Mafia a Campobello di Mazara/3: i danneggiamenti di Tripoli per vittime ignare

Mafia a Campobello di Mazara/3: i danneggiamenti di Tripoli per vittime ignare

2020-04-20T13:04:22+02:00 4th Maggio, 2018|inchieste|

Ci siamo soffermati la scorsa puntata della nostra inchiesta sulla mafia a Campobello di Mazara ai rapporti tra la locale mafia compobellese e familiari di esponenti di spicco della politica locale. In particolare del ruolo assunto dalla famiglia Tripoli a Campobello di Mazara.

La sorella, Maria Tripoli, consigliere comunale di Articolo 4, molto vicina all’ex deputato Paolo Ruggirello, intenta a farsi fotografare in ogni manifestazione a sostegno della legalità mentre il fratello, Mario, arrestato nell’operazione AnnoZero di qualche giorno fa per associazione mafiosa e danneggiamento, aggravato dall’aver agevolato la mafia.

Famiglia ambiziosa, quella dei Tripoli. Dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista criminale. Mentre altrove si discute di procolli della legalità, Mario Tripoli, parlando con Dell’Aquila, l’11 Aprile del 2017 parla di possibili scalate all’interno della consorteria mafiosa locale:

 DELL’AQUILA: io mi sono annoiato a correre appresso alle minchiate! Alle minchiate uno ci deve andare correndo appresso quando .. perché queste sono .. capisci? Perchè ci sono le cose importanti e .. (ride) .. (pausa) .. e siamo sempre .. “Tu come sei combinato? (riferendosi a MARIO) .. (ride) .. Ah? E corriamo appresso alle minchiate! .

TRIPOLI: sì però sempre cominciare ha uno .. se non cominciamo .. incomprensibile .. olive!

DELL’AQUILA: sì .. ma nelle cose serie però .. uno .. Mario .. si deve occupare di cose serie .. e poi queste .. quando è .. prende e uno le sistema! Tutta questa .. e io vedo un sacco di cose .. (pausa) .. però .. (ride) .. quello che mi fa dannare lo sai qual è? Che quattro teste di minchia girano, hai capito? E .. e non gli manca .. e .. (pausa) .. e qua .. si muore dalla fame! Perché si muore dalla fame qua! .. (pausa) .. perché quello là ci è andato! Si è visto nessuno? E non si vede nessuno! E il motivo è sempre lo stesso Mà.. (pausa) .. ed il motivo è sempre lo stesso! .. (pausa) ..Tu non gli dici niente, vero?

TRIPOLI: no! Che .. incomprensibile ..?

DELL’AQUILA: e qualche gliela devi dire!” .. dove ci sono quelli che fanno.. e vogliono e .. incomprensibile .. (pausa) .. è pure giusto .. attenzione .. incomprensibile .. è pure giusto .. è pure giusto .. giustissimo! Però .. incomprensibile .. ci vorrebbe .. qualche cosa di più .. incomprensibile .. di sistemare qualcosa di più .. (pausa) .. la gente si fortifica .. e questi fanno .. hai capito? .. (pausa) .. qua una strada non si trova .. (pausa) .. ora ho trovato una mezza cosa e .. qua ci vediamo!

Sia Tripoli che Dell’Aquila sono accusati dagli inquirenti di far parte del gruppo armato che fa capo al Raffaele Urso. Entrambi però, in tale circostanza, si lamentano del fatto che venga loro attribuito un compito di poca importanza nelle vaste dinamiche economiche che interessano l’organizzazione mafiosa.

E’ il 2 Marzo 2017 quando gli inquirenti assistono in diretta, tramite le intercettazioni ambientali, del danneggiamento dell’appezzamento di terreno di proprietà della famiglia CIRAVOLO Caterina, CIRAVOLO Gaspare Alessandro ed INGARGIOLA Francesca ad opera del duo Dell’Aquila – Tripoli.

