“Le mani della mafia e della massoneria deviata sui lavori al Tribunale nuovo di Marsala”

“Le mani della mafia e della massoneria deviata sui lavori al Tribunale nuovo di Marsala”

2017-02-08T12:09:24+01:00 10th Febbraio, 2017|inchieste|

“Ci sono le mani della mafia e della massoneria  deviata  sui lavori al Tribunale nuovo di Marsala”. E’ una delle scottanti rivelazioni del pentito Giuseppe Tuzzolino.

Sono dichiarazioni rese a maggio dello scorso anno da uno dei pentiti più discussi dello scenario antimafia, e sulla cui attendibilità ci sono molti dubbi. Tuzzolino ha parlato del tribunale nuovo di Marsala nel corso del processo a carico dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e ha tirato in causa l’architetto Calogero Baldo, il cui studio ha diretto i lavori del Palazzo di Giustizia marsalese e che ha definito “false” le dichiarazioni del pentito.

Da mesi le procure di mezza Sicilia indagano sui rapporti tra mafia e massoneria sull’isola. In particolare in provincia di Trapani si sta cercando di capire che tipo di connessioni ci sono tra le logge massoniche e Cosa Nostra guidata da Matteo Messina Denaro. La scorsa estate è esplosa grazie alle inchieste di Tp24.it  la bomba degli elenchi delle logge massoniche in provincia di Trapani, che contano circa 500 fratelli, da Trapani, a Marsala, a Mazara, a Castelvetrano, la città del boss super latitante, invisibile dal 1993.

L’inchiesta è arrivata anche ad un livello istituzionale, con l’interesse dalla Commissione Parlamentare Antimafia che ha convocato nei mesi scorsi anche il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, e ha sentito anche Teresa Principato, il sostituto procuratore che da anni dà la caccia a Matteo Messina Denaro. La Principato non ha mai nascosto l’idea che una latitanza come quella di Messina Denaro è possibile solo grazie a “coperture” importanti. E tra queste quelle che potrebbero garantire ambienti massonici.

Mafia e massoneria, un’antica alleanza che in questi mesi è tornata a far parlare di sé. E ne hanno parlato anche i pentiti Giuseppe Tuzzolino, architetto agrigentino, e Marcello Fondacaro, calabrese. Nei fascicoli ci sarebbero le rivelazioni sull’esistenza di una loggia chiamata “La Sicilia”, di cui farebbe parte anche Matteo Messina Denaro. Una massoneria segreta, che non avrebbe elenchi, che non ha nulla di pubblico e che ricorderebbe le vecchie logge segrete scoperte a Trapani negli anni ’80. E’ in questo contesto che si inserirebbero i lavori del nuovo Tribunale di Marsala. Per Tuzzolino sarebbe stata questa loggia, con l’aiuto di un avvocato marsalese, ad aver agevolato la realizzazione del nuovo Tribunale.
E’ una struttura enorme, che sorge tra le via Del Fante e Corso Gramsci, di cui Tp24.it se ne occupa da tempo. Una struttura tre volte più grande dell’attuale Palazzo di Giustizia che si trova in Piazza Paolo Borsellino, e che dovrebbe ospitare gli uffici giudiziari e la procura. Dovrebbe, perchè i lavori sono quasi completi da tempo, ma del trasferimento ancora non c’è traccia. Negli anni sono stati evidenziate alcune anomalie strutturali, e adesso ci vogliono degli adeguamenti di sicurezza. Il Tribunale è costato fino a questo momento 15 milioni di euro, tra fondi statali e comunali. La prima pietra l’ha posata nel 2008, quasi dieci anni fa, l’allora ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Si dice massone “in sonno” Tuzzolino quando parla di sé. Ha cominciato a raccontare fatti e retroscena scottanti sul triangolo mafia- politica-massoneria da qualche anno. Le sue dichiarazioni sono prese molto con le pinze. In alcune procure gli credono, in altre hanno più di un dubbio sulla sua attendibilità.

Parla pubblicamente del Tribunale di Marsala durante la sua testimonianza al processo contro l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo. Tuzzolino è stato arrestato nel 2013 per associazione a delinquere, truffa e turbativa d’asta. Da quel momento ha cominciato a parlare. Prima viene “schedato” come dichiarante, poi nel 2015 diventa un collaboratore a tutti gli effetti. E’ genero mancato dell’architetto agrigentino Calogero Baldo, ha vissuto per anni con la figlia. Baldo viene tirato in ballo da Tuzzolino più volte. Tra le altre cose dice che monopolizzava gran parte degli appalti anche nel Trapanese:

 “Andai due volte a Palermo alla Regione dopo alcuni mesi dall’elezione a presidente, per avere garanzie sui lavori, sullo sblocco dei fondi e sul sostegno allo studio Baldo di altrettante opere. Ci incontravamo alle 5.30 del mattino negli uffici di palazzo d’Orleans, si entrava senza problemi. Con noi (Tuzzolino, Baldo e Lombardo) c’era anche la dottoressa Patrizia Monterosso, segretaria della Regione, massone e tramite del presidente”, dice Tuzzolino nell’udienza di diversi mesi fa, è il maggio 2016. “Parlammo del tribunale di Marsala, in questo caso avevamo bisogno capire se c’era la possibilità dello sblocco dei fondi. L’appalto era finanziato sia dal Comune che dalla provincia che dalla Regione, un appalto di 13 milioni di euro. Fu un incontro organizzato anche questa volta dalla dottoressa Patrizia Monterosso. Il lavoro poi si fece, e lo studio Baldo guadagno quattro milioni di euro”.

Dichiarazioni che sono state poi smentite dallo stesso architetto Baldo.
Il legale di Baldo ha parlato di mendacità e calunnie rese dal Tuzzolino, in ordine alla realizzazione del Tribunale di Marsala, il quale afferma che l’opera nel 2008, non era coperta da finanziamento e che tale finanziamento doveva avvenire tramite contributi regionali, l’Arch. Baldo precisa che per il Nuovo Tribunale di Marsala, la Well Tech, insieme ad altri partners, ha assunto tramite partecipazione alla gara ad evidenza pubblica, attinente a servizi di architettura ed ingegneria, la Direzione dei Lavori, e che la suddetta opera è stata finanziata dal Ministero di Grazia e Giustizia e dal Comune tra la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000, come è facilmente rilevabile negli atti giacenti presso gli uffici del Comune di Marsala”.

L’ombra della massoneria per la realizzazione dell’opera, la presenza certa della mala burocrazia nel mancato utilizzo della struttura. Nuovissima, ma ancora non pronta. Servono ancora lavori e tanti soldi per rendere il Tribunale di Marsala sicuro. Domani facciamo il punto.

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".