilasciate risultano di dubbia legittimità.

La Procura avvia delle indagini. E a che punto sono? Non lo sappiamo. Certo è che denunce analoghe fatte, sempre da Cicero, nel 2014, hanno portato di recente a degli arresti importanti di imprenditori e funzionari pubblici nell’ambito dell’operazione “Family business”In quel caso, a Catania, Cicero aveva denunciato alla Procura il sistema illecito perpetrato da alcuni funzionari e dirigenti del Consorzio Asi etneo. Gli arresti sono stati effettuati lo scorso Dicembre.

Tornando a noi, nell’esposto presentato alla Procura di Trapani si parla chiaramente di “violazioni per agevolare una serie di potentati locali” e la stessa Procura ha fatto degli accessi alle carte dell’Asi, prelevando una serie di documenti, e interrogando Alfonso Cicero e altri.


L’ANONIMO.
 Ma cosa c’è nella lettera anonima che dà il via a ispezioni interne e indagini della Procura? Vengono denunciate le presunte irregolarità dell’Asi, da molti conosciute, ma mai da nessuno affrontate.

Si parla del “discutibile” cambio di destinazione d’uso dei lotti di proprietà del Consorzio assegnati alle imprese che solo su carta, avevano i requisiti per la realizzazione di opifici industriali. La zona industriale nel tempo è stata trasformata in una zona commerciale“a vantaggio dei soliti noti”. Si fa l’elenco dei lotti di terreno comprati a prezzo politico su cui sono stati costruiti opifici industriali grazie ad ingenti finanziamenti pubblici, che però prevedevano l’impegno di mantenere la destinazione originaria (cioè industriale) e di garantire l’occupazione di tanti lavoratori. Tutto disatteso, nell’indifferenza più assoluta.

La denucia parla anche di una “colossale truffa ai danni dello Stato”. Sono stati troppi i capannoni industriali che in poco tempo sono stati destinati ad altre attività. Progetti che ancora oggi lasciano seri dubbi sulla loro regolarità, e sono stati fatti seguendo una procedura anomala. Perché nessuno ha mai controllato? Perché chi doveva intervenire non lo ha fatto? Perché poche famiglie trapanesi si sono arricchite a in questo modo a danno della comunità?

Commenta Piero Re, a proposito delle lettere anonime, delle denunce e dell’inchiesta della Procura di Trapani: “L’allora Presidente dell’IRSAP, accompagnato da ampie relazioni, trasmise tutto quanto all’autorità giudiziaria, nonché ai nostri Organi di Vigilanza, autorità giudiziaria che condusse lunghe indagini che hanno comportato da parte delle forze dell’ordine (Carabinieri e Guardia di Finanza), su delega della Magistratura, il prelievo di una notevole mole di documentazione, indagini dalle quali non sono scaturite contestazioni a chicchessia. Per precisare l’indagine ha riguardato tutte le ditte insediate con particolare rilievo dato alle ditte autorizzate all’utilizzo ai fini commerciali dei lotti”.

E aggiunge: “Oltre a non essere sati mai riscontrati risvolti penali nella gestione dei lotti, anche in sede civile, nei non numerosi casi in cui l’Ente ha dovuto sostenere dei ricorsi da parte di ditte insoddisfatte (revoche di lotti, esclusione dalle graduatorie, diniego di autorizzazioni, ecc.), in sede di giudizio l’ente è risultato sempre vittorioso anche con riconoscimento delle spese legali”. Per Re “dovremmo dedicare le nostre attenzioni a come uscire dalla crisi, piuttosto che dedicarci a lettere anonime e sterili polemiche che sembrano essere dettate da sentimenti non proprio onorevoli”.

RE. Ma chi è Re? E’ uno che comanda, nell’area industriale di Trapani. Per oltre 10 anni ai vertici amministrativi dell’Asi Trapani c’è stato lui, Piero Re. Ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale del Consorzio Asi di Trapani, sino allo scioglimento dell’ente avvenuto a fine del 2012, quando è nato l’Irsap. Re è di nuovo in sella, però, da circa due anni e a tutt’oggi ricopre gli incarichi di Commissario ad Acta del Consorzio Asi di Trapani in liquidazione e contemporaneamente di Dirigente Responsabile dell’Ufficio Periferico IRSAP di Trapani.

E’ curioso capire come Re diventa dirigente. Perché anche questa storia è singolare, e viene dall’altra parte della Sicilia. Detta in poche parole: Pietro Re diventa dirigente vincendo un concorso che non si sarebbe dovuto fare. Cose che accadono in Sicilia. Re infatti viene nominato dirigente sulla base di un concorso a direttore  del Consorzio Asi di Ragusa, del ’98, la cui procedura è stata poi, di fatto, sconfessata, in seguito ad una complicata vicenda di ricorsi e sentenze del Tar Sicilia che hanno stabilito che era valido il precedente concorso che era stato fatto.  Aveva vinto il primo concorso dell’Asi di Ragusa l’ingegnere Franco Poidomani. Poi qul concorso era stato annullato. Ma Poidomani aveva fatto ricorso, e aveva vinto. Solo che nel frattempo l’Asi di Ragusa aveva rifatto il concorso, ed aveva vinto Re, che nel 1998 diventa dunque direttore generale dell’Asi di Ragusa. E’ chiaro?

Re poi si trasferisce nel 2005 a Trapani attraverso un’impropria procedura di mobilità. Lo dice in una nota del 2010 l’Assessorato Regionale alle Attività Produttive in una delle tante “carte” di questa barocca vicenda.

Nel 2013 si costituisce l’Irsap, Cicero è commissario. Non ha feeling con Re, che dopo qualche mese si dimette dal suo ruolo. L’unico dirigente in servizio che opera a Trapani, oltre a Re, è l’ingegnere Piero Reina, che  viene promosso dirigente responsabile dell’Ufficio Periferico di Trapani.

Non durerà molto: quando Cicero si dimetterà dall’Irsap, Reina perderò l’incarico e Re tornerà  al suo posto, nei primi mesi del 2016 per volere della nuova governance dell’Irsap.

In quel breve periodo alla guida degli uffici di Trapani Reina avvia l’istruttoria interna sulle concessioni, autorizzazioni, nulla osta, attuate negli ultimi anni, blocca tutte le nuove richieste per ottenere aree commerciali. Fonti interne all’Irsap, raccolte da Tp24.it, dicono che le pressioni che subisce sono fortissime.

Una volta viene convocato a Palermo per un no di troppo che ha detto. Alla riunione, in assessorato, trova con sua sorpresa il deputato regionale ed ex Sindaco di Trapani Mimmo Fazio. Il caso in questione, infatti, lo interessa da vicino. 

Il dossier è quello di Stefania Mode.

Ne parliamo domani. 

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".