“Con Giacomo Tranchida ho un conto aperto dal 2007. Allora lui era Sindaco di Erice, e ci fu una mozione di sfiducia nei suoi confronti. La mozione sarebbe anche passata, ma Tranchida riuscì a far passare dalla sua il presidente del consiglio comunale di allora, Giovanna Millocca e alcuni consiglieri. Per quella vicenda, io fui indagato, Tranchida no, perché? ”. Lo ha raccontato nei giorni scorsi in un’intervista a Tp24.it l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, che ha aggiunto: “Tranchida è protetto”. Che significa?
Nel dubbio abbiamo cercato di capire bene a cosa si riferisse Ruggirello. Ne è venuta fuori una storia molto interessante. Eccola.
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Nel 2007 Giacomo Tranchida, oggi Sindaco di Trapani, diventa Sindaco di Erice. Non ha però la maggioranza in consiglio comunale. Come fare ad eleggere un presidente vicino a lui? Tranchida pensa bene di fare un accordo con l’influente politico Peppe Bianco (uno dei nomi che adesso pubblicamente disprezza, nonostante la figlia Annalisa Bianco sia in maggioranza con lui a Trapani… ) per l’elezione a presidente del consiglio comunale di Roberto Brucato, centrodestra.
Paolo Ruggirello, allora anche lui nel centrodestra, non ci sta. E per fare saltare l’accordo si muove per fare eleggere presidente Giovanna Millocca, consigliera di maggioranza. E’ il 3 Luglio 2007. L’operazione riesce. Millocca viene eletta con undici voti. Ne seguono polemiche infinite. Per Tranchida è uno schiaffo personale e una sconfitta politica. Per capire il clima di tensione, basta vedere un pezzetto di una delle tante liti in consiglio in quel periodo.
Racconta Millocca: “Da quel momento inizia un conflitto istituzionale con il Sindaco Tranchida, che parla di delinquenza del consiglio comunale” a maggioranza di centro destra, che gli fa ostruzionismo. Addirittura Tranchida dice che in consiglio comunale c’è una specie di Banda Bassotti, sono parole sue. Ne nasce una querela per diffamazione che si conclude nel 2012 con l’assoluzione del Sindaco (qui il nostro articolo).
Il 12 Agosto del 2009 viene bocciato il bilancio di previsione. La Regione invia un commissario, che poi lo approva. Il passo successivo, per legge è lo scioglimento del consiglio. Ma 14 consiglieri fanno ricorso per un vizio di forma.
In quei giorni 8 consiglieri comunali presentano anche una mozione di sfiducia per Tranchida.
Nonostante ci siano dubbi sull’irregolarità dell’operato del commissario, la Regione invia un secondo commissario per sospendere il consiglio comunale. Questo decreto arriva il giorno prima in cui il consiglio comunale era convocato per la mozione di sfiducia a Tranchida.
Ad ottobre 2009 il Tar dà ragione ai ricorrenti: e sospende… il decreto di sospensione. Il consiglio torna pertanto nella sua piena operatività.
Il 30 Ottobre 2009 il consiglio comunale di Erice viene quindi convocato per discutere la mozione di sfiducia.
Il giorno prima i consiglieri di centrodestra preparano una seconda mozione. Alla Millocca viene chiesto di firmare, ma lei vuole la firma di tutti i consiglieri che hanno voluto la sua elezione a presidente. E avvisa di questo Tranchida.
Il 30 Ottobre stesso la prima mozione viene ritirata. Il 5 Novembre c’è una nuova riunione per firmare la seconda mozione, e ancora una volta Millocca si rifiuta: vuole che alla sua firma segua immediatamente la presentazione della mozione. Cosa che avviene.
Il 16 Novembre Millocca convoca i capigruppo per mettere in calendario la mozione. E comunica che sarà assente dal 29 Novembre e per 4 giorni. Il consiglio pertanto viene convocato prima, il 24 e 26 Novembre.
Prima della seduta Millocca riceve una telefonata da Giuseppe Zummo, factotum di Ruggirello Le chiede un incontro. Si vedono il 25 Novembre nello studio di Millocca, e Zummo viene con Bice Ruggirello, sorella di Paolo. Le chiedono di votare assolutamente la mozione di sfiducia. Millocca dice che non dipende da lei, e che altri consiglieri hanno già deciso di non votarla. Bice Ruggirello insiste. Il giorno dopo Millocca riceve una telefonata dello stesso tipo da un’amica comune con Paolo Ruggirello.
Millocca in realtà già ha deciso: vuole votare favorevolmente. Sa infatti che alcuni consiglieri non voteranno la mozione, e pertanto non passerà. Il suo si è ininfluente ma le permette di mostrare correttezza nei confronti del centro destra che l’ha eletta presidente.
La mattinata del 26 Novembre c’è grande agitazione. Durante una sospensione dei lavori alcuni consigilieri hanno un’accesa discussione con la presidente Millocca. Che si sente male. Comincia a piangere. Ritorna in aula, ma non ce la fa. Esce ancora. Chiama aiuto. Viene trasportata in ambulanza in ospedale. La sera viene dimessa. Ma tra qualche giorno partirà per degli accertamenti clinici già programmati.
