Riflessione a margine sulla surreale vicenda a di Corleone. Luigi Di Maio, il capo del Movimento Cinque Stelle, ha ripudiato il candidato Sindaco grillino, giò dirigente di Libera in Toscana, perchè ha detto che per lottare la mafia è necessario non isolare i parenti dei mafiosi. Faccio sintesi di un pensiero più articolato, laico, che l’ortodossia antimafia, che vede nei Cinque Stelle le nuove vestali, ha subito tacciato di complicità con Cosa nostra. Tanto che, appunto, il candidato dei Cinque Stelle è stato “cacciato” da Di Maio.
E quindi, mentre a Corleone chi “apre” ai parenti dei mafiosi viene cacciato, altrove, nei Cinque Stelle, in Sicilia, i parenti dei mafiosi, invece, formano meet up, fanno politica attiva, addirittura decidono le candidature. Come la mettiamo?
Sembra quasi che per i Cinque Stelle la colpa del povero Pascucci sia stata non tanto farsi la foto con il nipote di Provenzano, ma non essere lui il nipote di Provenzano. Ripeto: altrove, in Sicilia, a pochi chilometri di distanza da Corleone, avrebbe fatto carriera…