Nonostante le rassicurazioni e gli annunci, la grande corsa all’eolico in Sicilia e in provincia di Trapani non si è mai fermata. Un nuovo parco eolico è in fase di realizzazione. Si trova tra Paceco e Trapani, vicino la Riserva delle Saline gestita dal WWF, ed è progettato da Ecotec Sicilia Srl. Un parco che preoccupa molto i gestori della riserva, per il possibile “effetto barriera”,per la mancanza di studio sugli effetti sul transito migratorio degli uccelli. Siamo infatti in una zona di importanza internazionale per la tutela dell’avifauna.
L’impianto avrà una potenza da 46,8 MW con turbine da 3,6 MW, altezza del rotore di 137 metri (esclusa quindi l’elica) e sarà nel territorio comunale di Paceco e Trapani. Nella documentazione presentata, però, non c’è alcuno studio sull’imponente e importantissimo flusso migratorio che interessa quella parte di territorio, dove insiste non solo la Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, ben gestita dal Wwf, ma anche la più malmessa Riserva dello Stagnone di Marsala (come abbiamo raccontato questa settimana).
Proprio il Wwf ha chiesto agli enti interessati di vederci chiaro, senza ricevere risposta. Per capire di cosa stiamo parlando potete tenere presente questa immagine. Riporta in verde le turbine già esistenti (e sono tante…), in bianco l’area del progetto, e cerchiata di rosso l’area della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco.
Ma la vicenda è ancora più singolare se si tiene conto di un altro dato. Ovvero che ormai da undici anni, cioè dal 2005 la rete di trasmissione elettrica in Sicilia è satura. Cioè: ci sono troppe pale, troppe turbine, troppi campi eolici. E tutta questa energia non serve perché la rete non la può gestire. La situazione è ancora più paradossale dopo l’inaugurazione della linea di altissima tensione Sorgente – Rizziconi di Terna. La rete elettrica siciliana non è in grado di assorbire dall’energia eolica più di 1500 Megawatt. Ma già nel 2012 c’erano in Sicilia 92 impianti, con una potenza di 1749,2 MW. Il dato scende leggermente nel 2015, 1571 MW, per un totale di 1327 torri installate. Senza contare i “piccoli impianti”.
Eppure nel biennio 2014 – 2016 sono stati autorizzati altri sei nuovi impianti, con una potenza di 125 MW prevista, e altre 85 torri eoliche. E sempre in presenza di una rete che non può supportare questa energia immessa. La vicenda è stata attenzionata all’Ars solamente dal Movimento Cinque Stelle, che ha chiesto chiarimenti all’Assessorato Regionale all’Energia. La risposta dell’assessorato è del 15 Gennaio di quest’anno: “La quantità di megawatt approvati da fonte eolica è oggi pari a 1299 MW” scrive l’assessorato. L’eolico in Sicilia copre il 16% della domanda di energia elettrica della regione e corrisponde al 20% di tutta l’energia eolica prodotta in Italia. Ma la corsa all’eolico non si ferma. Perchè l’ Assessorato fa notare anche che “la potenza nominale degli impianti eolici in attesa di parere è di 2.820 MW” e ci sono in fase di istruttoria circa 95 richieste di autorizzazione.
Ma che senso ha continuare a produrre energia eolica se questa non viene utilizzata? Un senso ce l’ha. Perché uno studio del Cnel riporta una testimonianza di un dirigente di Terna, il quale ha rivelato che “gli impianti eolici che non hanno potuto produrre energia sono stati egualmente pagati ai produttori e i costi sono finiti in bolletta”. Si tratta della cosiddetta MPE, ovvero Mancata Produzione Eolica (MPE) che consiste nella limitazione o addirittura nello spegnimento di alcuni impianti eolici per evitare i rischi di sovrapproduzione, che portano la rete al black – out. Il fenomeno è descritto nel Rapporto energia 2015: “L’energia che sarebbe stata prodotta dagli eolici spenti o limitati, calcolata con parametri statistici, viene comunque remunerata al produttore, sempre attingendo dalla tariffa elettrica nazionale”.
In Sicilia la Mancata Produzione Eolica (MPE), come tante cose nell’Isola, cambia nome, e si chiama STM (Soluzione Tecnica Minima).
E in provincia di Trapani che accade? I dati sono pochi e confusi. Secondo un documento del 2013 ci sono in ballo richieste di parchi eolici per un totale di 671,55 MW, ma non si sa nè la localizzazione esatta, nè a che punto è il progetto. Le ditte coinvolte (alcune note anche alle cronache giudiziarie) sono: Asja Ambiente, Rewind Srl, Elian Energia Srl, Eolica del Vallo Srl, Borat Srl, Ecotec Sicilia Srl, Sud Wind srl, VCC Palermo srl, Eolica Falcone, Metora Srl, Edison Energie speciali spa, Regia Energia Srl, Atmosphere Spa, Aero Tanna srl.
Non aiutano i Comuni. Trapani e Paceco, ad esempio, che sono i Comuni interessati da questo nuovo parco, non hanno la Valutazione di Incidenza, cioè quel documento, che fa parte del Piano Regolatore, con il quale si determina l’incidenza, appunto, sui siti protetti, per impianti come quello in costruzione.
Quindi, ricapitolando: l’eolico in Sicilia cresce, nonostante ci siano fonti ufficiali che non solo dicano che è tutto un surplus che la rete non è in grado di assorbire, ma addirittura i gestori vengono pagati per NON immettere energia in rete. Non ci sono dati recenti e ufficiali sugli impianti in corso d’approvazione, e i Comuni non hanno neanche gli strumenti adeguati per una corretta valutazione. Ecco perchè, se andate alle Saline di Trapani e Paceco, dovunque posate lo sguardo sulla terraferma, siete circondati da pale eoliche.
In base alla legge regionale n. 29/2015 la Regione, entro 180 giorni, avrebbe dovuto individuare e mappare le aree non idonee alla realizzazione di impianti eolici. Il termine ultimo per allestire la mappa regionale delle aree off-limits a impianti di grandi dimensioni (quindi escluso il mini eolico) era il 27 maggio scorso. La mappa doveva tracciare, appunto, le aree vietate alle pale, perchè di particolare interesse ambientale, paesaggistico, archeologico, agricolo, oppure perchè aree a rischio ideogeologico. Adesso, non solo la mappatura non è stata presentata, ma chiunque può presentare progetti per impianti eolici, in qualsiasi area.