Sanità e sprechi. Asp di Trapani: tanti avvocati abilitati, ma gli incarichi si danno…

Sanità e sprechi. Asp di Trapani: tanti avvocati abilitati, ma gli incarichi si danno…

2020-04-21T20:31:50+02:00 16th Maggio, 2016|inchieste|

Gli sprechi della sanità siciliana, non sono solo in corsia. A volte sono anche fuori dagli ospedali e non riguardano i camici bianchi. Molte spese evitabili delle aziende sanitarie isolane si annidano, ad esempio, negli incarichi conferiti ad esperti e consulenti. I più gettonati sono gli avvocati. All’Asp di Trapani lavorano, nei vari settori dell’ente  una ventina di avvocati abilitati. Eppure l’Asp preferisce dare incarichi all’esterno. E in un modo abbastanza singolare.

Per citare qualche dato, all’Asp di Trapani la spesa, nel 2014, per gli incarichi affidati a legali esterni ha superato quota 800 mila euro. Nel 2015 sono già stati nominati più di otto avvocati: la regina è Sabrina Lipari, con otto incarichi, seguita da Salvatore Ciavarino che, invece, ne ha accumulati sette.

Un avvocato dirigente in effetti nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani c’è. E’ a capo dei servizi legali. Ma è in aspettativa (usufruisce della legge 104). Un unico avvocato che non poteva certo andare dietro alle decine di cause che l’Asp deve affrontare. E infatti, da sempre, l’Azienda Sanitaria ha preferito conferire incarichi esterni ad avvocati individuati di volta in volta. Scorrere l’elenco di questi incarichi, negli anni, è significativo: si trova tutto il sottobosco della politica, professionisti con relazioni particolari con questo o quel dirigente, altri che nella loro carriera hanno fatto solo questo, ricevere incarichi dall’Asp e poco altro.

Eppure la cosa singolare è che all’Asp lavorano, come funzionari, collaboratori, amministrativi persone, tante, che hanno l’abilitazione forense. In altre parole, sono avvocati. E insomma, se si rispettasse quel famoso principio sul buon andamento della Pubblica Amministrazione, sarebbe preferibile individuare figure all’interno della propria pianta organica, anziché rivolgersi fuori.
Adesso l’Asp di Trapani  non ha più neanche quell’unico dirigente degli uffici legali. E che cosa fa? Per prima cosa fa una selezione pubblica per soli titoli per la formulazione di una graduatoria triennale per l’assunzione a tempo indeterminato d un dirigente avvocato. L’avviso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 29 Gennaio. Curiosità: l’avviso richiede, per partecipare, non l’abilitazione alla professione, ma l’iscrizione all’albo, che i dipendenti dell’Asp non hanno perché, per legge, quando sono stati assunti dall’Azienda Sanitaria dopo aver vinto il loro bel concorso hanno dovuto cancellarsi dall’Albo Professionale degli avvocati. Quindi sono esclusi.
E vabbè, uno può dire: l’Asp di Trapani cerca un avvocato – avvocato, iscritto all’albo e pienamente operativo. Non è così, perché, ironia della sorte (ma è una cosa risaputa, per chi mastica un po’ di cose della pubblica amministrazione), l’avvocato che vincerà la selezione e diventerà dirigente per gli affari legali dell’Asp per tre anni dovrà anche lui sospendere e cancellarsi dall’Albo ordinario degli avvocati ed iscriversi alle sezione speciale dedicata a coloro che lavorano per la pubblica amministrazione. Quindi, che criterio è?
Ancora, diverse leggi hanno stabilito, proprio per fare risparmiare la pubblica amministrazione, che i bandi per la selezione di dirigenti devono riservare una quota di posti, il 30%, ai dipendenti interni dell’ente. Se io cerco tre dirigenti, uno deve essere riservato ai dipendenti che ho già. Con questo bando, invece, si nega anche questo principio.
Ma le sorprese non finiscono qui. L’Asp di Trapani, ricapitoliamo, ha un dirigente avvocato in aspettativa, ne cerca un altro con una selezione, non ha avvocati dentro. E nel frattempo, mentre la selezione va avanti, come si fa?
Ecco, qui all’Asp di Trapani inventano un’altra cosa, una chicca: un “avviso pubblico aperto per la costituzione di un elenco aziendale permanente di avvocati esterni cui conferire incarichi di rappresentanza e difesa in giudizio dell’Asp di Trapani”. E’ una cosa davvero particolare, perché viola tutti i principi della Pubblica Amministrazione e permette di conferire incarichi ad personam, senza se e senza ma, e ignorando ancora una volta quei dipendenti dell’Asp che sono avvocati abilitati e che potrebbero svolgere il servizio per l’Azienda in assoluta economia. Potete leggere l’avviso qui.
L’Asp di Trapani non è nuova a finire sotto la lente della Corte dei Conti per gli sprechi. Di recente la magistratura contabile ha sollevato, più in generale, il problema delle maxi parcelle liquidate dalla Regione e dagli altri enti pubblici agli avvocati, e, nello specifico, ha citato anche il caso dell’Asp di Trapani, il cui direttore generale, Fabrizio De Nicola, è stato sentito in merito.
Qualche settimana fa l’Assemblea Regionale Siciliana ha rigettato una norma che metteva un freno agli incarichi diretti per le consulenze legali negli enti pubblici: un mercato clientelare con spese che pesano sulle tasche dei cittadini e che, come dimostra il caso dell’Asp di Trapani, sarebbero evitabili con un po’ di buon senso e di rispetto dei principi costituzionali di trasparenza ed efficenza sui quali si dovrebbe basare il funzionamento della pubblica amministrazione tutta. Nel dettaglio, la norma bocciata incentivava la creazione di uffici legali interni agli enti, costituiti da dipendenti pubblici. Non se ne è fatto nulla. 

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".