A 48 anni dal sisma che ha stravolto il Belice si parla ancora di ricostruzione. E’ una condanna, per i cittadini dei comuni colpiti dal terremoto della notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, la parola “ricostruzione”. E ogni anno è un ricordo doloroso per le vittime, per interi paesi rasi al suolo, per delle comunità stravolte nella notte. Ogni anno è amaro per la ricostruzione avvenuta a metà, per i fondi che a quasi mezzo secolo non sono del tutto arrivati. Protestano anche quest’anno i sindaci del Belice ricordando i 48 anni passati dal tremendo sisma.
Il governo nazionale non ha stanziato nulla, quest’anno, nella Legge di Stabilità per la ricostruzione infinita. Le uniche somme che dovrebbero arrivare sono i 30 milioni di euro già nelle casse della Regione. In realtà sono lì dal 2013, stanziati dalla legge di stabilità. In totale erano 35 milioni di euro, 5 milioni sono stati erogati. I trenta milioni dovevano arrivare nel 2015. Dove sono finiti? Come al solito bloccati dai lacci della legge di stabilità. Ma non finisce qui, perchè c’è la protesta dei sindaci.
“A 48 anni dal sisma nel Belice la ricostruzione e’ un capitolo ancora aperto: mancano 150 milioni di euro per opere pubbliche, 230 milioni per l’edilizia privata e una politica centrale volta ad attuare azioni finalizzate a un armonico processo di sviluppo economico delle aree interne del territorio“ ha commentato Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatori dei sindaci del Belice.
Anche quest’anno, come l’anno prima e l’anno prima ancora, i belicini celebrano l’anniversario in un clima di protesta, con un senso di sfiducia nelle istituzioni. “Lo svincolo delle somme residue relative a un finanziamento di 35 milioni euro e nella disponibilita’ del Dipartimento della Protezione civile regionale – continua Catania – e la sottoscrizione dell’Apq del 31 dicembre scorso relativa al finanziamento per lo smantellamento dell’amianto nei comuni con presenza di aree destinate alle baracche costituiscono le uniche somme destinate al territorio i cui effetti si registreranno nel corso del 2016, non essendosi registrata alcun’altra forma di interventi nella recente legge di stabilita’ e per il secondo anno consecutivo“.