Entrambi si trovano a bordo di una Panda intestata a Giuseppe Di Prima e in uso Dell’Aquila. E, intorno alle 21.05, dopo aver preso una motosega dal bagagliaio della macchina i due si dirigono verso la Strada Provinciale 51, quella che porta da Campobello a Torretta Granitola. Alle 21 e 16 si fermano.

Prima della sosta dell’auto, Dell’Aquila dà indicazioni sulla strada che i due dovevano percorrere proprio in corrispondenza dell’appezzamento di un terreno

Fermata la macchina, si sentivono tre distinti rumori (verosimilmente la chiusura, degli sportelli e del portabagagli). Passa qualche miuto, sono le 21 e 30. E i due si allontanano.

Qualche giorno dopo la polizia fa un sopralluogo, nel posto dove si è fermata la macchina e accerta che, in un appezzamento di terreno prospiciente alla SP 51, corrispondente al luogo della sosta, sono stati tagliati degli alberi.

Dal controllo delle denunce di danneggiamento, i poliziotti accertano che Sebastiano Ciravolo aveva presentato, il 4 Marzo 2017, presso i Carabinieri di Campobello di Mazara, una denuncia di danneggiamento di otto alberi di ulivo che risultavano essere stati tagliati.

L’ottima riuscita dell’impresa del duo Tripoli – Dell’Aquila che operava danneggiamenti ad ora di cena, non curanti della possibilità che qualcuno potesse notarli, li spinge ii 27 aprile 2017 a compiere un altro danneggiamento, questa volta ad opera di un terreno di proprietà di tale Antonino Antonino.

Anche questa volta le forze dell’ordine monitorano in diretta, quasi come fossimo al Grande Fratello dei mafiosi, le varie fasi di preparazione e compimento del danneggiamento.

Dall’attività di intercettazione disposta dagli inquirenti  si nota Dell’Aquila alla guida dell’auto alle 23:03 che effettua una sosta in Via Piave a Campobello, in evidente attesa di qualcuno e effettivamente, dopo circa un minuto, sale in auto Tripoli.

Alle 23:45 l’autovettura con a bordo i due si ferma sulla Strada Provinciale 56 e i due prendono qualcosa dal bagagliaio. Sono motoseghe. E infatti è quasi la mezzanotte quando i due entrano in azione. Ci mettono pochi minuti, a mezzanotte e dieci sono già a Campobello. Altro sopralluogo della polizia, e anche lì la scoperta: i due hanno danneggiato nove alberi di ulivo. Di chi è il terreno? Il proprietario si chiama Antonino Gentile, e non ha mai presentato alcuna denuncia. Perchè? 

– FINE TERZA PUNTATA – 

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Giacomo Di Girolamo
Giacomo Di Girolamo, giornalista. Mi occupo di criminalità organizzata e corruzione in Sicilia da più di 20 anni. Sono direttore della radio più ascoltata della provincia di Trapani, Rmc 101, e di un portale molto letto in Sicilia, Tp24. Miei articoli sono usciti su Repubblica, Il Sole 24 Ore, Domani. Collaboro anche con Linkiesta.  Sono autore della biografia del boss Matteo Messina Denaro: L’invisibile (un'edizione aggiornata è uscita nel 2023), di Cosa Grigia (il Saggiatore 2012, finalista al premio Piersanti Mattarella), Dormono sulla collina (il Saggiatore 2014), Contro l’antimafia (Il Saggiatore, 2016).  Per Laterza ho scritto "Gomito di Sicilia" (2018), per Zolfo "Matteo va alla guerra" (2022) e "Una vita tranquilla" (2004). Per le mie inchieste ho vinto nel 2014 il Premiolino, il più importante premio giornalistico italiano, e, nel 2022, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Nazionale "Paolo Borsellino". Ho raccontato la mia vita in un podcast per Audible, "L'isola di Matteo".