Lidi che nascono come funghi, regole poco chiare, il kitesurf selvaggio, l’ecosistema a rischio con la mancanza di un riciclo dell’acqua e di conseguenza di una buona ossigenazione e la scomparsa della poseidonia. Sta succedendo di tutto alla Riserva dello Stagnone di Marsala. Molti la vorrebbero patrimonio dell’Umanità Unesco. Ma lo Stagnone non se la passa proprio bene. Viaggio nella Laguna incantata, quella fotografata e invidiata da mezzo mondo, ma con mille problemi.
Comincia dopo i Capannoni Nervi, nell’ex area militare alle porte di Marsala, la Laguna dello Stagnone. La bocca sud, quella più grande, quella che si affaccia alla città, che apre la Laguna alla vecchia Lilibeo. Dall’altro lato, a chiudere la Laguna, caratterizzata da acqua bassa e calda, la bocca sud. Una “fessura” tra lo Stagnone e il mare aperto di qualche centinaio di metri, otturata da un guado di sabbia che collega l’Isola Grande, quella che abbraccia e raccoglie tutto l’arcipelago, alla terra ferma.
Una punta affascinante su cui da anni si concentrano molte polemiche, tutte legate ad un lido. Sono proprio i lidi, la fruizione dello stagnone, su cui ci concentriamo in questa prima puntata. Perchè negli ultimi anni sono spuntati come funghi diversi lidi su una delle zone più delicate della Sicilia. Mentre si facevano smontare i pontili della laguna, luoghi di mille ricordi di tante generazioni, più in là nascevano i lidi.
E uno di questi lidi negli anni ha focalizzato molte polemiche e attenzioni. E’ il lido Le Torri di San Teodoro, all’estrema punta nord della Laguna, da dove è possibile raggiungere a piedi l’Isola Lunga. Un’estate, quella appena trascorsa, ad alta tensione, caratterizzata dagli scontri tra i titolari, i coniugi De Vita e i bagnanti, un intervento politico del consigliere comunale Daniele Nuccio che ha presentato una mozione, e le polemiche sulla regolarità o meno della concessione. Qualche giorno fa, dopo che i titolari del lido avevano annunciato che non avrebbero smontato la struttura anche dopo il termine della stagionalità, fissata nella giornata di ieri, lunedì 31 ottobre, la Capitaneria di Porto di Marsala ha sequestrato preventivamente la struttura per tre motivi in particolare: per aver ravvisato una maggiore estensione dell’arenile rispetto a quella di competenza; per la non conformità dei locali alla legge antisismica e per la presenza di due ombrelloni ritenuti come ‘coperture’. Ma quello di San Teodoro non è l’unico lido ad aver suscitato polemiche e battaglie giudiziarie.
Lido alla Lupa – Nel 2014, nella zona di fronte all’Isola di Mozia e più precisamente denominata la “Lupa”, è stato costruito un altro lido-chiosco. Ci troviamo nella zona più ambita di tutta la costa marsalese. La costruzione del lido aveva generato le denunce del meetup 5 Stelle di Marsala e di Legambiente che aveva depositato una denuncia alla Procura di Marsala perchè riteneva illegittimi gli atti del procedimento che hanno autorizzato l’installazione dell’opera in mancanza della valutazione di incidenza ambientale, indispensabile per un’area SIC e ZPS. Il comune di Marsala in un primo momento non aveva rilasciato l’autorizzazione permanente per il mantenimento dello stabilimento balneare alla “Lupa”, ma alla fine il chiosco è stato realizzato avendo ricevuto il parere positivo dal parte del Libero Consorzio che è l’Ente gestore della riserva. Da 2014 il chiosco si trova lì e non è stato più smontato non rispettando la prevista stagionalità.
Nuovi lidi – E non è finita qui, perché allo Stagnone quest’anno sono nati altri lidi. In c.da Birgi Vecchi ce ne sono due completati negli ultimi mesi. Siamo nella zona che fa da base naturale per il Kitesurf. Che sia diventata una delle più ambite dal punto di vista attrattivo-turistico è ormai una certezza. Da anni grazie allo sport principe del territorio, – a Marsala si sono svolti addirittura i mondiali di kitesurf – , e all’iniziativa esclusiva dei privati, si è cominciato ad infondere ulteriore appeal a quest’area che è ormai tra le mete preferite di migliaia di visitatori che arrivano qui per praticare il loro sport preferito e trascorrere le vacanze. Sono nate così lungo tutto il litorale nord della città tante strutture ricettive, B&B, ristoranti e case vacanze. Il risvolto della medaglia però è che si perda di vista la vera identità naturale e la tutela di quella zona che rimane SIC-ZPS, (Sito d’Interesse Comunitario – Zona a Protezione Speciale) che necessita di una cura particolare da chi è preposto alla sua vigilanza: il Libero Consorzio Comunale di Trapani, che è l’Ente gestore, ma anche il Comune di Marsala che rilascia le autorizzazioni per le attività che vi si insediano e lo stesso assessorato regionale Territorio e Ambiente.
Come dicevamo, nei pressi della zona di fronte l’isola Santa Maria, di nuovi lidi ce ne sono due, di cui uno terminato da qualche settimana. Il primo è già perfettamente operativo da questa estate. Siamo in piena preriserva. Questa nuova struttura è in legno, non potrebbe essere altrimenti, ha una terrazza fruibile per ammirare il tramonto e ha nelle sue vicinanze gli ombrelloni con copertura naturale, tipiche degli stabilimenti balneari. Il chiosco si trova a 50/60 metri dal mare raggiungibile tramite una passerella realizzata in tufo. A pochi passi da questo lido e a qualche metro dal bagnasciuga c’è un altro chiosco terminato da pochi giorni e la cui costruzione era iniziata il 1° di settembre. L’autorizzazione richiesta dalla ditta proponente “Le Vie del Vento A.S.D.”, una fra le più attive nell’organizzazione di corsi di kitesurf riguarda un chiosco a carattere stagionale per la diretta fruizione del mare con somministrazione e vendita di alimenti e bevande, è stata rilasciata la concessione demaniale marittima il 30 giugno del 2016 e il SUAP del Comune di Marsala ha autorizzato i lavori con un provvedimento unico il 4 agosto del 2016. Da quel che si vede sembra pronto per iniziare l’attività commerciale.
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