Dopo aver girato mezza Europa e un altro bel pezzo d’Italia, il ritorno alla normalità è Marsala, e il cuore di Marsala è questo parco dal nome bellissimo, Salinella, che è una discarica a cielo aperto. E ai cumuli di rifiuti oggi hanno dato fuoco. E io che passo da lì come ogni giorno, mi fermo, mi avvicino, guardo, faccio le foto, chiamo i vigili del fuoco.
Nel frattempo arrivano due persone, uno mi osserva di striscio e uno mi dice: ma lei non ha che fare? Guardo senza rispondere, mi sembra tutto così strano e io così alieno, il cielo, il mare, il fuoco, il veleno. Il mio che fare. Quelle minacce che si alzano come spire, il tono che diventa ruvido, l’odore dolce di alghe, animali putrefatti e diossina. Ah, ma lei lo conosciamo, il giornalista, aggiungono. E ancora insulti, minacce, che fanno effetto, ormai sono abituato solo a leggerle su Facebook, sentirle dire di presenza è tutta un’altra cosa. Ma non è questo il punto, penso, mentre i due si avvicinano, e io lento mi allontano, come si fa con i cani, non scappare, non correre, se no quelli ti attaccano. Stai calmo. Ma sono calmo. Perché mi dico delle cose, mentre vado via. E se ognuno fa qualcosa, mi dico, questo posto sarebbe bello, veramente bello. Se ognuno fa qualcosa. Ecco il mio che fare.