Continua il nostro viaggio nella vendemmia 2017 a Marsala e in provincia di Trapani. Ieri abbiamo pubblicato la prima parte della nostra inchiesta, che potete leggere cliccando qui. Andiamo avanti.
Sul tema della siccità, ha fatto sentire la sua voce anche il presidente regionale della Cia, Giovanna Castagna, che ha dichiarato: “La situazione del settore vitivinicolo, come pure di altri comparti agricoli, in Sicilia è drammatica ed emergenziale, sia per la siccità che per questo grande caldo, oltre che per i grossi problemi che non hanno consentito a tutti di irrigare. I danni li andremo a calcolare tra non molto”. E sulla stessa linea si attesta anche Confagricoltura Trapani, secondo cui la vendemmia appena iniziata è un “disastro annunciato”.
In una nota, Fabio Bertolazzi afferma: “Le notizie che ci giungono sono drammatiche. La speranza era ‘di una maggiore qualità rispetto ad una minore raccolta’, ma dalle prime informazioni la situazione si presenta disastrosa. La mancanza di pioggia e la ritardata irrigazione stanno creando un danno enorme, nel completo silenzio della classe politica. A ciò si aggiunge la mancata gestione dell’ordinaria amministrazione da parte del governo, con Ocm ancora non pagato con un rimbalzo delle responsabilità degno di una commedia, Consorzi di Bonifica al collasso, con una legge ferma da anni, un Psr in notevole ritardo, la mancanza di sicurezza nelle campagne”. Si invoca, quindi, la dichiarazione dello “stato di calamità”, ma anche un “diverso aiuto alle aziende agricole ormai al collasso”.
A definire “a rischio” la produzione vinicola è anche il deputato regionale marsalese Antonella Milazzo, che sottolinea: “Le anomale ondate di calore di queste ultime settimane, con temperature oltre i 40 gradi, hanno causato ingenti danni alle colture ed in particolare ai vigneti. Parecchie sono le segnalazioni di agricoltori e aziende che parlano di una vera e propria catastrofe. Interi vitigni seriamente danneggiati a causa delle alte temperature registrate e precoce maturazione dell’uva rischiano di compromettere irrimediabilmente la produzione vitivinicola con gravi ricadute economiche per l’intero comparto”.
E della situazione, il rappresentante lilibetano all’Ars ha interessato l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, che ha fatto sapere di avere dato mandato all’Ispettorato di Trapani di predisporre una relazione da sottoporre alla valutazione della Giunta regionale per dichiarare lo stato di calamità e di emergenza per la vitivinicoltura siciliana. “Il grande caldo di questi giorni – dichiara Cracolici – sta facendo perdere migliaia di quintali di uva, determinando il disastro nella produzione vitivinicola di questa annata. Tutto ciò conferma l’effetto della siccità, che ha determinato una situazione mai vista in precedenza.“Una situazione allarmante, della quale si stanno occupando anche i consigli comunali della provincia di Trapani, i cui danni si sommano allo stato di grave siccita che ha colpito la nostra regione negli ultimi mesi e per il quale è stato riconosciuto lo stato di calamità insieme ad altre 10 regioni italiane. Per queste ragioni ho informato il Ministero dell’Agricoltura, chiedendo di farsi carico della situazione eccezionale che sta provocando una crisi che rischia di mettere in ginocchio uno dei settori più importanti dell’economia della nostra isola”.
Stranamente diversa, però, è l’ottica di Assovini Sicilia. “Un’estate particolarmente calda – si legge, infatti, in una nota dell’associazione che raggruppa 76 aziende, tra cantine sociali e produttori di un certo livello – ha portato a un anticipo della maturazione per alcune varietà di uve, ma si prevede un’annata qualitativamente molto buona. Una vendemmia di buon livello dal punto di vista qualitativo e meno abbondante rispetto alle due precedenti annate. La stagione estiva in Sicilia è molto calda, ma le temperature, intorno ai 35-36 gradi, rientrano nella norma. Questa evoluzione climatica ha determinato una buona curva di vegetazione e le piante si presentano in condizioni fitosanitarie ottimali”.
Dino Taschetta, presidente della Cantina Colomba Bianca, scrive sul suo profilo facebook: “È da anni che predico che la viticoltura Siciliana ha dei punti deboli che rischiano di diventare mortali. La gestione delle acque è senza alcun dubbio il più grave, non è più concepibile produrre con la speranza di qualche pioggia. speravo non si verificasse mai un periodo di siccità così lungo, il dramma che stiamo vivendo è indicibile, andare in campagna e vedere i vigneti distrutti dal caldo, è qualcosa di estremamente doloroso e inaccettabile.
Invito i signori politici a pensare meno alle prossime elezioni è un po’ di più al futuro di questa terra, li invito a pensare meno ai lussuosi vitalizi e di più a creare vero sviluppo. Ognuno di noi andrà a finire là dov’è diretto, cerchiamo di cambiare rotta altrimenti occorre che pensiamo seriamente a cambiare mestiere. Quest’anno perderemo quantità enormi di produzione i maggiori prezzi che certamente ci saranno non potranno compensare le perdite.
Chiedo con forza agli organi competenti a nome dei 2480 soci di Colomba Bianca, di attivarsi per dare nel breve termine qualche ristoro ai produttori e un impegno a lavorare ad un progetto di lungo termine in cui l’acqua rientri fra le priorità. Se non ci si attiverà immediatamente, la nostra provincia perderà altri ettari di vigneto aggravando ulteriormente la già precaria condizione economica. Nella vita o si vince o si impara, spero che questa volta visto che non vinceremo, almeno spero impareremo tutti qualcosa”.