“Come siamo… A che punto siamo gioia mia? Tutto a posto?”. Il voto di scambio in Sicilia

“Come siamo… A che punto siamo gioia mia? Tutto a posto?”. Il voto di scambio in Sicilia

2020-04-24T14:20:49+02:00 30th Maggio, 2015|inchieste|

Come siamo… A che punto siamo gioia mia? Tutto a posto”?. Inizia così una conversazione tra il deputato regionale dell’Udc all’Ars Nino Dina, Presidente della Commissione Bilancio e Giuseppe Bevilacqua, entrambi arrestati ieri per corruzione elettorale. Secondo il gip di Palermo, Bevilacqua, “dopo l’esito sfavorevole delle elezioni comunali del 2012 a Palermo si era impegnato ad appoggiare la candidatura del deputato Nino Dina per il rinnovo dell’Ars dell’ottobre 2012, ottenendo in cambio da quest’ultimo la promessa di due incarichi pubblici di consulenza da conferire” alla sorella e alla compagna di Bevilacqua”. Le voci dei due, Bevilacqua e Dina, vengono registrate solo una volta, il 16 ottobre 2012: “Ma quelle cose non mi dai novità? Di… mia sorella e Anna?”, chiede Bevilacqua a Dina e quest’ultimo lo rassicura: “No, e quelli sonooooo… pronti, subito dopo queste cose, cominciamo… entro novembre comincia tutto perché sono già pronte le cose… capito? Falla stare serena.. Giuseppe”. E Bevilacqua saluta dicendo a Dina: “A disposizione sempre”. Per i magistrati “Non v’è dubbio che l’accordo è consistito nella promessa di procacciamento di voti fatta da Bevilacqua a Dina in cambio della promessa fatta da parte di quest’ultimo del conferimento di un incarico pubblico retribuito a Bevilacqua Teresa e a Ragusa Anna Brigida”.

Qualche giorno prima, Bevilacqua parlando con la sorella Teresa, cioè il 27 luglio 2012, parla delle promesse che dice di avere ricevuto da Dina. La sorella gli chiede: “Come è andata?” e lui: “Siamo andati… io e Nino Dina allo Scudiero. Siamo andati a mangiare là, poi siamo usciti, abbiamo passeggiato come ai tempi di Drago, da una parte all’altra, in via Libertà”. “Allora lui mi ha detto… dice: ‘Innanzitutto’, dice, ‘tu chiamami lunedì, io vengo nella tua segreteria…’, ‘via Antonio Marinuzzi’. Poi mi fa… dice: ‘Ma tu c’hai a qualcuno della famiglia da poter impostare? Io…’, dice, ‘ti posso dare un incarico eee…’, dice, ‘di 15 mila euro’, dice, ‘anche se non viene’”. Teresa si informa sulla tipologia di contratti: “progetto o incarico?“. E Bevilacqua replica: “Mi ha detto un incarico, dice, ‘Dimmi una persona familiare o se è diplomata o se è laureata, di quindicimila euro’, che può essere un anno, mi ha detto un anno”.

Ecco come funziona il voto di scambio in Sicilia. E chi frequenta la politica sa che queste conversazioni intercettate (ti do il voto e ti porto i voti miei, dei miei familiari, del mio clan se tu mi dai una consulenza o un incarico….) non sono affatto eccezionali, purtroppo, è la normalità. 

In manette per corruzione elettorale sono finiti ieri due deputati regionali, Nino Dina, eletto nell’Udc e presidente della commissione Bilancio dell’Ars, e Roberto Clemente del Pid-Cp, il partito di Saverio Romano, anche lui membro della commissione. Con loro ai domiciliari anche l’ex parlamentare di Grande sud Franco Mineo e Giuseppe Bevilacqua, personaggio centrale dell’inchiesta e che fallì per una manciata di voti l’elezione al consiglio comunale di Palermo. Indagate altre 28 persone, fra cui cinque presunti mafiosi. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, ha portato gli uomini della Guardia di finanza fin dentro Palazzo dei Normanni.Pacchetti di voti per 150 euro (30 voti, cinque euro a voto) soldi per le feste di quartiere, promesse di incarichi con guadagni fino a 15 mila euro, pacchi di pasta in regalo destinati ai poveri venduti a prezzi stracciati.

Il Movimento Cinque Stelle propone che Dina si dimetta immeditamente dalla commissione Bilancio. Nel caso Dina non si dimetta, i pentastellati proporranno ai componenti della commissione Bilancio di dimettersi in massa. Da ricordare che il Codice etico, approvato dalla commissione Antimafia dell’Ars 10 mesi or sono, ancora giace nei cassetti …. Il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli, vice presidente della commissione Antimafia, chiede al presidente Ardizzone di interrompere la pausa elettorale e «convocare d’urgenza l’Ars per approvare il codice etico per eletti a cariche pubbliche e dipendenti regionali redatto dalla commissione Antimafia». Ciò perchè «la politica ha il dovere di dare risposte immediate e segnali chiari alla società, perché se c’è uno scranno che puzza a Sala d’Ercole e non viene immediatamente sostituito, sarà tutta l’Aula ad essere maleodorante e io non ci sto».

La normativa vigente prevede che la sospensione della carica dei deputati Nino Dina e Roberto Clemente sarà proposta al Consiglio dei Ministri dal commissario dello Stato Aronica che ancora per questi casi specifici svolge la sua funzione. Quindi, saranno sospesi dopo la delibera del governo centrale. L’Ars a quel punto li dichiarerà sospesi e non decaduti, per cui al loro posto entreranno come supplenti i primi dei non eletti delle rispettive liste nella circoscrizione di Palermo: Marianna Caronia supplente di Roberto Clemente, prima dei non eletti della’allora Pdl; Tommaso Gargano al posto di Nino Dina, primo dei non eletti dell’Udc.  La presidenza della commissione Bilancio andrà al vicario, il vicepresidente Vincenzo Vinciullo (Ncd).  I deputati supplenti, finchè saranno in carica, percepiranno per intero gli emulumenti previsti. Ai deputati sospesi, invece, sarà corrisposto il 50 per cento della diaria….

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".