“Piera Aiello non poteva candidarsi”. Parla il funzionario indagato con la deputata

“Piera Aiello non poteva candidarsi”. Parla il funzionario indagato con la deputata

2020-04-19T20:32:16+02:00 10th Maggio, 2019|inchieste|

“La signora Piera Aiello non si sarebbe potuta candidare”. A dirlo è Rosario Sanfilippo, il funzionario del Comune di Partanna, che lavorava all’Ufficio Elettorale, e che è finito indagato con la deputata del Movimento Cinque Stelle con l’accusa di falso in atto pubblico, per aver prodotto il certificato elettorale che le ha consentito la candidatura alla Camera, pur non avendo il diritto all’iscrizione nelle liste elettorali.

Un bel papocchio, non c’è che dire. Per i due, Aiello e Sanfilippo, i pm hanno chiesto l’archiviazione, non ravvisando, al momento, un dolo specifico. Ma resta il fatto che la candidatura di Aiello ha un vizio di forma, che probabilmente la deputata conosceva da tempo, e che ha tenuto nascosto fino alle rivelazioni di qualche giorno fa di Tp24.it. 

“Quello che ho fatto, non lo rifarei. A due mesi dalla pensione, mi è capitata una vicenda che non auguro di vivere a nessuno”. 

Come si è arrivati a consentire la candidatura della parlamentare dei Cinque Stelle Piera Aiello, nonostante lei, da testimone di giustizia, abbia un altro nome e un’altra identità?
“Credevo di applicare la legge”.
Cioè?
La signora Piera Aiello non era presente nelle liste elettorali del Comune di Partanna. Per questo ho proceduto all’iscrizione…
Come mai?
Ho visto che era residente, non era iscritta, e ho proceduto all’iscrizione..
Ma dato che la signora Aiello ha un’altra identità, com’è che aveva ancora la residenza a Partanna?
Io ho visto un certificato di residenza, che mi ha portato l’avvocato Giuseppe Gandolfo.
E’ un fatto che va chiarito meglio.
Io posso solo dire che ho agito in buona fede.
Ma oggi lo rifarebbe, di dare quel certificato elettorale?
Vista l’esperienza, veda lei. Io in 40 anni di carriera non ha mai subito alcun procedimento, e mi succede questa storia triste proprio l’ultimo mese di servizio.
Era convinto di applicare la legge.
Se solo avessi pensato di non poterlo fare, non l’avrei fatto.
Può spiegarci meglio come sono andati i fatti?
L’Ufficio elettorale, nel quale lavoravo io, l’ha iscritta nel registro degli elettori, ma dopo qualche giorno, credo al massimo 15 giorni dopo, la Commissione elettorale circondariale si è accorta dell’errore, e cioè che non poteva essere iscritta nel registro, e ha bocciato l’iscrizione.
L’iscrizione è durata solo alcuni giorni.
Si. Credo massimo 15 giorni.
Il tempo giusto per Piera Aiello per candidarsi. Ritira il certificato, lo allega alla sua candidatura. Dopo di ciò, il certificato perde di legittimità, ma la candidatura è già bella e servita. E nessuno parla.
Secondo me doveva essere la Corte d’Appello di Palermo ad eliminare la candidatura, dato che la signora Aiello era stata cancellata dalle liste elettorali. Doveva negare la candidatura.
Magari la Corte d’Appello non è stata informata.
Di questa vicenda si sono occupati polizia, carabinieri, Prefettura: qualcuno doveva informare la Corte d’Appello che l’iscrizione nelle liste elettorali era stata negata.
Intanto lei si ritrova indagato.
Ma io ho agito in buona fede. Una cittadina, la signora Piera Aiello, tramite un delegato, è venuta da me dicendo che era residente a Partanna ma non iscritta nel registro elettorale. Io ho fatto solo il mio dovere: iscriverla. Poi l’iscrizione è stata cancellata. E quella persona non aveva più diritto ad essere candidata.
Ma il certificato di residenza, Aiello e Gandolfo, come l’hanno ottenuto?
Non lo so. A me è stato presentato un certificato. Magari stampato per errore….
Ma lei conosce la signora Aiello?
Niente a che vedere con lei. Non l’ho mai vista.
Ma non lo sapeva che era una testimone di giustizia? E’ una sua concittadina, molto famosa…
Non lo sapevo.
Ma l’avvocato Gandolfo non glielo ha detto? Si o no?

Non fatemi questa domanda. Lasciamo stare.
Non gliel’hanno detto. L’hanno ingannata?
Ripeto: ho visto che era residente. E quindi in buona fede l’ho iscritta nelle liste elettorali. Poi l’iscrizione è stata bocciata.
Nel frattempo però Aiello si è candidata…
Io di questo non ho colpe…

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".