Continuiamo il nostro viaggio dietro alcune dinamiche criminali a Campobello di Mazara. Raccontiamo come alcuni personaggi coinvolti nelle recenti operazioni antimafia abbiano fatto il bello e il cattivo tempo nella vita politica di Campobello. Di come personaggi ritenuti organici a cosa nostra siano dentro le cose amministrative in modo da condizionare funzionari e politici.
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Campobello è una piccola città, si dirà che si conoscono tutti. Ma questo certamente non sminuisce certi contatti tra politici e funzionari con personaggi ritenuti organici a cosa nostra. Perchè stiamo raccontando queste storie? Perchè Campobello, come molti piccoli comuni, vengono spesso dimenticati, e lasciati da soli nei momenti delicati, come quelli di avvicinamento alle elezioni amministrative. Ma l’esercizio della democrazia, a Campobello, in passato è stato inquinato da rapporti di interesse trasversali tra esponenti mafiosi e politici del posto.
Vito Bono, di cui ci siamo occupati in questi giorni, ritenuto organico a cosa nostra, ha rapporti con diversi esponenti politici e della borghesia campobellese e nel periodo oggetto d’investigazione. Si interessa a tante cose, come abbiamo visto ieri. Dalla nomina del capo della polizia municipale, agli appalti per la rete fognaria. Si interessa anche dell’appalto per l’istituzione di un consorzio di ausiliari del traffico. Gli inquirenti a tal proposito intercettano una conversazione tra Bono e l’avvocatessa Antonella Loredana Lombardo, moglie del consigliere comunale Christian Angelo Accardo.
I due concordano un successivo incontro che avverrà qualche giorno dopo nell’ufficio del Comandante Bucca tra quest’ultimo, il consigliere comunale Angelo Accardo e Vito Bono.
L’oggetto della discussione è la costituzione di una società che dovrà partecipare al bando di gara degli ausiliari del traffico. Dal tenore della conversazione, scrivono gli inquirenti, si comprende che la carica di presidente del consorzio sarà probabilmente assunta dal fratello dell’avvocatessa Lombardo, tale Pietro Angelo Lombardo, cioè il cognato del consigliere comunale Angelo Accardo.
E’ Bono a porre la questione. “Siccome mi ha chiamato il comandante… vuole fare parte della cooperativa con gli ausiliari del traffico. Io non voglio sapere niente perchè c’è incompatibilità tra me e la cooperativa poi, quindi, sto cercando un presidente, hai capito? per prendersi questa cooperativa e gestire tutti questi ausiliari. Ne dobbiamo parlare”, dice alla moglie del consigliere.
“Invece con quella cosa dei vigilantes? Oggi mi hai accennato a questa cosa dei vigilantes, con il Comandante Bucca”, chiede la moglie del consigliere comunale a Vito Bono.
Lui spiega che “E’ importante. Ci vogliono almeno quindici sedici persone che devono lavorare. Io ne ho cercati undici, sono arrivato a undici, dodici persone”. E’ una vicenda che potrebbe avere anche un tornaconto elettorale. “Comunque, quando poi ho chiamato te er quella situazione… minchia, ho detto, aspetta, ma non possiamo farla gestire ad antonella questa cosa e i voti restano… è giusto?”. La moglie del consigliere si mette a disposizione. “Io sono a disposizione, veramente dico. Tra l’altro essendo mio marito consigliere non ho posizione di incompatibilità. Non so se mi spiego”.
Qualche giorno dopo Vito Bono e Angelo Accardo si sentono per fissare un incontro. E’ bene specificare che i due, marito e moglie, non sono indagati. Ma i contatti con un arrestato per mafia ci sono stati.
Nel già inquietante intreccio si inserisce la figura di Giuseppe Accardo (soggetto legato al capomafia campobellese Filippo Sammartano), titolare di una ditta di onoranze funebri di Campobello di Mazara, a cui il mafioso Vincenzo La Cascia e Vito Bono sono particolarmente legati.
Secondo gli inquirenti Giuseppe Accardo sarebbe sollecitato dal Bono a recapitare al consigliere comunale Angelo Accardo una non meglio specificata lista di nomi.
Vito Bono ha legami anche con esponenti politici castelvetranesi coinvolti in inchieste di mafia tra cui il “famoso” Lillo Giambalvo, nipote del boss mafioso campobellese Vincenzo La Cascia, di cui si è parlato per le sue famose frasi di adorazione totale al boss latitante Matteo Messina Denaro ma assolto dall’accusa di essere mafioso. Vito Bono l’8 ottobre 2014 chiama Giambalvo, all’epoca consigliere comunale a Castelvetrano, e con la scusa del caffè gli chiede di acquisire informazioni su eventuali appalti commissionati dall’allora sindaco Errante per delle cooperative. “Ma sai se hanno fatto cooperative cose, dice che Felice ci deve dare appalti, ma vero questo discorso è?”.
Giambalvo, forse per timore di essere intercettato, interrompe bruscamente la conversazione e rimanda il tutto a una chiacchierata di presenza.
Bono e La Cascia, i due principali attori di queste puntate su Campobello, sono stati sempre molto attivi in politica. Vedremo domani in che modo hanno rivolto le loro attenzioni alle ultime elezioni politiche a Campobello, quelle che hanno determinato l’elezione a sindaco di Giuseppe Castiglione, primo cittadino in procinto di ricandidarsi.
FINE TERZA PARTE