Pantelleria al centro dei traffici di hashish nel Mediterraneo. L’inchiesta

Pantelleria al centro dei traffici di hashish nel Mediterraneo. L’inchiesta

2020-04-21T18:12:20+02:00 2nd Dicembre, 2016|inchieste|

 E’ Pantelleria l’isola al centro dei traffici internazionali di droga del Mediterraneo. Una rete di trafficanti, che viaggiano per il Nord Africa, e poi via mare fanno arrivare la droga in Europa. Le navi piene di hashish e di cocaina, arrivano nei porti italiani, francesi, greci. Le rotte del traffico di hashish sono venute alla luce dopo due anni di indagini intense, operate da forze di polizia italiane e internazionali. Con l’isola di Pantelleria al centro delle rotte dei trafficanti. E’ l’operazione Rose of the Winds che ha portato all’arresto del re del traffico di hashish nel Mediterraneo. Ufficialmente è solo un imprenditore benestante, tra i più noti in Marocco, titolare di una pasticceria con sessanta dipendenti. Ma l’attività di Ben Zian Berhili è un’altra. Quella di organizzare un enorme traffico di droga nel mediterraneo. Per mesi i finanzieri del Goa e il nucleo di polizia tributaria di Palermo lo hanno intercettato. Poi, venti giorni fa, è scattato il blitz a Casablanca. Durante l’arresto il figlio ha tentato di corrompere la polizia con 250 mila euro in contanti: ed è finito anche lui in manette. Ben Zian Berhili è definito un mediatore d’eccezione, in grado di movimentare 400 tonnellate di hashish l’anno, un giro d’affari di oltre 4 miliardi di euro.

La rotta del “fumo”.

Le rotte del traffico di hashish cominciano a cambiare nel 2011, in concomitanza con le crisi politiche in Egitto ed in Libia.
Facoltosi mercanti egiziani e libici cominciano ad acquistare grosse quantità di hashish. Diverse tonnellate comprate a buon prezzo in Marocco, Paese leader nella produzione di hashsh. I marocchini sono i maggiori fornitori mondiali di hashish, e a differenza degli algerini, preferiscono il trasporto via mare, che è più sicuro. Trasportare, ad esempio, la droga verso il Marocco comporta il rischio di di cadere vittima di predoni, o di dover pagare “pedaggi” alle tribù lungo il tragitto nel deserto. Allora si viaggia via mare. Pescherecci e grosse navi vengono caricate al largo di Casablanca, nell’Atlantico o tra Nador (Marocco) e Oran (Algeria) nel Mediterraneo e il carico viene trasportato da siriani, egiziani o libanesi fino al largo delle coste libiche della Cirenaica orientale (Marmarica). Un canale, però, utilizzato anche per la cocaina che arriva dalla Mauritania o dal Sud America, come dimostrato da alcuni sequestri operati in spagna.
Partite dal Marocco, poi una buona parte delle partite di droga dalla Libia e dall’Egitto raggiungono l’Europa, lungo la cosiddetta rotta balcanica, già comunemente utilizzata per marijuana e eroina.

Pantelleria al centro delle rotte. Il sequestro Adam.

L’inchiesta che ha scoperchiato questo gran giro di droga comincia da un fatto che riguarda da vicino la provincia di Trapani. E’ l’operazione Libeccio International, messa in atto nell’aprile 2013, grazie alla cooperazione internazionale di Polizia. Al largo di Pantelleria, nelle acque italiane, la Guardia di Finanza intercetta la motonave Adam, battente bandiera Isole Comore. La nave viene portata al porto di Marsala. A Bordo ci sono  15 mila chili di hashish. Da qui cominciano le indagini a livello internazionale da parte del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nel contrasto al traffico internazionale di hashish all’interno del bacino del Mediterraneo.

Arresti e sequestri.

