Marsala, il ritorno di Giulia Adamo, tra bugie, omissioni e mezze verità / 2

Marsala, il ritorno di Giulia Adamo, tra bugie, omissioni e mezze verità / 2

2020-04-19T17:18:35+02:00 6th Febbraio, 2020|inchieste|

Continuiamo l’analisi delle affermazioni fatte da Giulia Adamo, candidata a Sindaco di Marsala, nella sua conferenza stampa di una settimana fa.

 Ieri, nella prima parte, abbiamo analizzato le imprecisioni e inesattezze sui rifiuti, sulla guerra per il porto e sulla collocazione politica della stessa Adamo. 

Adesso andiamo avanti, in ordine sparso.  

LA PUBBLICITA’ SU BELL’ITALIA. Chissà perchè se l’è legata al dito. Giulia Adamo da Sindaco di Marsala comprò della pubblicità per Marsala sulla rivista Bell’Italia.  In conferenza stampa, qualche giorno fa ha detto che quella pubblicità fu gratuita. Ma non è così. E’ inesatto. 

La pubblicità su Bell’Italia costò alle casse comunali 5000 euro. Era il 2013, e ce ne occupammo su Tp24. Il Comune acquistò delle inserzioni pubblicitarie, e poi, come avviene di frequente in questi casi, la rivista dedicò uno speciale di alcune pagine alla città. Tutto qui. Ma non certo la fine del mondo. 

 QUOTE TONNO. In conferenza stampa Giulia Adamo ha ricordato che lei ha sostenuto la battaglia per le quote tonno della flotta peschereccia marsalese, che utilizza il metodo del palangaro. E’ vero. Va ricordato però che non è il Sindaco che autorizza la pesca del tonno. Dipende dal Ministero delle Politiche Agricole, che suddivide internamente le quote assegnate dall’Unione Europea.

Da Sindaco di Marsala Adamo fu protagonista di un episodio particolare, una perla: autorizzò con ordinanza i pescatori marsalesi a pescare il tonno “nell’attesa dell’assegnazione delle quote”. 

Ovviamente l’autorizzazione non valeva nulla. Qui la storia raccontata su Tp24. 

“SE CONDANNATA NON MI CANDIDO”. E’ la dichiarazione che Giulia Adamo ha fatto in riferimento al processo che la vede imputata a Palermo per il caso delle spese pazze quando era capogruppo all’Ars. Adamo dice di avere rispetto per la magistratura. Sarà anche vero…. 

Ma c’è da dire, al di là di questa vicenda processuale,  che una condanna in merito alle “spese pazze” Adamo l’ha già avuta, da parte della magistratura contabile. La Corte dei Conti, infatti, in Appello, l’ha condannata una prima volta nel 2017 a restituire  65.000 euro, risalenti al periodo in cui era capogruppo del Pdl Sicilia / Futuro e Libertà. 

Nel dettaglio le spese addebitate riguardano somme erogate ai singoli deputati (la parte più corposa, pari a 53.790 euro), spese per ristorazione (1.650 euro), spese per regali (1.990 euro), spese alla buvette (7.430 euro), spese per necrologi (694,80 euro).
Nel 2018, altra condanna, sempre della Corte dei Conti, sempre in Appello. La cifra questa volta è di 180.000 euro. 
Si tratta di spese sostenute dal gruppo Udc quando la Adamo ne era presidente durante la XV legislatura dell’Ars.
Tra le spese che fecero più scalpore, in questo filone del processo, ci sono le cravatte e carrè di seta per 1320 euro e un dono di nozze per un dipendente del gruppo da 2.000 euro.

Cliccando qui potete scaricare la prima sentenza di condanna.

Cliccando qui poteste scaricare la seconda sentenza di condanna.


AEROPORTO. Adamo dice che lei conosce il modo per risollevare l’aeroporto di Trapani, perché conosce la normativa. Ha anche fatto sapere al presidente di Airgest, Salvatore Ombra, di essere a disposizione per spiegargli bene come fare, dato che lei è stata quella che ha salvato dalla chiusura l’aeroporto di Birgi.
In questa affermazione ci sono una serie di inesattezze. La prima riguarda la normativa a cui fa riferimento Adamo, quella degli “oneri di servizio pubblico”. Si tratta di una legge datata. C’era ancora la lira, Craxi era ancora vivo. Un’altra epoca fa. E tra l’altro, nella sua evoluzione, è applicata proprio a Birgi, dove tra poco ci sarà il bando per le continuità territoriale.
Vanno anche precisate due cose. La prima è che mentre Giulia Adamo era presidente della Provincia lanciò la campagna pubblicitaria “Io volo Trapani” con la compagnia Gandalf Air. Non proprio un bel ricordo. Poi arrivò AirOne e i passeggeri arrivarono, dopo il 2002, a sfiorare il mezzo milione. 

La seconda è che, ad onor del vero, non fu lei, da Presidente della Provincia di Trapani, a garantire il rilancio in grande stile dell’aeroporto, ma il suo successore, Antonio D’Alì. Fu infatti nel 2005 che D’Alì, dopo il successo dell’America’s Cup, si adoperò per trovare una strategia per incrementare le rotte, che poi portò al sodalizio con Ryanair grazie al lavoro del successore di D’Alì, Mimmo Turano. 

FINE

About the Author:

Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".