Trapani: falce, apostrofo, lente o….

Trapani: falce, apostrofo, lente o….

2018-01-04T13:02:34+01:00 4th Gennaio, 2018|la partita truccata|
Si dice che #Trapani abbia forma di falce. L’ho sempre considerato un accostamento inopportuno. Le città hanno la forma che chi vive dà loro. E poi questo accostamento con la falce ha un’idea luttuosa, con se. Trapani città falcata, come la nera signora, dove tutto è oscuro, misterioso, funebre.
Se proprio una forma dobbiamo darle, Trapani, per me, ha forma di apostrofo. E in effetti, tutto sembra essere clamoroso a Trapani – un solo esempio recente: le ultime elezioni amministrative -, è una città che fornisce sempre nuove narrazioni, iperboli.
Si, Trapani ha forma di apostrofo. Ed è anche la sua condanna. Perché succede anche questo, che ogni narrazione, per il gusto di dover apostrofare, si gonfia, ridonda. Un funzionario che prende una mazzetta ad Aosta è un pubblico impiegato infedele. Se lo fa a Trapani è invece un grande corrotto, al centro di logge segrete, vicino a qualche famiglia mafiosa, segno di una città corrotta e nera.
“La partita truccata”, il libro che ho scritto con Andrea Bulgarella e che per la prima volta presenteremo domani, alle 16, alla Tonnara di Bonagia, è un libro importante per Trapani, per i trapanesi, per le forme che Trapani ancora non sa di avere. Perché invita i trapanesi ad una sana ribellione, innanzitutto, contro questo racconto che di Trapani si fa, come di Sicilia irredimibile. I trapanesi hanno una sfida da raccogliere oggi: ed è la sfida della normalità. Che non significa sminuire i fatti, la loro gravità. Significa evitare lenti deformi, con le quali si alterano le cose, con toni da fine del mondo che servono solo a chi, predicando la fine del mondo a Trapani, ha solo da guadagnarci.
Trapani non ha forma di apostrofo, allora, ma di lente concava, filtro deforme delle cose della vita.
 
“La partita truccata” è importante anche perché contiene tante storie, tutte documentate sulla storia recente di Trapani: la pazzia della burocrazia che fa aspettare fino a quindici anni per una licenza edilizia, la vicinanza a certi ambienti mafiosi di alcuni consulenti della Procura, il modo in cui sono stati gestiti alcuni passaggi cruciali della vita della città, dal “caso autoparco”, alla chiusura delle banche locali e all’acquisto del palazzo venduto da Zonin al Comune.
Leggere questo libro è importante per i trapanesi (e non solo per loro: si raccontando tante vicende che riguardano tutta la Sicilia occidentale) perché permette di scoprire fatti conosciuti, o di leggerli in una chiave diversa.
 
Permette soprattutto di fare i conti con la storia recente di questa città, e capire finalmente che forma vogliamo darle.

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".