E sono diversi i sequestri effettuati al largo della costa pantesca. Inoltre sono state arrestate 73 persone in questi 3 anni. Oltre il sequestro sulla Adam il Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo ha sequestrato altre sette consistenti partite di hashish. In totale nelle acque italiane al largo di Pantelleria sono stati sequestrati oltre 119 mila chili di hashish. In più gli approfondimenti svolti dagli investigatori hanno consentito di portare altre operazioni antidroga all’estero. 28 mila chili di hashish a Casablanca, 165 tra Tolosa e Montauban, in Francia, ad Agadir, in Marocco, sono stati sequestrati 18 mila chili di hashish e in quell’occasione è stata scoperta una base di stoccaggio. E ancora nei pressi del porto di Damietta, in Egitto, a bordo di un peschereccio c’erano 838,5 kg di hashish e 702.000 pasticche di captagon, sostanza stupefacente anfetaminica, nota per il suo uso diffuso tra i miliziani jiahdisti militanti nell’Isis. Altre 60 tonnellate sono state scoperte nei pressi del porto libico di Tobruq.

Un fenomeno internazionale

Gli inquirenti allora hanno capito che si trattava di qualcosa di più, qualcosa di grosso, e che occorreva la collaborazione di tutti i paesi coinvolti.
Attraverso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno e del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza e con il patrocinio del Focal Point Cannabis dell’Europol è cominciata una serie di rapporti con alcuni Enti internazionali specializzati nel contrasto al traffico internazionale di stupefacenti (tra cui M.A.O.C., D.E.A. e CeClad) nonché con gli organi di polizia esteri interessati. A partire dall’ottobre 2014 delegati dell’Autorità Giudiziaria e di Polizia Giudiziaria di palermo hanno preso parte ad una serie di riunioni con i rappresentanti di altri Organi di Polizia esteri in Francia, Spagna, Grecia, Gran Bretagna, Portogallo, Albania, Marocco, Egitto, Turchia, Olanda e Germania.
Lo sviluppo delle relazioni stabilite in campo internazionale otteneva molteplici vantaggi e straordinari risultati. Ad esempio il sequestro di 2 mila chili in una operazione, e 1500 in un’altra di hashish al largo di Casablanca. E ancora 1.623 kg. hashish al largo della Sardegna. Al largo di Larache è stato sequestrato un carico di 23 mila chili di hashish, altri 9.285 chili sono stati trovati a bordo dell’imbarcazione “Son”, battente bandiera della Sierra Leone, ed all’arresto dei componenti del suo equipaggio, tutti di nazionalità siriana. Altri 15 mila chili sono stati sequestrati a Malaga, in Spagna, e 22 mila chili sempre al largo della Sardegna.
In particolare, sotto la direzione dell’Europol, si è costituito un tavolo unico permanente di lavoro con un Joint Operations Team tra Francia, Grecia, Italia e Spagna, nel cui ambito avviene un reciproco ed abituale scambio di elementi di indagine ed un continuo flusso di informazione ed è stato stabilito l’utilizzo di un comune modello d’intervento, che consenta ai quattro Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo di intervenire scambievolmente sulle imbarcazioni in transito in base ad esigenze logistico – operativo strategiche.

Numeri da record

Dal sequestro della “Adam” dell’aprile del 2013 gli interventi assicurati dai vari Paesi hanno permesso il controllo con esito positivo di una trentina di imbarcazioni, l’arresto di oltre 200 persone in flagranza di reato ed il sequestro di circa 400.000 kg. di hashish e 500 kg. di cocaina, per un valore approssimativo al dettaglio di oltre 4,3 miliardi di euro. Quindi, nell’ambito dell’operazione “Libeccio International”, la Sezione G.O.A. del G.I.C.O. della Polizia Tributaria ha prodotto circa l’81% dei sequestri di hashish operati in Italia nel 2014 e circa il 43% di quelli prodotti in Italia nel 2015 (nel 2015, nell’ambito dello stesso contesto, l’omologa articolazione del Nucleo di Polizia Tributaria di Cagliari ha sequestrato altri 22.000 kg. circa di hashish). In tutto, gli uomini del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Palermo hanno sequestrato 119.842,785 kg. di hashish, il cui valore complessivo al dettaglio è stimabile in circa 1,2 miliardi di euro.

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".