Ad un certo punto, al primo piano, salite le scale, e superata l’area più luminosa della struttura c’è una stanza, una stanza senza finestre, come tante nell’edificio, solo che qui c’è un cartello: “Stanza calma“. Sul suo significato si interrogano in tanti: una sala d’attesa per le udienze? un punto di ritrovo in caso di emergenza? un abbattitore gravitazionale (hai visto mai …)?
E’ uno dei tanti piccoli misteri del nuovo palazzo di giustizia di Marsala all’angolo tra Via del Fante e Corso Gramsci.
La storia della sua tormentata costruzione l’abbiamo raccontata su Tp24 sin dal 2012, c’è anche una sezione apposita del nostro sito con tutti gli articoli (la potete consultare cliccando qui).
Quanto è costato? Difficile a dirsi. Noi a 13 milioni e 500 mila euro ci siamo fermati. Poi abbiamo perso il conto.
Ecco la descrizione dell’edificio, tratta dalla relazione dell’ultimo progetto di adeguamento:
Il Nuovo Palazzo di Giustizia è ubicato a Marsala tra il Corso Gramsci e la Via del Fante, distadal centro storico della città circa un chilometro ed posto in modo strategico per il raggiungimento, dallo stesso, delle principali direttrici per l’ingresso alla Città, S.S. 113 direzione Trapani, S.P. 21 direzione aeroporto Trapani-Birgi, S.S. 188 direzione Salemi e, percorrendo il lungomare mediterraneo, S.S. 113 direzione Mazara del Vallo.
L’immobile è composto da cinque corpi di fabbrica, di cui 4 adiacenti e comunicanti direttamente fra di loro ed il quinto collegato agli altri per mezzo di una passerella “tunnel” sopraelevata a livello del primo piano. Tale passerella “tunnel” è realizzata interamente con struttura portante metallica.
Gli immobili sono costituiti da piano cantinato, piano terra, primo piano ed un secondo piano che interessa esclusivamente la parte di immobile prospiciente il Corso Gramsci.
Complessivamente l’immobile ha una superficie coperta lorda di mq. 14.300 disposta nei diversi piani, di cui mq. 1.150 attualmente locali tecnici non utilizzabili posti al piano cantinato, mq. 750 depositi-archivi sempre al piano cantinato, mq. 650 autorimessa, mq. 5.500 destinati ad uffici, archivi ed accessori al piano terra, mq. 5.500 destinati ad uffici, archivi ed accessori al piano primo e mq. 750 destinati ad uffici ed accessori al piano secondo.
Nel 2012 il tribunale era, di fatto, pronto, poi si sono accorti che era tutto progettato male. Si è andati avanti così, ad aggiustare, riparare, spostare muri, riordinare gli spazi. Adesso l’edificio è operativo.. Quanto sia costato in definitiva non lo sappiamo. La presidente, Alessandra Camassa, a domanda risponde: “Andate nell’albo pretorio del Tribunale e vedete, è tutto pubblicato”. Non è così facile. Perché è vero che il Tribunale ha pubblicato, periodicamente, lo stato di avanzamento dei lavori (qui ad esempio il comunicato stampa con i lavori del 2018). Ma non sappiamo le cifre. E le cifre sono importanti.
E chissà se un giorno qualcuno pagherà per questo pasticcio. L’edificio è bello, è nuovo, riqualifica un’area di Marsala. Ma parlando con chi nel Tribunale lavora, ad ogni livello, la sensazione è quella di un’occasione mancata: si poteva fare un’opera pubblica completa e funzionale. Si è creato invece un edificio con tanti difetti, alcuni risolti, altri cronici. Altri ancora che magari scopriremo nel tempo…
Il difetto più importante, che si nota, è la mancanza di luce. C’è come un’aria lattiginosa che copre gli ambienti di questo edificio. Il motivo è dato dalla scelta del progettista di costruire questi finestroni scuri, che filtrano molta luminosità. Morale: tranne nella corte centrale, nelle stanze del tribunale ci sono luci accese tutto il giorno, soprattutto nelle aule, dove si crea questa atmosfera molto noir. Sembra quasi un set.
Si può aprire la finestra, si dirà. No. Le finestre non si possono aprire, tranne per un lucernario in cima. Per gli impiegati è una cosa un po’ claustrofobica: vetri scuri e finestre che non si possono aprire, luci accese e impianto di areazione al massimo tutto il giorno. I più sfortunati sono quelli del piano terra, perchè aggiungono a tutto ciò, anche le barre di sicurezza alle finestre, e gli alberi di Corso Gramsci, a filtrare la poca luce rimasta.
E il problema delle colonne? Quello c’è sempre. Vi ricordate? Fu denunciato dalla nostra redazione ormai quasi sette anni fa. Divenne un caso nazionale, arrivò su tutti i giornali. Il tribunale era pronto, ma inutilizzabile, perchè tra i tanti difetti riscontrati dall’allora presidente Natoli c’era quello delle colonne “infami” dentro le aule, che impedivano al giudice di controllare chiaramente l’aula. Da allora è stato tutto un riprogettare, spostare tramezzi, pareti, aprire, chiudere. La situazione attuale è quella di un compromesso, come dimostra l’aula, ridisegnata, delle udienze preliminari. Le colonne non sono state rimosse, ma, in qualche modo, si è cercato di ridurre il loro impatto cambiando conformazione all’aula. Ci si è adattati anche a questo.
L’edificio è grande, dispersivo. Per ora molti avvocati si aggirano un po’ spaesati, bisogna prenderci mano, è ovvio. Qualcuno lamenta che alcune insegne sono state messe pure male. Sono costate “solo” 33.000 euro, ci sta …
Si aspettava da sette anni l’apertura di questo tribunale. Lo si capisce dalle sedie negli uffici. Sono nuove, eppure sanno di muffa. Come mai? Sono state anni in un deposito. Erano state consegnate- raccontano degli impiegati – ma il tribunale era ancora chiuso. Particolare cura agli interni non è stata data. Se l’ex presidente Natoli, al suo primo giorno in Tribunale, rimase chiuso in ascensore (ma era l’edificio vecchio …) ad un impiegato, nel nuovo tribunale, è toccato in sorte di rimanere chiuso … in bagno. Per un difetto della serratura. Poi, però, con una spallata, la porta è si aperta.
Infine, ci sono le voci. Quali voci? Quelle che sentivano le persone da una stanza all’altra, da sopra a sotto. Come mai? Si è scoperto che la realizzazione degli infissi aveva lasciato nell’intercapedine uno spazio, perchè la vetrata esterna è in pratica unica. In quello spazio, di qualche centimetro, in pratica, si sentivano rumori e voci tra le stanze al piano terra e quelle al piano superiore. Morale? Si è intervenuti con della schiuma isolante in poliuretano…
Questo il tribunale nuovo. E il vecchio? Il Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, aveva promesso in campagna elettorale che lì avrebbe messo l’Istituto Commerciale di Via Trapani, da decenni in affitto con costi altissimi per la collettività. Invece poi ha cambiato idea. Lì, in Piazza Borsellino, andranno gli uffici comunali sparsi per il territorio. Il primo a trasferirsi sarà l’Ufficio Acquedotto, insieme agli altri uffici che stanno ad Ambalina. Poi, si vedrà…