Caso Sicilfert. Così hanno inquinato il lago Maimone tra Marsala e Salemi

Caso Sicilfert. Così hanno inquinato il lago Maimone tra Marsala e Salemi

2020-04-19T22:25:10+02:00 5th Febbraio, 2019|inchieste|

Lago Maimone, un piccolo bacino d’acqua che si trova tra Marsala e Salemi. Fino a qualche anno fa famiglie e gruppi di amici andavano a fare lì le scampagnate. Un posto tranquillo, facilmente accessibile. Un laghetto circondato dagli alberi, location perfetta per grigliate fuori porta di Pasquetta.
Lago Maimone, “Mamuna” come si dice in dialetto, ad un tratto diventa un posto impraticabile. C’è puzza, una puzza pungente. E non è la puzza delle pecore che pascolano nei terreni vicini. Arriva dalla Sicilfert, che si trova proprio a poche centinaia di metri. Prima solo la puzza, poi c’è chi nota che il lago ha cambiato aspetto, ha cambiato colore. E’ di un grigio oleoso, nulla a che vedere con il colore verdone di acqua stagnante dei piccoli invasi.

C’è quel fiumiciattolo nero, quello che è stato ripreso dalle telecamere di Tp24.it. Quello che è stato notato fuoriuscire dalla Sicilfert dalla Polizia Municipale. Il fiumiciattolo nero, di percolato, che scorre nelle notti di pioggia, viaggia, indisturbato e va verso il lago Maimone.
Uno sversamento illegale e altamente inquinante che trasformano la meta di mille gite fuori porta.

Alla Procura di Marsala nei primi mesi del 2013 arrivavano diverse segnalazioni anonime su quello che succedeva alla Sicilfert. Sul percolato che fuoriusciva dall’impianto e andava verso la strada e i terreni di contrada Maimone, in via Salemi. Ma soprattutto arrivavano segnalazioni su quello che succedeva al lago Maimone.

Il laghetto “Maimone” era diventato “improvvisamente di colore scuro ed emettente olezzo”, si legge nel decreto di sequestro della Sicilfert.
Il 19 marzo 2013, pochi giorni dopo il blitz di Polizia Municipale e Arpa (come abbiamo raccontato ieri) che notano il ruscello di percolato fuoriuscire dallo spiazzale della Sicilfert, viene fatto un altro sopralluogo. Questa volta lo effettuano i tecnici dirigenti del Comune di Marsala, settore territorio e ambiente.

L’attenzione si concentra sul lago Maimone. Accertano i tecnici che il laghetto era maleodorante e di coloritura “grigio marrone”. A monte del lago viene notato “un canale di scolo a margine della statale e parallelo ad essa che si diparte dall’impianto della Sicilfert”.

Al momento del sopralluogo l’acqua che scorreva da quel canale di scolo che partiva dalla Sicilfert e finiva nei terreni vicini al lago Maimone era limpida. Ma per cercare di capire come mai il lago fosse di colore scuro e maleodorante sono stati necessari i tecnici dell’Arpa.

Arriva la primavera, non piove più. Smettono le segnalazioni di sversamenti. Si riprende in inverno. Infatti in seguito a diversi esposti che parlavano di irregolarità nello smaltimento dei rifiuti viene fatto un altro sopralluogo. Della Sicilfert si occupano diverse forze dell’ordine. E’ il 16 dicembre 2013, presso l’impianto e nelle vicinanze arrivano la Guardia di Finanza, l’Arpa e personale dell’Asp di Trapani.
Si nota il vecchio “ruscellamento” di liquido scuro e odore pungente dall’impianto. Vengono prelevati tre campioni, due del liquido che si trovava al di fuori dell’impianto, e uno dal percolato prodotto dalla Sicilfert.

In questa, come in altre occasioni, i tecnici della Sicilfert hanno detto che c’era stato un guasto che ha creato uno sversamento di percolato all’interno del capannone. Per gli inquirenti “i guasti (evidentemente pilotati) sono stati un leit motiv” della vicenda.

Le analisi condotte dall’Arpa non portano nulla di buono. Si parla di “condizioni non più gestibili per le criticità ambientali quali l’inquinamento da percolato di cui la stessa ditta in diverse occasioni è stato accertato essere responsabile di smaltimento illecito provocando situazioni ambientali critiche di inquinamento”. E ancora, il rapporto continua dicendo che all’interno dell’impianto è emersa la presenza di percolato in tutte le zone: “Sia all’interno dello stoccaggio, nei corridoi che risultavano allagati e impraticabili, alcune aree del capannone risultavano inaccessibili con presenza di percolato nella pavimentazione, in altre zone si evidenziava che il percolato gorgogliava”. Gorgogliava dal sottosuolo, da vasche interrate che non sarebbero consentite.

Per l’Arpa c’era percolato nei pressi del lago Maimone. Il percolato che arrivava dalla Sicilfert, che fuoriusciva dal sottosuolo, si veniva alimentato dalle piogge e scorreva, tortuoso, verso il lago. Un lago avvelenato.

– FINE SECONDA PARTE

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".