Continua ad avere sviluppi il caso dell’onorevole dei Cinque Stelle Piera Aiello. Si tratta di una storia scoperta e raccontata dalla redazione di Tp24 e che in breve tempo ha fatto il giro delle più importanti testate nazionali: secondo i documenti da noi pubblicati, la signora Piera Aiello, è stata eletta alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 2018 con un certificato elettorale non valido, perchè, essendo testimone di giustizia, e avendo un altro nome e un’altra residenza, non poteva candidarsi con quel nome, Piera Aiello.
Eppure l’avvocato di Aiello, un altro esponente grillino, Giuseppe Gandolfo, è riuscito a farsi dare un certificato elettorale ai fini della candidatura, sulla base di una residenza a Partanna, Comune del Belice, inesistente.
Per questa vicenda Aiello è sotto inchiesta alla Procura di Sciacca per falso in atto pubblico, insieme al funzionario che le ha dato il certificato, Rosario Sanfilippo. E la sua stessa elezione è sub judice. La Giunta per le elezioni della Camera dei Deputati, che ha il compito di validare tutte le elezioni, collegio per collegio, ha deciso di non validare quella di Piera Aiello, e di rimandare il voto sul suo caso a Ottobre, in attesa di approfondimenti, su un caso mai visto nella storia d’Italia.
La domanda è: può essere eletta deputata una persona con un nome che non esiste? Per i cittadini però le domande sono altre: perchè è stato utilizzato un certificato falso? Perché Aiello, che sapeva quello che stava combinando, perchè già prima delle elezioni il certificato elettorale falso le fu ritirato su intimazione della Prefettura di Trapani, non ha detto nulla? Perché non ha detto delle indagini in corso per falso?
Lei, Aiello, liquida tutto, parlando di “forzature”, di “aver dribblato” le regole: che significa?
“La legalità, valore di cui i Cinque Stelle hanno fatto giustamente un vessillo, passa dal rispetto delle regole dello Stato; regole ben precise, in ogni ambito. Una di queste dice che non è consentito avere una doppia identità: avremmo altrimenti una duplicazione dei diritti e dei doveri, e questo non va bene. Ho rispetto per Piera Aiello e per quello che ha fatto per noi, ma questo non la esime dal rispetto delle leggi“. A dirlo è Tiziana Pugliesi, penalista di Alcamo e candidati alle ultime elezioni politiche con il centrodestra, che ha accettato di parlare per la prima volta della vicenda che la vede “parte lesa” con Euronews. A questo link potete leggere la sua ricostruzione dei fatti.
“La doppia identità è una prerogativa che hanno solo collaboratori e testimoni di giustizia: la disciplina è rigida proprio per questo“, conclude Pugliesi. “Non ho mai detto che Piera Aiello ha perso il diritto alla sua identità datale dal padre. Ho rispetto per lei e per tutto quello che ha fatto per noi, ma ciò non la esime dal rispetto delle leggi“.