Funaro, gli onorevoli ‘da sistemare’ e i pizzini: “Ecco come stanno realmente le cose”

Funaro, gli onorevoli ‘da sistemare’ e i pizzini: “Ecco come stanno realmente le cose”

2020-04-24T06:45:27+02:00 4th Marzo, 2016|inchieste|

Le mail sugli “onorevoli da sistemare”? “Solo mail di servizio tra associazioni di categoria”. I pizzini di Matteo Messina Denaro nel suo Pc? “Solo articoli di giornale che raccontavano dei pizzini rinvenuti nel covo dei Lo Piccolo”.
Pietro Funaro, imprenditore di Trapani, racconta come sono andate le cose a proposito dei file trovati nel suo pc dai periti nominati dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani.
Funaro nell’agosto del 2014 è stato destinatario di un sequestro preventivo per circa 25 milioni di euro perchè sospettato di essere in affari con la mafia. Ex vice presidente Regionale ed ex presidente provinciale dell’Ance, Funaro si occupa di edilizia, la sua impresa, posta sotto sequestro, negli anni ha partecipato a diversi appalti pubblici in Sicilia.

Ora hanno fatto scalpore le notizie sulla presenza di una lista nel pc di Furaro con una quarantina di onorevoli della Regione da “sistemare”, quelli da contattare per far votare una legge. Tanto scalpore da portare il presidente della Regione Rosario Crocetta a sospendere il disegno di legge votato nel 2014 e che tra poco sarebbe andato in aula. Crocetta figura nell’elenco delle persone “avvicinate” presente nel pc di Funaro.
La norma era stata sostenuta fortemente dal Movimento 5Stelle e dall’Ance perché riduceva i massimi ribassi cambiando il sistema di calcolo per le offerte anomale negli appalti pubblici. Venne poi impugnata dal governo nazionale ed è in corso il contenzioso alla Corte costituzionale. Nel frattempo è rimasta in vigore in Sicilia e i ribassi sono infatti crollati da quasi il 40 per cento a una media del 20 per cento. Ora però Crocetta vuole bloccare la legge presentando un ddl da votare subito.
“Non si può tenere in piedi una legge che può avere il minimo sospetto di inquinamento mafioso – dichiara Crocetta all’Adnkronos – fra l’altro, il governo ha presentato in tempi non sospetti, e prima ancora che venisse fuori questa bruttissima vicenda, un emendamento di modifica concordata con il governo nazionale, che ancora non è stato discusso in aula né nelle Commissioni di merito”.
Questi sono i risvolti politici di una faccenda tutta da chiarire.
Contattato da Tp24.it Funaro ha raccontato la sua versione, carte alla mano. Cos’era quella mail, cosa sono i “pizzini” di cui si parla, e come è nata quella legge.
Pietro Funaro racconta che quella mail gli è arrivata nel luglio del 2014, qualche giorno prima del provvedimento di sequestro a suo carico e del padre Domenico, per un valore stimato di 25 milioni di euro. I beni sono per lo più immobili, l’azienda di famiglia (la Funaro costruzioni srl) ed alcune quote in società consortili.
“La mia famiglia non ha mai ricevuto un fallimento in 90 anni di storia. Non abbiamo mai ricevuto un avviso di garanzia, il procedimento di sequestro nasce per alcuni sospetti sul nostro conto”. I sospetti degli inquirenti sono quelli che hanno coinvolto anche altre aziende nella provincia di Trapani. Il sospetto è che le aziende dei Funaro fossero state vicine alla mafia, legate a Virga, legate a Vito Tarantolo, imprenditore  colpito da una confisca antimafia, legate alla benedizione economica di Matteo Messina Denaro. Sospetti “infondati”, dice Pietro Funaro “perchè non mi sono mai servito per il calcestruzzo da Virga, e lo dicevo anche ai miei colleghi di non servirsi da lui, dalla Calcestruzzi Ericina prima del sequestro”. La Calcestruzzi Ericina è l’azienda confiscata alla mafia trapanese riferibile al boss Vincenzo Virga.

