Tre ciminiere, alte 15 metri, sette generatori a gasolio. Il tutto in Contrada Fossafelle a 350 metri da Cala Azzurra, a 500 metri da Bue Marino. Siamo a Favignana: nella più grande delle isole Egadi si vuole realizzare una centrale elettrica con un progetto che fa molto discutere. Il caso lo abbiamo raccontato tempo fa, ma adesso torna d’attualità, perchè per superare i dubbi dell’Amministrazione Comunale e le proteste di alcuni consiglieri la Regione Siciliana ha deciso di inviare sull’isola un commissario ad acta per approvare la variante urbanistica necessaria a dare il via ai lavori. L’impianto della discordia è quello della SEA, la società elettrica che vende l’energia agli abitanti dell’isola che, come altre isole siciliane, non è attaccatta alla rete Enel. La zona in cui dovrebbe sorgere è un’area di due ettari, tutelata dal Piano Paesaggistico e dall’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, la più grande d’Europa. Sono previsti, oltre a ciminiere e generatori in gasolio, anche capannoni in cemento armato, silos, sala macchine. I sette generatori di corrente a gasolio saranno attivi 24 ore al giorno per produrre 25 megawatt di energia. Per la società l’impatto della nuova centrale sull’isola non darà alcun disturbo e sarà di bassissimo impatto, soprattutto visivo, ma per il Sindaco Giuseppe Pagoto si tratta di un “progetto datato”. E aggiunge: “Riteniamo che l’assessorato non voglia e non possa decidere per noi perché è proprio su questioni così importanti che si deve dare a una comunità la possibilità di confrontarsi ed esprimersi”.
L’attuale centrale di Favignana si trova, dalla fine degli anni ’70, in contrada Madonna, vicino al cimitero e fuori dal centro abitato. A lavorarci, tra personale amministrativo e operai, sono circa 20 addetti. La centrale è dotata di sette motori di cui due inutilizzati dopo un sequestro per inquinamento acustico.
Intanto il prossimo 8 Aprile arriverà a Favignana il commissario ad acta per approvare la variante urbanistica che il consiglio comunale non vuole approvare. La Regione si muove in base al “preminente interesse pubblico”, ed ha dalla sua il parere della Soprintendenza, che, paradossalmente, in base allo stesso piano paesaggistico, approvato nel 2013, non consente la realizzazione neanche di un muretto nei terreni adiacenti a quello (particella 11, foglio mappale 45) dove sarà possibile addirittura costruire una centrale elettrica.
La Sea – Società Elettrica di Favignana Spa è controllata dalla famiglia palermitana Accardi attraverso la Selma Srl. Gli Accardi, nel tempo, hanno costruito una fortuna a Favignana, e adesso contano anche un albergo ed un esteso uliveto. Ed è proprio la Selma Srl che, nel 2008, ha comprato il terreno di Contrada Fossafelle per la nuova centrale e lo rivenderà alla Sea, una volta approvato il progetto. La Selma Srl, amministratata dalla signora Accardi, Elisabetta Bonsignore, ha dunque comprato in tempi non sospetti un terreno che ora rivenderà alla Sea, amministrata dal marito di Bonsignore, Filippo Accardi. Curiosità: a quanto è stato comprato il terreno nel 2008? E a quanto verrà venduto tra le società amministrate dai due coniugi? La domanda non è di poco conto: da quanto ha appreso la nostra redazione il progetto della nuova centrale è interamente finanziato, costo del lotto di terreno compreso, dalla CSEA, la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali. Perchè questo doppio passaggio nell’acquisto del terreno? E che tipo di servizi, magari poi rimborsati dalla Csea “vende” Selma slr a Sea spa?
“Il tecnico che ha fatto il piano paesaggistico di Favignana ha stabilito che la zona dove sorgerà la nuova centrale sarà tutta un’area protetta, tranne, guarda caso, l’area di proprietà dello stesso titolare della centrale elettrica di Favignana… – ha dichiarato il consigliere Michele Rallo, sollevando il caso la prima volta – E’ strano che proprio in quel puntino non ci siano motivi di tutela del territorio, mentre tutt’altrove si. Ed è strano che la centrale elettrica debba essere fatta proprio, giusto giusto, nel terreno di proprietà del titolare dell’attuale centrale”.