Di Matteo e le “cittadinanze onorarie”, da Roma a Scicli…

Di Matteo e le “cittadinanze onorarie”, da Roma a Scicli…

2016-09-29T12:00:03+02:00 29th Settembre, 2016|Contro l'antimafia|

Il Comune di Roma ha deciso di dare la cittadinanza onoraria al pm Nino Di Matteo. L’iniziativa è analoga a quella che da un po’ di tempo hanno fatto altre città italiane. Credo che Di Matteo sia l’uomo con più cittadinanze onorarie nella storia repubblicana. E’ il caso, però, di notare come la cosa è stata commentata dal Movimento Cinque Stelle. La cittadinanza onoraria nasce proprio su iniziativa dei consiglieri comunali grillini della Capitale. Che ci sia un certo afflato tra il giudice e il partito di Beppe Grillo è cosa nota da tempo, tanto che si parla di Di Matteo via via come possibile candidato Sindaco a Palermo o come futuro Ministro dell’Interno di un ipotetico governo Di Maio. Ecco, il commento tipico del sostenitore del Movimento Cinque Stelle in queste ore è: “Vediamo se adesso i giornali daranno lo stesso spazio a questa notizia rispetto alle polemiche sulla Raggi…”. Avrò letto questa frase, nelle versioni più diverse, sui social, decine di volte. Il senso è: la stampa schiava dei padroni attacca ogni giorno il Sindaco di Roma perché è contro i poteri forti, vediamo se ha il coraggio di parlare anche delle cose buone, come la cittadinanza onoraria a Di Matteo.
Che la cittadinanza onoraria a Di Matteo sia una cosa buona e giusta, nessuno lo mette in dubbio. Che da sola basti a cancellare polemiche, gaffe, casi di sciatteria varia nel non – governo di Roma in questi mesi, è fuori da ogni logica. E’ una considerazione, questa, figlia purtroppo dell’uso distorto oggi che facciamo di tutto ciò che chiamiamo “antimafia”, come vado denunciando da tempo, per cui basta una onorificenza a Di Matteo per diventare subito il Comune antimafioso d’Italia.

Tra l’altro questa di Roma non è poi una notiziona perché la Capitale, come scrivevo poco sopra, arriva dopo decine e decine di Comuni che hanno portato avanti analoghe iniziative negli ultimi anni. Magari con Sindaci o politici spinti dalla stessa motivazione: dimostriamo che siamo vicini al magistrato più antimafioso d’Italia, così nessuno potrà criticarci.

Recentemente sono stato a Scicli, città del ragusano nota per il barocco e soprattutto per Montalbano (la fiction infatti è girata lì, e orde di turisti vengono a vedere i luoghi di Montalbano mischiando finzione narrativa con realtà, personaggi reali con letterari, luoghi del libro – la Vigata di Montalbano è Porto Empedocle – con luoghi dello sceneggiato…). Il Comune di Scicli è stato poco tempo fa sciolto per mafia. La più infamante delle accuse. Solo che quando il Comune è stato sciolto, il Sindaco, Susino, rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, si era già dimesso.  E poi comunque è stato assolto per l’assoluta estraneità ai fatti, e poi ancora, come racconta il mio amico Carmelo La Rocca (che non ha l’aria di un giornalista antimafia vip, ma le cose le sa e le racconta, eccome…) ha scoperto che poco era cambiato tra il prima e il dopo, e insomma, alla fine il periodo di gestione commissariale di Scicli è durato pochissimo, e la città tornerà al voto già a Novembre, nella confusione più totale. Uno dice: ma prima di sciogliere un Comune per mafia, davvero il Ministro dell’Interno non ha altri strumenti? Mandare degli organi di controllo, “affiancare” il primo cittadino… Anche perché il partito di Alfano, Ncd, ha due ministri, e quasi lo stesso numero di voti. Nel ragusano ha un deputato che conta tanto, tale Minardo (che è una famiglia, in realtà, e un potente gruppo economico che va dal petrolio alle tv).  E insomma, uno li sa mettere i fatti in sequenza e in connessione e molte domande se le fa.

E ad ogni modo, ho detto a Scicli, quando ho presentato “Contro l’antimafia”, qualche settimana fa, di fronte agli occhi dei cittadini che ancora si chiedono cosa sia successo, quand’è che si sono svegliati e hanno scoperto di essere il comune più mafioso d’Italia, ho detto a quelle persone: ecco, avete sbagliato, potevate dare la cittadinanza onoraria a Di Matteo, chissà, oggi tutto sarebbe andato in modo diverso….

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".