Case abusive a Marsala, ecco tutta la verità. Fino a quando ci prenderanno in giro?

Case abusive a Marsala, ecco tutta la verità. Fino a quando ci prenderanno in giro?

2020-04-21T10:43:37+02:00 4th Agosto, 2017|inchieste|

Il 23 luglio scorso, sul Fatto quotidiano è stata pubblicata l’ultima puntata dell’inchiesta “I furbetti del mattoncino”. L’ultimo paragrafo, intitolato “Da Marsala a Terrasini” riguarda la nostra città, Marsala, appunto, ed è accompagnato da due foto di edifici che occupano il bagnasciuga della spiaggia Sud.

Il 28 luglio scorso, Tp24.it ha pubblicato un articolo dal titolo “Abusivismo edilizio. Demolizioni ferme e tanti abusi. Che fine ha fatto la tolleranza zero?”.

Di fronte al fenomeno “abusivismo edilizio” cosa fa la procura della Repubblica? Questa domanda di solito viene posta alla fine di un articolo. In questo caso la poniamo all’inizio, perché solo l’intervento della procura potrà realizzare il processo delle demolizioni, che iniziate nel 2011 sono proseguite con lentezza esasperante, tanto che ne sono state eseguite 28 su un totale di 509.

Con legge regionale n. 78 /1976 è stata stabilita l’inedificabilità assoluta entro 150 metri dalla battigia. L’indirizzo giurisprudenziale, da anni conforme, ha specificato che la prescrizione di l’inedificabilità riguarda non solo i Comuni, che hanno l’obbligo di inserirla nei Piani Regolatori Generali, ma anche direttamente gli abusivi.

Nel 2014, Alberto Di Pisa, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, fece sottoscrivere un protocollo di intesa tra il prefetto, i sindaci, gli assessorati regionali al Territorio e alle Autonomie Locali, i Collegi provinciali degli ingegneri, degli architetti e dei geometri. Lo scopo del protocollo era di fare le demolizioni delle costruzioni abusive. Perché quel protocollo non è stato eseguito?

La voce che corre è che i Comuni non hanno i fondi per procedere alle demolizioni. Ma è una falsità. I comuni possono accedere gratis presso la Cassa Depositi e Prestiti al Fondo demolizione opere abusive, dotato di 50milioni di euro. Dovranno indicare il fabbisogno della spesa, demolire, rendicontare, e non ci rimetteranno una lira. Se il rendiconto lo dovessero presentare oltre i cinque anni dall’ottenimento del finanziamento, la Cassa Depositi e Prestiti si rivarrebbe sui trasferimenti statali. Ma il recupero delle somme spese per le demolizioni potrà avvenire, se i funzionari e gli avvocati del comune saranno valenti, in molto meno tempo. Il Fondo rotativo di 50milioni è stato costituito a seguito del DL n. 269/2003. Perché il Comune di Marsala non lo ha utilizzato?

Ancora. E’ vigente il DPR 6 giugno 2001 n. 380 che pone il divieto espresso alle aziende di erogazione dei servizi pubblici di fornire i servizi medesimi ai cantieri in atto di natura abusiva. La norma è stata interpretata, altrimenti sarebbe ridicola, nel senso che il divieto continua a produrre i suoi effetti dopo l’ultimazione delle opere. Una volta ultimati, gli immobili abusivi non potranno avere nessun allaccio di energia elettrica, acqua corrente, fogna, gas di rete, e linea telefonica.

E invece gli abusivi sono forniti dei servizi pubblici, in barba alla legge. La verità è che manca la volontà di abbattere i manufatti abusivi. La speranza degli abusivi e dei loro manutengoli politici e amministrativi è che possa arrivare una sanatoria. Il deputato regionale Paolo Ruggirello ci ha tentato nella precedente legislatura e in questa corrente con due proposte di legge, la n. 725 del 18 maggio 2011 e la n. 276 del 7 marzo 2013, che nel titolo parlano di recupero e valorizzazione delle coste, mentre nell’articolato delineano la nuova sanatoria. Per fortuna le due proposte non sono state approvate dall’aula di Palazzo dei Normanni.

L’on Girolamo Fazio ci ha tentato pure lui, con un emendamento in commissione al ddl che ha recepito il Testo unico nazionale in materia edilizia. Per la buona stella dei siciliani, il suo emendamento è stato ritenuto inammissibile dal presidente dell’ARS Girolamo Ardizzone. Nel frattempo, l’on. Fazio è stato posto ai domiciliari con l’accusa di avere intascato tangenti per fondi riguardanti il trasporto marittimo dall’armatore Ettore Morace , arrestato. Il 31 maggio, con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, è stata disposta la sospensione del deputato Fazio dall’Ars a decorrere dall’11 maggio 2017. Il 14 giugno si è dimesso da deputato. La mina Fazio è stata disinnescata.

La speranza che altri deputati ci ritentino, con nuove proposte di false valorizzazioni delle coste, deve essere fatta abortire dalla procura della Repubblica.

Fino a quando si abuserà della pazienza dei marsalesi onesti?

Dobbiamo finirla con le falsità e le connivenze. Gli abusivi, i sindaci, i dirigenti comunali, i responsabili degli enti o società che erogano i pubblici servizi devono essere portati sul banco degli imputati.

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".