“La partita truccata” a Livorno. Certo che fa strano…

“La partita truccata” a Livorno. Certo che fa strano…

2018-02-08T17:21:49+01:00 8th Febbraio, 2018|la partita truccata|

Certo che fa strano. Martedì abbiamo presentato “La partita truccata”, il libro scritto da me e dall’imprenditore Andrea Bulgarella, a Livorno, all’Hotel Palazzo. Nonostante fosse un giorno lavorativo, ad un orario scomodo, c’erano circa 300 persone, molte delle quali venute da Pisa. E capisco che per un pisano venire a Livorno è sempre difficile…

Ovvio, si dirà, Andrea Bulgarella, che ha fatto di Pisa la sua seconda casa, giocava facile. E’ vero.  Anche se il rapporto di Pisa e della Toscana in generale con Bulgarella negli ultimi tempi è stato un po’ come un giro sulle montagne russe: prima amatissimo, “il poeta del mattone”, poi visto come un appestato, dopo l’indagine della procura antimafia di Firenze, infine, dopo che l’indagine è stata smontata pezzo per pezzo, di nuovo, cercato e considerato.

Però non mi ha fatto strano questo. Mi ha fatto strano pensare ai casi della vita, perché la vita, se uno la sa accogliere con meraviglia, è sempre sorprendente.  E insomma, io Andrea Bulgarella prima di Giugno non lo conoscevo, e ne avevo un’idea che mi ero fatta leggendo le carte della Procura antimafia di Firenze: l’emissario di Matteo Messina Denaro in terra di Toscana, il grande riciclatore dei capitali mafiosi. E mai potevo pensare che un giorno avrei scritto un libro con Bulgarella, “La partita truccata”, che non è un libro contro la magistratura, ma contro certe indagini fatte senza capo nè coda, contro chi rappresenta male le istituzioni, che invece dovrebbero essere a fianco delle persone e degli imprenditori onesti e capaci. E insomma, mai potevo pensare che un giorno quel libro l’avrei presentato con Bulgarella sul palco, e sotto, ad ascoltare, Rino Germanà. Proprio lui, l’unico che è sopravvissuto ad un attentato di  Matteo Messina Denaro, un eroe vero (e non solo perché si è salvato da eroe, ma perché molte cose aveva capito della mafia a Trapani, ed era per questo che volevano ucciderlo). Germanà, che per molti è una sorta di bene assoluto, vive in centro Italia, e si è accollato tre ore di macchina per venire ad ascoltare Bulgarella, che per gli stessi è magari il male assoluto.

E invece c’è un posto dove Germanà e Bulgarella stanno insieme e si stringono la mano. E si scopre che hanno fatto battaglie comuni, in nome di valori comuni.  E allora, ancora una volta, la conclusione non può che essere questa: bisogna abbandonare facili schemi mentali, la superficialità, cercare di capire, approfondire. Purtroppo, invece, dalle parti dell’antimafia siamo spesso solo pronti ad applaudire, a fare il tifo per le procure e le manette facili, per i giornalisti che copincollano le ordinanze senza farsi domande o scrupoli, per i politici che cavalcano l’antimafia per fare carriera, insomma, facciamo il tifo per una partita, sempre quella, truccata.

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Giacomo Di Girolamo
Mi occupo di economia, mafia, ambiente, corruzione. Trasmetto da una radio della provincia di Trapani, Rmc 101, e scrivo inchieste per un portale, Tp24.it. Ogni tanto anche su La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 Ore. Ho pubblicato “Matteo Messina Denaro – L’invisibile” (Editori Riuniti) e “Cosa Grigia” (Il Saggiatore). Nel 2014 ho vinto il Premiolino, il più importante riconoscimento giornalistico in Italia. A Settembre del 2014 è uscito, sempre il Saggiatore, “Dormono sulla collina”. Da Febbraio scorso ho deciso di rovinarmi definitivamente la vita con un libro chiamato "Contro l'antimafia". La mia mail è: giacomo@ilvolatore.it