Metropolitan Magazine ha segnalato «Contro l’antimafia» tra i cinque libri per cominciare a uscire dalla quarantena. Per Veronica Borelli è un modo per «ripensare alle ingiustizie sociali». Così ne scrive:
Giacomo di Girolamo si è sempre schierato contro la mafia ma stavolta nel saggio Contro l’antimafia (2016) tenta un approccio diverso: egli scrive apertamente una lettera al boss Matteo Messina Denaro. Il giornalista affronta il tema della “simbologia” che ruota intorno agli eventi che caratterizzano le vicende mafiose: dalle minacce che assumono sempre le stesse forme rituali, alle intimidazioni a giornalisti, magistrati, imprenditori. Ma la domanda vera è se la lotta a tali insiemi di “riti” possa scardinare realmente il sistema mafioso o si debba partire da una base più forte e solida.
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta. Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016). Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".