Inside Campobello/4. Così Ruggirello e i mafiosi volevano Castiglione sindaco

Inside Campobello/4. Così Ruggirello e i mafiosi volevano Castiglione sindaco

2020-06-29T12:24:10+02:00 21st Giugno, 2020|inchieste|

 Concludiamo il nostro viaggio dentro alcune dinamiche criminali di Campobello di Mazara.

Raccontiamo come alcuni personaggi coinvolti nelle recenti operazioni antimafia abbiano fatto il bello e il cattivo tempo nella vita politica di Campobello. Di come personaggi ritenuti organici a cosa nostra siano dentro le cose amministrative in modo da condizionare funzionari e politici.
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Paolo Ruggirello, l’ex deputato regionale arrestato nell’operazione antimafia Scrigno, aveva molti interessi a Campobello di Mazara, che in molti casi coincidevano con quelli di esponenti mafiosi acclarati.

Gli inquirenti sostengono che dalle conversazioni telefoniche dei soggetti arrestati si evinca un loro coinvolgimento politico nelle elezioni comunali svolte a Campobello nel novembre 2014, quelle che hanno determinato la vittoria di Giuseppe Castiglione.

C’è Vincenzo La Cascia (indagato anche nell’operazione Ermes 3 scattata ieri per far terra bruciata attorno a Matteo Messina Denaro) e Vito Bono si interessano delle candidature nelle consultazioni elettorali campobellesi.
Il 13 ottobre 2014 Lillo Giambalvo, consigliere di Castelvetrano, adoratore di Messina Denaro, racconta a Santo Corrente, consigliere comunale di Partanna, nonché commissario locale di Articolo 4 il movimento che faceva riferimento a Paolo Ruggirello, di aver avuto un incontro, alla presenza di Vito Bono, con Giuseppe Castiglione. Con il futuro sindaco della città avrebbero parlato delle candidature e del sostegno di soggetti nelle file del movimento politico dell’ex deputato regionale.

Giambalvo si espone a tal punto da parlare della raccolta di voti per il movimento da avere almeno due consiglieri comunali e del sostegno che avrebbe potuto fornire suo zio Vincenzo La Cascia, noto esponente mafioso campobellese.
“Vito (Bono, ndr) gli ha detto vedi che a mio cugino me lo devi convincere, si deve candidare all’Articolo 4, dice, perchè me lo devi fare candidare lì, Peppe (Castiglione)…che nell’Articolo 4 c’è suo zio Vincenzo (La Cascia, ndr), ci siamo noi, chiudiamo sopra di lui, dice e tra lui e Mariella abbiamo i due consiglieri” minchia vero!”, esclama Giambalvo.

C’è un dialogo fitto sulle candidature da imbastire su Campobello di Mazara. Giambalvo racconta a Corrente di incontri avuti con Castiglione, con Vito Bono e La Cascia. Si fanno diversi nomi. Ma questa non è stata l’unica occasione in cui Giambalvo è stato sentito mentre dialogava di candidature, liste e voti da organizzare a Campobello di Mazara.
C’è un dialogo molto inquietante, di qualche anno prima, è il 2012, durante la campagna elettorale di Castelvetrano.
Giambalvo viene intercettato mentre parla con l’altro candidato al Consiglio comunale Franco Martino di quello che potrebbe essere uno voto di scambio da mettere in atto prendendo spunto dal “modello campobellese”.

In sostanza Giambalvo propone a Martino una soluzione illegale per reperire più voti possibili, come avrebbe fatto l’allora sindaco di Campobello Ciro Caravà rieletto nel 2011 per la seconda volta alla poltrona di primo cittadino. Si parla di mazzette ad impiegati comunali dell’ufficio elettorale che sarebbero stati al gioco della scheda truccata. Funziona così. Il funzionario fornisce una scheda vuota prima delle operazioni di voto. La scheda viene compilata con il nome del candidato da votare e consegnato ai votanti inseriti nel piano. Loro entrano, fanno finta di votare, imbucano la scheda compilata, escono e consegnano la scheda vuota che gli scrutatori consegnano, che viene ricompilata, e così via. Il giro continua, per controllare il voto, per contare le preferenze.
Ne parlano chiaramente Giambalvo e Martino. Ecco lo stralcio dell’intercettazione.

Il costo di questa operazione? 20, 30 euro a votante.
Il 17 ottobre 2014 a Campobello di Mazara, in vista delle elezioni comunali di novembre, c’è movimento di politici e non solo.
Giambalvo e l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello sono a bordo della stessa autovettura e parlano della rottura con Vincenzo Giardina, politico campobellese, più volte consigliere comunale e assessore, che avrebbe voluto candidarsi a sindaco di Campobello
La vicenda vedrà il coinvolgimento dell’esponente mafioso Filippo Sammartano, oggi deceduto, al quale si sono rivolti Giambalvo e Ruggirello affinchè Giardina rientri in Articolo 4.