Quello che qui raccontiamo è riportato in una lunga denuncia della stessa Millocca, che racconta dunque la sua versione dei fatti. Perchè una denuncia? Perchè questo è solo l’inizio. Poi c’è il fattaccio.
Il sabato pomeriggio, vigilia della partenza, mentre è indaffarata a sistemare delle carte al suo studio, Millocca viene raggiunta dall’amica Vitalba D’Angelo. E’ la stessa che qualche giorno prima l’aveva chiamata. E’ preoccupata per lei. La manda Paolo Ruggirello, dice. Non deve partire: il consiglio è stato aggiornato al 30 Novembre e lei deve esserci. E aggiunge (così dice Millocca): “Non sai di cosa sono capaci i Ruggirello. Sono capaci di tutto, di bruciarti la carriera politica, la carriera professionale”. Il marito ci mette poi il suo: “Incontra Paolo e chiedi che quello che vuoi: soldi, incarichi, lui è pronto a tutto, basta che vai a votare la mozione”.
Millocca ritorna a casa, è scoinvolta, chiama di nuovo Tranchida per raccontare cosa è accaduto. Si è sentita minacciata. E decide di non partire più, ma non per votare favorevolmente la mozione, proprio per farla saltare.
Millocca fa denuncia di tutto.
La Procura di Trapani avvia le indagini. E che indagini: intercettazioni, pedinamenti, osservazioni, raccolta di informazioni, riscontri incrociati. Le indagini durano mesi e mesi. Tutti i consiglieri comunali vengono interrogati, si crea una specie di psicosi. E la Procura ad un certo punto chiede addirittura l’arresto per per l’amica della Millocca, Vitalba D’Angelo e per il marito, Domenico Del Grosso. Sia per le minacce che per aver promesso denaro e incarichi politici per votare a favore della mozione del 30 Novembre 2009. Le indagini riguardano anche Ruggirello. La richiesta di arresto viene presentata il 12 Marzo 2010. Ma il Gip la respinge.
Il fatto è che tutte queste indagini hanno prodotto ben poco. Una mole enorme di conversazioni, ma poche prove concrete delle minacce così come sostiene di averle ricevute Millocca. I due coniugi infatti sono stati intercettati, parlando proprio della loro “missione” ed è lo stesso Ruggirello a dire, interrogato, di aver attivato l’amica comune D’Angelo per perorare la mozione di sfiducia. Ma nelle frasi rivolte dall’amica alla Millocca, il giudice non vede alcuna minaccia, solo un consiglio, una considerazione, tra amici di lunga data. E anche nelle intercettazioni i due coniugi, commentando il fatto, non parlano mai di “minacce” fatte.
Insomma, una mole enorme di di indagini, alla fine, non produce assolutamente nulla. Solo costi esorbitanti in intercettazioni.
Per la cronaca, la mozione non verrà mai votata. Il 30 Novembre, infatti, viene a mancare il numero legale. Nella seduta successiva, il 3 Dicembre, la mozione viene ritirata. Tranchida è salvo.
L’indagine su Ruggirello e la coppia di amici è stata poi archiviata, dicevamo, nell’agosto 2010. A chiedere l’archiviazione è stato lo stesso sostituto procuratore Belvisi “per l’insussistenza di elementi utili e idonei a sostenere l’accusa” nei confronti di Ruggirello, e per la mancanza di indizi per D’Angelo e Del Grosso. Un buco nell’acqua.
Perché Paolo Ruggirello riprende oggi quei fatti? “Io sono stato indagato, delle persone hanno rischiato l’arresto per delle minacce mai fatte – spiega -. In quell’indagine ci sono state decine di intercettazioni, gli investigatori sono stati quasi degli stalker. Hanno chiesto conto di ogni tipo di incontro, creando un clima di paranoia”. Ma che c’entra Giacomo Tranchida? “Nessuno si è reso conto di un aspetto importante, sul quale magari bisognava indagare. La presidente Giovanna Millocca ha cambiato idea improvvisamente sulla mozione di sfiducia: perché?”. Per Ruggirello c’è una sorta di disparità di trattamento: “Un consigliere che riferisce a me di riunioni o altro, viene intercettato. La presidentessa del consiglio comunale, invece, ammette di riferire a Giacomo Tranchida di incontri e riunioni e nessuno vuole approfondire? Perchè io allora sono stato indagato e Tranchida no? Eppure lui cercava accordi quanto me”. Ruggirello punta il dito contro un’altra consigliera comunale, “La consigliera Valeria Ciaravino, interrogata dai Carabinieri, dice che voleva votare favorevolmente la sfiducia contro Tranchida, ma che poi ha cambiato idea dopo una cena con il Sindaco stesso, a casa sua, alla presenza dell’allora deputato regionale Camillo Oddo. Anche qui, come mai? Fu promesso qualcosa in cambio? Perché nessuno in procura ha posto questa domanda? Io magari avrei potuto dare delle risposte… ”.
“Ma quello indagato sono stato solo io. Su tutte queste vicende ho sempre cercato di mettere una pietra sopra. Ho sostenuto Tranchida alle elezioni. Ma adesso basta: non accetto lezioni di moralità da lui” conclude Ruggirello.