Il caso del vigneto di Paceco confiscato a Mazzara e oggi abbandonato. Cosa è successo

Il caso del vigneto di Paceco confiscato a Mazzara e oggi abbandonato. Cosa è successo

2020-04-21T19:09:07+02:00 24th Maggio, 2016|inchieste|

 Ma allora è abbandonato o no quel vigneto a Paceco? Sto parlando di un appezzamento di terreno confiscato a Michele Mazzara, imprenditore di Dattilo, frazione di Paceco, che, in più riprese, quest’anno, ho trovato in stato di trascuratezza: uva non raccolta, erba alta. Dalle informazioni che ho raccolto, e che ho scritto in un articolo pubblicato qualche giorno fa, il terreno risultava essere affidato ad una cooperativa di Corleone, la “Lavoro e non solo”, che ho scoperto essere costola di Arci Sicilia. Ha senso affidare un terreno ad una cooperativa che sta a cento chilometri di distanza? Mi sono chiesto. E poi: perché quel terreno è così abbandonato? Non è un peccato?

Dopo la pubblicazione di quell’articolo mi sono giunte diverse telefonate, segnalazioni, ho incontrato i responsabili della cooperativa. E, insomma, le versioni sono contrastanti. Le riporto con ordine.

Stiamo parlando di una serie di beni importanti, per i quali c’è stata già la confisca di primo grado, avvenuta nel 2015.  Il sequestro, invece, risale al 2011.  Sono quelli che appartenevano a Michele Mazzara, Giuseppe Barone, Sebastiano Barone, Francesco Nicosia. Comprende, tra immobili e appezzamenti di terreno agricolo, anche la Nicosia Francesco & C. Snc, l’Azienda Siciliana Alberghiera Srl e l’Hotel Panoramic, Antopia di Antonella Agosta & C. Sas, e la Spe.Fra. srl.

Il terreno, a Paceco, in località Gencheria, viene affidato gratuitamente alla Cooperativa “Lavoro e non Solo” con autorizzazione del 27 Febbraio 2012. Si tratta di 6,22 ettari.  “Non deve stupire – dichiara il giudice Piero Grillo, che segue da vicino questa e altre vicende – che un terreno a Paceco sia affidato ad una cooperativa della provincia di Palermo, perché soltanto adesso si fanno formando interlocutori e attori nuovi nel nostro territorio, ma fino a poco tempo fa avevamo davvero difficoltà a trovare chi si prendesse carico di un fondo agricolo, e quindi la cooperativa “Lavoro e non solo” in quel caso ci è stata molto di aiuto, perché nessuno del posto era disposto ad assumere l’affitto del bene”.  “Lavoro e non solo” esiste dal 2000. Il presidente è Calogero Parisi.

Sempre Grillo specifica che “dopo la confisca di primo grado, i rapporti tra giudice che deve autorizzare l’affidamento e l’affidatario si fanno più complicato perché la legge prevede l’intervento dell’Agenzia Nazione dei Beni Confiscati”. Agenzia,che, purtroppo, agisce notoriamente in ritardo.

Dice il presidente della Cooperativa, Parisi: “Fosse stato un seminativo, la gestione non sarebbe stata sostenibile. Ma in realtà per un vigneto i costi sono inferiori, basta portare due, tre volte danno i mezzi agricoli sul posto. Per questo allora abbiamo accettato”.

Ma qualcosa deve essere andato storto. La Cooperativa Lavoro e Non Solo, secondo il coadiutore per la gestione dei beni, Luigi Antonio Miserendino, ha utilizzato i terreni fino all’annata 2014, con rinnovo annuale, fino al 2015: “Poi, qualche tempo fa, Piero Trapani, agronomo e nostro consulente per la gestione di quei beni, passando da lì si è accorto che il terreno non era coltivato, non era stato curato. Quindi abbiamo deciso di non dare più l’affidamento alla cooperativa “Lavoro e Non solo”. Quando il presidente Parisi lo ha saputo, quelli della cooperativa  hanno cominciato  a lavorarci, ma la decisione l’avevamo già presa. Spero che la nuova cooperativa rimetta subito tutto in sesto“.  Miserendino ha ritenuto  opportuno duqneu nel Marzo del 2016 passare il terreno ad un altra cooperativa, la “Spazio Libero” di Castelvetrano, che ne aveva fatto richiesta, avendo saputo che erano, scrivono in una lettera “in stato di abbandono”.

La cooperativa Spazio Libero già gestisce due villette sequestrate al boss di Castellammare del Golfo Mariano Saracino. La cooperativa è una branca di Libero Futuro. I due immobili si trovano in zona Cala Rossa, a pochi passi da Scopello.

Diversa è la versione della cooperativa “Lavoro e Non solo”, che sostiene di aver lavorato nel terreno fino alla potatura invernale di quest’ anno, con tutti i tralci che sono stati tagliati. “Nell’anno 2012 abbiamo fatto la potatura e poi la vendemmia, così anche nel 2013, nel 2014 e in fine nel 2015 dopo la potatura non abbiamo potuto fare la vendemmia per la peronospera. Nel 2016 abbiamo proceduto alla potatura, e il attendevamo di tornare a lavorare in vista della vendemmia” dice Parisi.

Insomma, il vigneto, nella loro versione,  non era affatto abbandonato. Era un po’ trascurato come avviene ogni anno in questo periodo, tra la potatura invernale e l’arrivo della bella stagione. Ma a Marzo hanno saputo a cose fatte che Miserendino aveva passato la gestione ad un’altra cooperativa “alla quale probabilmente – dichiara Parisi – faremo pervenire la fattura per i lavori fatti”. Sempre Parisi  si chiede: “Perché un cooperativa che gestisce strutture ricettive improvvisamente si occupa di vigneti?”. E ancora: “Come l’hanno saputo che quel terreno era, secondo il loro punto di vista, abbandonato?”.

Quelli di “Spazio Libero”, nel frattempo, dichiarano di aver provveduto anche loro alle operazioni di potatura e legatura, e che a breve procederanno alla pulizia del terreno e all’aratura. Elena Mauceri racconta: “Siamo subentrati alla cooperativa Lavoro e Non Solo su indicazione di alcuni amministratori. Non è il primo appezzamento di terreno che gestiamo, ne abbiamo un altro, sul quale però non possiamo lavorare perché c’è stato un attentato incendiario. Circa il terreno di Paceco, stiamo avendo dei problemi perché il pastore entra con le pecore, e non possiamo fare alcun tipo di progettazione, l’annata è fortemente compromessa. Non ci sono interventi che possano permettere al vigneto di recuperare quello che si è perduto “. Ma da quanto tempo era abbandonato il vigneto? “Non lo so – risponde Mauceri – ma dal tipo di vegetazione che è cresciuta dentro, sembra che le pecore ci vanno da un po’ “.  

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".