Il fatto pubblico: nel 2015 alle elezioni amministrative, diventa Sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo. Candidato del Pd, viene eletto grazie all’appoggio determinante della lista “Una voce per Marsala”. Si tratta di una lista che raccoglie una serie di candidati intorno alla figura di Alfonso Marrone, consigliere comunale tra i più votati a Marsala. L’alleanza con questa lista fa sollevare più di qualche perplessità nelle settimane che precedono la presentazione delle liste e porta alla rottura con una parte del centrosinistra. Ma “Una voce per Marsala”, ottiene una buona performance, trainata da Marrone (la lista prende 2885 voti e il 6,45%, lui ha più di 700 consensi) e viene premiata con un assessore, Salvatore Accardi. Va detto che nel tempo i rapporti tra Marrone e il Sindaco, cosa che avviene in realtà ormai per tutti i consiglieri comunali, si raffreddano, al punto tale che oggi Marrone è all’opposizione, e Accardi è sempre in Giunta, ma come “tecnico”.
Chi è Alfonso Marrone? Infermiere, caposala, impiegato da parecchi anni presso la Casa di Cura Morana, in Contrada Dara, la più importante clinica privata del territorio, è considerato lì dentro una sorta di istituzione. Decide quasi tutto lui: turni degli infermieri, del personale non sanitario, turni nelle visite e negli esami diagnostici, precedenze, urgenze. Ha un bacino vasto di pazienti e utenti. Circa l’impegno poltico, Marrone fa pochi interventi in aula, cambia umore e padrini politici alla bisogna, è sua una delle dichiarazioni dei redditi più ricche di Sala delle Lapidi (qui il nostro articolo).
Il fatto privato. Nel 2017 , Alfonso Marrone e la moglie vengono licenziati in tronco dalla Casa di Cura Morana. Perché? Qualcosa si è spezzato nel rapporto di fiducia con i titolari della clinica. Il licenziamento diventa di dominio pubblico perché Marrone fa ricorso contro il licenziamento, giudicandolo ingiusto, tra l’altro rappresentato da un suo collega consigliere, Ivan Gerardi. Si apprende che, secondo la clinica Morana, Marrone si sarebbe macchiato di diverse irregolarità che hanno minato il rapporto di fiducia che è alla base di qualsiasi rapporto di lavoro. Ma quali? Dall’azienda non si sbottonano più di tanto, ma qualcosa dall’esterno trapela: si parla soprattutto di irregolarità nei permessi per partecipare ai lavori dei capigruppo in consiglio comunale e alle sedute delle commissioni consiliari.
Ed ecco che il fatto privato, diventa di interesse pubblico.
Fare il consigliere comunale comporta alcuni vantaggi, a cominciare da 1400 euro al mese tra gettoni e indennità per le riunioni di consiglio e di commissione. A molti cambiano la vita, ad altri no. Certo, male non fanno. Ma per chi è dipendente fare il consigliere comunale ed essere anche capogruppo, come Marrone, ha un triplo vantaggio: perché oltre ai soldi, gode anche di tutta una serie di permessi retribuiti per partecipare alle sedute, e inoltre il Comune rimborsa parzialmente il datore di lavoro per le ore di lavoro perse. Se vi ricordate, capita ogni tanto di leggere che un consigliere comunale furbastro si fa assumere da qualche datore di lavoro compiacente con mansioni importanti, al solo scopo di ottenere rimborsi dal Comune. Un caso simile ha interessato nel nostro territorio l’ex consigliere comunale di Trapani, Francesco Salone (qui la storia).
Più spesso succede invece che un consigliere comunale, fa finta di dover partecipare ad una seduta di commissione consiliare – a Marsala si riuniscono ogni mattina a Palazzo VII Aprile e ogni consigliere è almeno in due o tre commissioni – mette la sua firma nel verbale, per intascare ugualmente il gettone e avere un paio di ore libere, a spese del suo datore di lavoro, e retribuite. Una pacchia. Poi basta portare un’autocertificazione falsa (con la compiacenza dell’ufficio di presidenza del consiglio comunale e degli altri consiglieri, che magari si proteggono a vicenda) all’azienda dove si lavora, ed è tutto a posto: “Io sottoscritto….ero in commissione politiche sociali alle ore x del giorno y. Visto, firmato e controfirmato”. Ma in realtà ero a fare la spesa…
Tutti questi privilegi sono previsti da una legge regionale, la 30 del 2000, che al comma 4 dell’articolo 20 disciplina proprio il funzionamento dei permessi sul luogo di lavoro per partecipare all’attività politica. Anche il comma 5 e il comma 6 sono interessanti.
Alfonso Marrone, consigliere comunale a Marsala, viene licenziato dalla Casa di cura Morana per “irregolarità” nei permessi. Cosa avrà mai combinato? Se lo chiede anche la Procura di Marsala, che starebbe indagando per falso. Ed ecco che un licenziamento, diventa anche materia penale.
Cerchiamo di capire bene cosa è successo, e se ci interessa, come cittadini, o no. Se ci sono responsabilità, penali o politiche, e di chi. A domani.