Il 2018 comincia per me con una appuntamento
importante.
Venerdì prossimo, 5 Gennaio, alle 16, alla Tonnara di Bonagia, a Valderice, parlerò del libro che ho scritto insieme ad Andrea Bulgarella: “La partita truccata”.
Per molti Bulgarella non ha bisogno di presentazioni. Io non lo conoscevo, anche se mi ero più volte occupato della sua storia, fino a Giugno scorso, quando lui mi ha contattato e ha voluto conoscermi per chiedermi di aiutarlo a scrivere un libro, dove voleva denunciare tutte le connivenze, le scorrettezze, le piccole e grandi infamità viste in Sicilia e in Italia nella sua lunga carriera di imprenditore. E voleva raccontare anche della “partita truccata”, nella quale viene trascinato dalla Procura di Firenze, che lo accusa di contiguità con la mafia trapanese.
Si tratta di un libro esplosivo, sotto tanti punti di vista. Perché racconta cose incredibili, su Trapani e non solo, sulla mafia, le banche, perché io credevo di trovare un imprenditore grigio e pronto a giocare con tanti mazzi di carte, e invece mi sono ritrovato ad ascoltare l’urlo – si, l’urlo – di un uomo che ha visto e subìto troppe cose per stare in silenzio.
E’ un libro che va letto, secondo me, perché ancora una volta ci spiega come tutto, in Sicilia (e non solo in Sicilia), soprattutto sul fronte dell’eterna partita mafia / antimafia sia in realtà un gioco di specchi, dove i ruoli si confondono, si mischiano, dove le verità sembrano ogni volta scomporsi nella luce di un prisma.
So che questo libro mi esporrà a critiche, accuse, maldicenze. E’ già avvenuto per “Contro l’antimafia”. Però rimango fermo a un punto: e ciò che la scrittura, oggi, ha senso solo se è esposta. Una scrittura che non si espone è profondamente inutile.
Ecco perché ho deciso di scrivere questo libro.
Ma l’ho fatto soprattutto perché Andrea Bulgarella per me non è “il noto imprenditore” incappato in una brutta vicenda giudiziaria. Per me è molto di più: una persona che chiede di essere ascoltata. E ascoltare, oggi più che mai, credo che sia il senso del mio lavoro.
Ho ascoltato Andrea Bulgarella. Poi gli ho restituito la sua voce. Adesso quella voce parla a voi.