Ma cosa sono questi onorevoli da sistemare? Questa mail trovata nel pc di Funaro.
Si stava lavorando per approvare il disegno di legge sugli appalti in Sicilia per abbattere il tetto del massimo ribasso nelle gare pubbliche. “E’ stato il Movimento 5 Stelle a contestare il sistema delle gare al massimo ribasso, e Crocetta poi ha ricevuto un comitato di associazioni di categoria. In quella riunione disse che tutte le gare con ribasso superiore al 25% erano suscettibili ad infiltrazioni mafiose”. Poi in estate dopo tavoli di concertazione tra Ance Sicilia, rappresentata da Domenico Cutrale, Confindustria, e funzionari dell’assessorato alle Infrastrutture, le idee per l’emendamento arrivano in commissione.
A luglio arriva la mail, quando Funaro non era più vice presidente regionale dell’Ance. “E’ arrivata anche a me perchè avevo partecipato pure io, mesi prima, al comitato delle sigle che incontrò Crocetta per abbattere i massimi ribassi. Questa comunicazione trovata nel mio pc è sostanzialmente un’attività dei sindacati con la quale si era detto di informare i deputati sul contenuto della legge prima di andare in aula. Una legge che abbiamo contribuito a scrivere, non solo l’Ance ma anche altre associazioni”.
Funaro racconta che il 30 luglio 2014 gli arriva la mail, a lui e ad altri suoi colleghi delle associazioni di categoria, da Salvatore Candela, dell’Api, l’associazione piccole industrie. “Questo messaggio gli arriva a sua volta da Gaetano Scancarello. Nella mail si legge ‘vi inoltro il foglio excel degli onorevoli che hanno firmato l’emendamento presentato, 22, a seguire gli onorevoli che ci hanno dato l’assicurazione di firmarlo in aula. Siamo a quota 46, e serve un ulteriore sforzo di chi può avvicinare gli altri onorevoli per aumentare la condivisione’”. E’ questa la frase incriminata, nella mail, che viene letta in aula d’udienza – senza dare molto peso pare – dal consulente nominato dal Tribunale di Trapani che ha setacciato i pc di Funaro. Spiega che si trattava di una mail di servizio e che nel file excel allegato, denominato “onorevoli da sistemare”, i primi 15 nomi sono del Movimento 5 Stelle e non c’erano altri nomi accanto, “perchè non c’era bisogno di notiziarli visto che erano stati tra i promotori di questa legge”. In sostanza, supportato dalla relazione sull’esame del pc del consulente nominato dal Tribunale, Luigi Furitano della Digital Italian Forensic, Funaro racconta che “gli onorevoli da sistemare” erano deputati regionali a cui bisognava spiegare in cosa consistesse la legge e che quell’elenco riportava anche i firmatari della legge. 

L’altra questione emersa nell’ultima udienza del procedimento a carico di Funaro riguarda i famosi pizzini di Matteo Messina Denaro. “Se avessi pizzini nel mio pc sarei in galera” dice l’imprenditore.
Il materiale, secondo quanto detto dal perito in aula, sono stati trovati nel pc di uno dei dipendenti di Funaro. “In realtà c’erano tutte le rassegne stampa che ricevevamo e le copie tratte da internet di un articolo pubblicato da S dove si parlava di Lo Piccolo e dei pizzini trovati nel suo covo che gli ha mandato quel fetentone di Messina Denaro”. Niente altro. La vicenda, così per com’è emersa, ha fatto sbalzare gli animi a Crocetta che ha deciso di voler bloccare la legge che evita ribassi esagerati sugli appalti pubblici. “E poi vorrei ricordare che in quel file ci sono anche nomi di deputati del Movimento 5Stelle, senza volere accusare nessuno. Uno dei firmatari grillini è proprio di Trapani. Ma solo io sono finito in questo tritacarne mediatico” conclude il Governatore che ha annunciato lo stop alla legge.

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".