Quei messaggi di “affetto“ allo stadio

Quei messaggi di “affetto“ allo stadio

2018-01-18T18:29:41+01:00 18th Gennaio, 2018|storie|

I destini delle “famiglie” mafiose in provincia di Trapani spesso si intrecciano con quelle delle locali squadre di calcio. Perché è vero che la tradizione vuole che il capomafia di un paese in Sicilia faccia la parte del Cristo nelle processioni sulla Passione, ma è ancor più vero che gli piace fare la parte del “patròn” di improbabili formazioni calcistiche che militano nei campionati minori, dall’Eccellenza alla Prima Categoria.

A volte, poi, la cronaca sportiva diventa cronaca giudiziaria. Come nel 2009. A Mazara del Vallo c’è la prima grande operazione poliziesca e giudiziaria che svela gli interessi della mafia nell’eolico. E infatti l’operazione si chiama infatti “Eolo”.
Tra gli arrestati ci sono anche degli insospettabili, come il presidente del consiglio comunale di Erice, Vito Martino, Forza Italia. E’ presidente del Mazara Calcio, formazione che milita in Eccellenza.  Suo suocero, Antonino Cuttone, è il proprietario della squadra. Ed è anche tra i proprietaria della “Calcestruzzi Mazara”, insieme ad un mafioso del calibro di Mariano Agate.
La domenica successiva agli arresti, il Mazara gioca in casa. Ma l’attenzione è tutta sugli spalti, dove per novanta minuti si susseguono i cori per i due, “Vito e Nino olè, Vito e Nino olè”.  E poi, spunta lo striscione: “Vito e Nino vi aspettiamo”. Come fossero i due marò, insomma.
La Figc (Federazione italiana gioco calcio) non prende alcun provvedimento.  Non lo farà né la domenica successiva, stessi cori, stesso striscione, né l’altra ancora. Ci vorrà un mese perché qualcuno apra gli occhi.
Ed è in occasione di una partita di cartello, il derby contro il Marsala. E’ il 22 marzo 2009.  Il capitano dei “canarini” del Mazara segna un gran gol. Si chiama Ciccio Erbini. Lui esulta come Marco Tardelli nel Mundiàl del 1982. Poi arriva sotto la tribuna.  Si solleva la maglia. Sotto, ha una maglietta bianca: “Per Vito e Nino”.
Coincidenza vuole che in tribuna ci siano anche dei funzionari di polizia. Che fanno un verbale. Che arriva in commissariato e poi da lì – finalmente – alla Federazione italiana gioco calcio. Dopo un anno dal gesto (la giustizia sportiva è lenta come tutta la giustizia italiana…) Ciccio Erbini nel 2010 viene squalificato: dieci mesi. E divieto di ingresso in tutti gli stadi. Lui non la manda giù: “La mia – dirà – era solo una dimostrazione di grande affetto”.
Per la cronaca, in appello, nel 2011 Vito Martino verrà condannato a due anni per corruzione, Nino Cuttone a sei anni e sette mesi per mafia.

Questo articolo è stato scritto per il blog “Mafie” di Repubblica. 

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".