Abbiamo raccontato ieri i misteri che ci sono intorno alla candidatura della deputata Piera Aiello, eletta nel collegio di Marsala con il Movimento Cinque Stelle alle ultime Elezioni Politiche di Marzo 2018. Sulla legittimità della sua candidatura, dato che l’On.le Aiello ha una doppia identità in quanto testimone di giustizia, ci sono molti dubbi. E infatti la Procura di Sciacca, competente per territorio su Partanna, ha aperto un’inchiesta con l’accusa di falso in atto pubblico. Il Pm ha chiesto l’archiviazione, e il Gip si pronuncerà. Ciò non toglie che, al di là dei rilievi penali, ci potrebbero essere gli elementi per dichiarare la sua ineleggibilità.
La vicenda della candidatura di Aiello con il nome che non ha più coinvolge anche la Prefettura di Trapani.
Quando esce fuori, a fine Gennaio 2018, il certificato elettorale di Piera Aiello ai fini della candidatura, è proprio dalla Prefettura che parte una lettera urgente e riservata al Comune di Partanna, per chiedere conto e soddisfazione di quello che era successo e per chiedere anche l’annullamento della sua iscrizione nelle liste elettorali, che era stata erroneamente fatta.
In quel momento partono le indagini. Ma al di là della responsabilità penale, il documento che Aiello ha presentato per la candidatura è comunque non valido, perchè, scoperto l’errore il suo nome è stato depennato dalle liste elettorali, dove era stato impropriamente inserito giusto il tempo per stampare il certificato da consegnare per la candidatura.
Ma c’è di più. Più di un funzionario della Prefettura. fa notare a Tp24.it che, nel momento in cui Piera Aiello si candida con il nome che non ha più, mostra il suo volto e fa attività pubblica, in quanto parlamentare, sta, di fatto, rinunciando al programma di protezione, e a tutti i soldi spesi dallo Stato per lei, per la nuova identità, la nuova residenza, il lavoro alla Regione Siciliana.
Questa foto, ad esempio, ritrae Piera Aiello, con il volto ancora nascosto, insieme al Presidente della Regione Siciliana di allora, Rosario Crocetta, quando nel 2015 viene annunciata in una conferenza stampa la sua assunzione alla Regione. Qui l’articolo. Crocetta, melodrammatico come sempre, non mancò di commuoversi annunciando l’assunzione di Aiello e di altri testimoni di giustizia.
Il problema non è di poco conto.
Il nome Piera Aiello, di fatto, esiste solo nel tesserino da parlamentare, e in un certificato elettorale che è stato valido solo pochi giorni (cioè da quando il Comune di Partanna lo ha rilasciato a quando la Prefettura ha scoperto l’inghippo).
Poi c’è un’altra donna, Miss X, della quale noi non sappiamo nulla.
Per spiegare meglio: questa è la pagina del sito della Camera dei Deputati dove c’è la scheda della parlamentare.
Per legge, i parlamentari devono dichiarare ogni anno le cariche pubbliche ricoperte e il loro stato patrimoniale. Per Piera Aiello, non ci sono cariche, e non ci sono beni patrimoniali. E’ insieme una verità e un’omissione. Perché da un lato è normale che una persona che non “esiste” più non abbia cariche e beni. Ma non è normale che questa persona abbia un’altra identità, con un posto di lavoro pubblico alla Regione Siciliana, magari, e noi non sappiamo nulla.
Chi ci garantisce che su questa doppia identità non si creino equivoci?
A chi va la ricca indennità di parlamentare? A Piera Aiello o a Miss X?
Piera Aiello è indagata per falso.
E Miss X? Magari ha processi in corso?
Adesso ci spostiamo a Roma.
I Cinque Stelle hanno rigide regole per le candidature, circa precedenti penali, processi in corso, eccetera. Noi sappiamo molto di Piera Aiello. Non della sua altra identità, Miss X.
Con un paziente lavoro di ricerca la redazione di Tp24.it ha scoperto che Miss X (l’altra identità di Piera Aiello) in effetti ha al momento un processo in corso, per aggressione, a Roma.
Ci siamo anche presentati all’udienza, tra il pubblico, lo scoro 12 Febbraio. E abbiamo visto Piera Aiello dichiararsi con l’altro nome. E come imputata. Qui potete vedere il foglio con il calendario delle udienze. Il nome dell’alias di Piera Aiello, e delle altre parti coinvolte nel procedimento (iscritto nel ruolo 4912/2017 del Pm e in dibattimento come 616/2019) lo abbiamo oscurato.
La prossima udienza sarà il 10 Maggio, Aula F., Giudice Saverio Romano.
L’avvocato di Piera Aiello / Miss X è Aurelio Bentivegna del Foro di Palermo (con Peppe Gandolfo, infatti, il suo primo avvocato, ha litigato. Gandolfo è coinvolto nella vicenda del certificato misterioso, ma non è indagato…). I fatti per cui Aiello è sotto processo risalgono al 2015, mentre il procedimento dove è imputata è del 2017. Quindi lei, al momento della sottoscrizione della candidatura, era a conoscenza anche di questa pendenza. La base grillina non sa nulla. E i vertici dei Cinque Stelle?
Di più sulla vicenda non sappiamo. Nonostante ci sia in ballo un parlamentare della Repubblica Italiana, dal caotico ufficio di cancelleria penale del Tribunale di Roma, negano la consultazione del fascicolo.
Sia chiaro, qui non si sta dicendo che la parlamentare ha commesso chissà quale reato. L’accusa di aggressione può cadere in qualsiasi momento, anche per la remissione della querela della parte offesa. Qui il dato importante è un altro: c’è una persona con una doppia identità, parlamentare della Repubblica, che non mostra chiarezza nè su come si è candidata, nè sulle diverse pendenze che può avere con la sua doppia vita. Facciamo un altro esempio: chi ci assicura che Miss X, dichiarando un reddito “normale” (l’indennità da Parlamentare va magari in un conto intestato a Piera Aiello…) non abbia maturato il diritto ad un alloggio popolare o a qualche altro beneficio di legge? E’ un esempio, per carità.
Ma c’è una comunità, quella del partito dei Cinque Stelle, e quella del collegio dove è stata eletta, che attende delle risposte. Ed è il momento che ognuno, in questo ennesimo teatrino dei “testimonial” dell’antimafia, si assuma la sua responsabilità. Che prima di essere penali, sono, soprattutto, politiche ed etiche.