“Filippo Sammartano ti vuole conoscere, ti deve parlare, mio zio de n’è andato ora ora perchè ha dato una strigliata, tu fai finta che non sai niente. Me l’ha detto ora, tuo zio la testa tanta, per questo Paolo Ruggirello. Vincenzo Giardina ha sbagliato, mi ha detto mi devi far conoscere questo Onorevole (richiesta avanzata da Sammartano,ndr). Gli ho detto qua ce l’ho, mi ha detto vai a prenderlo e passa, qua non vi dovete fermare passa ed io salgo in macchina, va bene. Eee quando ti dico io che qua non è facile, vedi che lui qua ha avuto un’imputazione tinta… Filippo 20 anni ha fatto Paolo, tu, ti sembra che li cristiani… 20 anni ha fatto, all’epoca con mio zio ha avuto la cosa”. Sono le parole di Giambalvo a Ruggirello.
Dopo aver descritto la caratura criminale di Sammartano, il Giambalvo parlerà all’ex deputato regionale di suo zio Vincenzo La Cascia, uomo da sempre a disposizione del mafioso Nunzio Spezia e dei Messina Denaro.


Vincenzo Giardina

Ma Ruggirello al posto di meravigliarsi gli riferisce che al Sammartano potevano arrivare a parlargli per il tramite di un suo amico comune Carmelo Salerno.
Poco dopo entrò nell’auto dell’allora onorevole Ruggirello il “paciere” Filippo Sammartano, gli inquirenti si soffermano sulla conversazione tra i tre.
Vincenzo Giardina avrebbe voluto candidarsi a sindaco. Ruggirello non è d’accordo, e glielo spiega, in auto, a Sammartano e Giambalvo. Gli spiega che ci sono stati troppi guai a Campobello, che la sua figura è troppo legata all’ex sindaco Caravà. Giardina lo supplica, sempre secondo il racconto di Ruggirello, perchè ha difficoltà economiche. Chiede aiuto, consulenze. Ruggirello dice che potrebbe nominare qualcuno di sua fiducia, ma che siano professionisti puliti, senza precedenti, e che dovrebbero avere incarichi per più mesi. Ruggirello era all’epoca deputato questore, e aveva la possibilità di nominare consulenti personali per la gestione di alcuni temi.

Ruggirello spiega che non si può candidare, e che il candidato sindaco di Articolo 4 sarà Giuseppe Castiglione.
Come in tutte le vicende politiche non può mancare la Chiesa.
Ed infatti Ruggirello racconta al mafioso Sammartano un altro motivo di scontro avuto con Giardina. Quest’ultimo aveva portato da Ruggirello il parroco del paese Pietro Pisciotta, chiedendogli di intervenire perché aveva un grave problema consistente nel fatto che la Regione Sicilia gli aveva chiesto di restituire 70 mila euro di lavori mai eseguiti su due Chiese, gestite dal sacerdote.
Ruggirello non era riuscito però ad intervenire celermente sulla questione.

Sammartano, profondo conoscitore delle dinamiche politiche campobellesi, manifesta solidarietà a Ruggirello e si dichiara preoccupato per la fuoriuscita di Giardina da Articolo 4 che avrebbe fatto perdere consistenza alla lista da presentare alle comunali.

Sono fatti che coinvolgono direttamente l’attuale sindaco Giuseppe Castiglione, della cui candidatura sembrano decidere il mafioso Sammartano e Paolo Ruggirello.
Gli inquirenti, addirittura, mettono nero su bianco che “visto l’interessamento di Sammartano Filippo, il candidato sindaco Castiglione Giuseppe sembra godere del sostegno elettorale della famiglia mafiosa”.
Terminata la conversazione Sammartano viene accompagnato presso il suo Bar, in Via Garibaldi a Campobello, e Giambalvo nell’occasione raccomandava a Ruggirello di non incontrare mai il Giardina in quel Bar, facendo intendere che potesse essere attenzionato dalle forze di polizia.

Gli investigatori scrivono che “tra gli obiettivi principali di Ruggirello, presente alle elezioni comunali del 2014, vi fosse in primis la candidatura a futuro sindaco di Giuseppe Castiglione (poi eletto) ed inoltre, per il rinnovo del consiglio comunale , la candidatura di Maria Tripoli e Fabio Basiricò. Risultati da ottenere anche in condizioni di “contiguità con esponenti della criminalità organizzata”.

FINE ULTIMA PUNTATA

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".